CONFORTI, Raffaele

Enciclopedia Italiana (1931)

CONFORTI, Raffaele

Giuseppe Paladino

Nato a Calvanico (Salerno) il maggio 1804, morto a Caserta il 3 agosto 1880. Avvocato celebre, fu nominato nel 1848 Procuratore generale della Gran Corte criminale di Napoli. Ministro dell'interno nel gabinetto presieduto da Carlo Troya, non riuscì a dominare l'anarchia che si scatenò nel Regno con l'avvento del nuovo regime e che diede origine ai tristi fatti del 15 maggio, e, nonostante il suo personale intervento, non poté evitare che s'ingaggiasse la discussione tra i deputati e Ferdinando II, a proposito delle riforme da introdursi nello statuto. Dopo il grave tumulto, il C. non fu più ministro, ma fu eletto deputato e partecipò ai lavori della Camera, allontanandosi da Napoli quando cominciò la reazione (1° ottobre 1849). Mentre era in esilio, fu processato e condannato a morte. Dal 1849 al'60 visse tra Genova e Torino, esercitando la professione di avvocato. Fu in quell'anno chiamato a rappresentare nel parlamento subalpino il collegio di Broni. Quando Francesco II concesse l'amnistia agli esuli, il C. tornò a Napoli e partecipò attivamente al movimento che precedette l'arrivo di Garibaldi. Nominato ministro dell'interno nella Dittatura, presentò il plebiscito a Vittorio Emanuele II. Entrò poi nella magistratura e fu successivamente guardasigilli nel primo ministero Rattazzi (1862) e in quello Cairoli (1878). Chiamato a far parte del senato, ne fu vicepresidente.

Bibl.: G. Paladino, Il 15 maggio 1848 in Napoli, Roma 1920.

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