Taifas, regni di

Dizionario di Storia (2011)

taifas, regni di


Traduzione dell’ar. muluk al-tawa’if, indicante i regni regionali che subentrarono al califfato marwanide in , dal 1009 fino all’inizio del sec. 12°, quando la conquista castigliana dal Nord e quella almoravide dal Nordafrica vi posero fine. In una prima fase, fino alla metà del sec. 11° ca., i re di t. pretesero perlopiù di governare in nome di un’ipotetica investitura califfale; nella seconda fase, e fino alla fine, i più forti fra di loro – i re di Siviglia, Toledo e Granada in particolare – regnarono come signori assoluti, circondandosi di corti pienamente operanti e praticando una politica di prestigio che includeva il patrocinio di arti e letteratura, entrambe rigogliose in questo periodo. La debolezza intrinseca dei regni di t., dal punto di vista politico ed economico, li espose tuttavia all’erosione del loro territorio a vantaggio soprattutto del regno di Castiglia, del quale essi divennero tributari e che agì, nella seconda fase, come attore politico di rilievo in al-Andalus. Nello stesso tempo, la condotta poco ortodossa dei re di t. e il conflitto con la classe religiosa motivarono l’invasione degli Almoravidi, entrati una prima volta nella Penisola Iberica nel 1086 per combattere i cristiani (➔ Zallaqa, battaglia di), dopo la presa di Toledo dell’anno precedente. Pochi anni dopo, gli Almoravidi iniziarono la sistematica conquista dei regni di t. (presa di Siviglia, 1091; di Badajoz, 1094; di Saragozza, 1110), istituendo un regno berbero musulmano contro l’avanzata dei regni iberici.

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