RAMIFICAZIONE

Enciclopedia Italiana (1935)

RAMIFICAZIONE

Carlo Avetta

. I membri della pianta possono portare delle appendici della stessa natura morfologica del membro che le ha generate o di natura diversa. Nel primo caso si parla di "ramificazione", nel secondo di "neoformazione". Così sono rami del fusto, anche nel concetto volgare, i fusti più esili portati da un fusto principale; sono invece sue neoformazioni le foglie.

Tutti e tre i membri fondamentali, fusto, foglia, radice, possono ramificare in modi svariati, che si possono tuttavia ridurre a due tipi: ramificazione apicale e ramificazione laterale.

Nel primo tipo l'apice del membro che deve ramificare si divide in due o più parti, che ne sono i rami, passando in essi e perdendo così la sua primitiva individualità unitaria; nel secondo tipo invece l'apice conserva inalterata la sua individualità e si formano nuovi apici lateralmente e al disotto di esso.

La ramificazione apicale, che ha predominato in altre epoche, ma che ora è limitata ad alcune piante inferiori, avviene di regola per biforcazione dell'apice o come si dice per "dicotomia" o "dicopodia", ma non sono esclusi i casi di tri- e politomia. La parte del membro sottostante alla biforcazione si dice "piede" della dicotomia e, se i suoi due rami hanno sviluppo uguale e divergono ugualmente, la dicotomia si dice uguale. I due rami possono a lor volta diventare i piedi di una dicotomia successiva e il fatto può ripetersi più volte, dando origine a un regolare complesso di biforcazioni, giacenti tutte in uno stesso piano o in piani diversi. La dicotomia uguale è frequente nei talli delle alghe Fucoidee (Fucus, Dictyota dichotoma); nei fusti è limitata ad alcune Licopodinee (Lycopodium) che la presentano anche nelle radici (Lycopodium, Selaginella), e per la foglia se ne ha un bell'esempio nella felce esotica Platycerium alcicorne, le cui foglie ricordano le corna ramose dell'alce.

Ma si può dare il caso che la dicotomia sia disuguale, quando uno solo dei due rami continua a crescere biforcandosi poi a sua volta, mentre l'altro cessa di svilupparsi. Allora per ragione d'equilibrio i rami lunghi e più pesanti si spostano mettendosi più o meno in continuazione col rispettivo piede, mentre i rami rimasti corti vengono spinti da lato. Ne risulta così un sistema facile da scambiare con la ramificazione laterale, da cui è ben diverso, perché si tratta di un membro unitario solo apparentemente e in cui ogni pezzo è fratello del ramo più debole che gli sta a fianco. Un tal membro risultante dall'allineamento dei diversi piedi di successive dicotomie si chiama "simpodio" per distinguerlo dal vero membro unitario detto "monopodio".

La ramificazione dicotomica simpodiale può essere di due tipi. Se i rami più robusti sono alternamente quello di destra e quello di sinistra, essi raddrizzandosi e conservando spesso una leggiera inclinazione, dànno al complesso la forma di un'elica, per cui lo si chiama "simpodio elicoide"; se per contro i rami di maggiore sviluppo sono sempre quelli della stessa parte, o la destra o la sinistra, essi formano un asse piu o meno incurvato a spirale detto "simpodio scorpioide". Del simpodio elicoide offre un bell'esempio il fusto delle Selaginella, in cui i rami che lo compongono mostrano tuttora la disposizione a zig-zag; quello scorpioide lo si osserva invece nella foglia composta degli Adiantum tra le felci, dove anche nel comune capelvenere (A. capillus-Veneris) l'elegante curvatura della rachide è appunto dovuta al seguirsi in linea curva dei rami lunghi della dicotomia, mentre i brevi, voltati dalla parte opposta, portano i lembi delle foglioline.

La ramificazione laterale, che è di gran lunga la più frequente e ha per scopo di mettere la pianta in grado di portare un maggior numero di foglie o di fiori, e che di regola è monopodiale e solo eccezionalmente simpodiale, si presenta sotto due tipi: ramificazione racemosa ossia a "racemo" o "grappolo" e ramificazione cimosa cioè a "cima". Nel primo tipo l'asse principale unitario, monopodiale, continua ad allungarsi eol suo apice sovrastando a tutti i suoi rami; nel secondo tipo invece l'apice stesso rallenta o cessa il suo accrescimento, onde i suoi rami laterali allungandosi finiscono per oltrepassarlo.

Del monopodio a grappolo si hanno esempî per il fusto in quello delle Conifere e particolarmente degli abeti, che assumono perciò forma piramidale, e nelle infiorescenze di molte piante (giacinto, ribes, ecc.); per la radice in tutte quelle a fittone e per la foglia in tutte quelle in cui il solo lembo, se sono semplici, o anche il picciuolo, se composte, si divide secondo il tipo pennato.

La ramificazione cimosa si presenta sotto varî aspetti secondo il numero dei rami, dello stesso ordine, che porta. Se ve n'è uno solo si ha una "cima unipara" detta "monocasio"; se i rami sono due, uno di fronte all'altro, si parla di "cima bipara" o "dicasio"; se infine son più di due, il sistema prende il nome di "cima moltipara", "policasio" o "pleiocasio". Per ciò che riguarda il fusto si hanno molti esempî di queste cime nelle infiorescenze (dicasio nelle Cariofillacee, policasio nelle Euphorbia, ecc.); la radice affastellata è una cima moltipara e sono pure casi da ascriversi alla ramificazione cimosa le foglie semplici o composte, divise giusta il tipo palmato. Tanto la ramificazione a grappolo quanto quella a cima possono in certi casi simulare una dicotomia, che allora si dice falsa. Nel fusto del finocchio e di altre Ombrellifere è frequente la falsa dicotomia di tipo racemoso, perché il ramo spinge da un lato il tratto di fusto principale che gli sovrasta che, avendo press'a poco le stesse dimensioni simula una biforcazione, e nel fusto del vischio e d'altre piante, che è ramificato a cima bipara, l'asse principale terminando in un fiore e i due rami immediatamente sottostanti crescendo con uguale vigore e divergenza simulano una dicotomia di tipo cimoso, tanto più quando il fiore che stava nell'angolo da essi formato è caduto.

Sono infine da ricordare i casi di ramificazione cimosa simpodiale elicoide e scorpioide per opera di una cima unipara in cui il ramo si mette in continuazione con l'asse che lo porta e, generando poi a sua volta un ramo, questo e i successivi si comportano nello stesso modo. Se i rami si sviluppano alternamente dai due lati destro e sinistro, si ha il simpodio elicoide, e si ha invece lo scorpioide, se lo sviluppo di essi è unilaterale. Per cima simpodiale elicoide ramifica il fusto aereo di varie piante legnose simulando un monopodio (vite, faggio, tiglio), ma soprattutto quei fusti sotterranei che sono i rizomi a vegetazione determinata. Nell'infiorescenza circinale di parecchie Borraginee (Myosotis, Symphytum, Heliotropium) il fusto ramifica per cima simpodiale scorpioide arrotolata a pastorale e portante i fiori sul lato dorsale.

Anche nella foglia si può verificare la ramificazione per cima simpodiale scorpioide e precisamente in quella detta "pedata" degli ellebori, dove ha luogo una prima volta in forma di cima bipara, i cui due rami si ramificano successivamente ognuno per conto suo, in forma di cima unipara scorpioide.