Ranitidina

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Composto chimico di formula C13H22N4O3S, dotato di azione antagonista dell’istamina a livello dei recettori H2 presenti sulla mucosa gastrica.

La scoperta e la vasta applicazione terapeutica della r. rientrano nell’ampio capitolo della farmacologia sviluppatosi con l’intento di identificare e controllare i vari recettori della molecola di istamina. In particolare, i recettori istaminici possono essere distinti in due tipi: H1 (attività sulla muscolatura liscia, a livello di terminazioni nervose, controllo della risposta dei capillari per consentire variazioni di permeabilità) e H2 (mediazione degli effetti dell’istamina in particolari sedi quali, per es., le cellule parietali dello stomaco o la muscolatura dell’utero). Il primo farmaco scoperto in grado di svolgere un’azione antagonista specifica dei recettori H2 è stata la cimetidina (C10H16N6S), derivato dell’imidazolo. Sostituendo nella molecola di cimetidina l’anello imidazolico con quello furanico si è ottenuta la r. (H2-antagonista di seconda generazione) che, agendo sul blocco dei recettori H2-gastrici, svolge una forte azione inibente sulla secrezione gastrica e consente di esercitare un ruolo terapeutico e protettivo della mucosa, anche in corso di terapie citolesive dello stomaco, talora necessarie per curare altre malattie.

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