Radio

Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2007)

Radio

Aldo Grasso

La radio nel nuovo millennio

Il più nuovo dei vecchi media: così si potrebbe definire la r. all'inizio del 21° sec., guardando indietro alla sua storia più che centenaria e al suo ruolo, ai suoi usi, all'importanza che tuttora riveste nel sistema mediale e culturale contemporaneo. La radiofonia è forse il medium che esemplifica, più di ogni altro, il processo di 'ri-mediazione', di continua trasformazione del mezzo in virtù del contesto istituzionale, tecnologico e sociale. La r. ha vissuto molte vite e si ripropone con forza, sposandosi perfettamente non solo con l'innovazione tecnologica, ma soprattutto con alcune tendenze di fondo della società tardomoderna.

Nata come sistema di comunicazione 'punto a punto', come 'telegrafo senza fili', utilizzata soprattutto per la navigazione e per scopi militari, fino agli anni Venti, la r. è diventata il primo medium di broadcasting fra gli anni Venti e Quaranta (i radio days narrati da W. Allen), assumendo una funzione centrale nel sistema mediale e penetrando negli spazi privati della casa come strumento di intrattenimento, di informazione (e di propaganda). Se negli anni Cinquanta il suo ruolo dominante di medium familiare e domestico era stato assunto dalla televisione (che dalla r. ha ereditato modelli istituzionali e forme comunicative) la r. da allora ha saputo ritagliarsi un ruolo alternativo, finendo per abbracciare alcuni degli imperativi di fondo delle società tardomoderne: è diventata sempre più un medium personale, assumendo come proprio pubblico di riferimento l'individuo, con i suoi gusti e le sue idiosincrasie, prima ancora che l'unità domestico-familiare; si è tramutata in un medium mobile, affrancandosi dalle pesanti apparecchiature di ricezione per farsi portatile, leggera e miniaturizzata, legandosi poi ad altri mezzi mobili per la riproduzione del sonoro (come il walkman, prima, il discman, poi, e ovviamente l'automobile, nella forma di autoradio e, più recentemente, il telefono cellulare); ha spinto fino in fondo, molto più decisamente della televisione, le opportunità di interattività offerte dal mezzo, ancor prima della sua digitalizzazione, mostrando le opportunità di coinvolgimento diretto degli ascoltatori; ha assunto la funzione di medium comunitario, generabile e riproducibile 'dal basso' (soprattutto a partire dal processo di liberalizzazione delle frequenze negli anni Settanta), capace sia di raccogliere spinte e sommovimenti della società civile, dandole voce, sia di incanalare gusti (soprattutto di carattere musicale) e culture generazionali entro i binari di modelli commerciali di sfruttamento; si è fatta ubiquitaria, attraversando spazi pubblici e privati, costruendo un ambiente sonoro continuativo che accompagna l'individuo nel suo muoversi fra luoghi differenti (locali pubblici, sale d'aspetto, mezzi di trasporto ecc.); ha acquisito sempre più, soprattutto grazie ai processi di digitalizzazione, uno status di immaterialità, sganciandosi da specifiche piattaforme di fruizione e rendendosi disponibile in modi e occasioni differenti (per es., attraverso programmi di riproduzione del flusso sonoro sul web, come RealPlayer, WindowsMediaPlayer, iTunes ecc.).

Le condizioni del mercato radiofonico trovano le proprie radici nelle trasformazioni avvenute negli anni Settanta-Ottanta. In quel periodo, la rottura dei monopoli pubblici ha generato uno sviluppo della radiofonia su almeno due binari principali: da un lato, il settore della radiofonia di comunità, in grado di dar voce a settori dell'opinione pubblica lungo i confini dell'appartenenza politica, culturale, religiosa; dall'altro, la costituzione di network commerciali tesi a incanalare gusti musicali e d'intrattenimento e sostenuti principalmente dall'investimento pubblicitario. Nel corso degli anni successivi i due modelli si sono rafforzati e, almeno parzialmente, ibridati, convogliando nell'ascolto radiofonico un pubblico nuovo e giovane, cresciuto nel corso degli anni Settanta, Ottanta e Novanta. Grazie alla sempre maggiore diversificazione dell'offerta, ma anche al consolidarsi - almeno in Italia - di un nucleo forte di stazioni e network nazionali (che comprende sia le reti pubbliche della RAI sia l'universo delle reti commerciali e/o comunitarie), il consumo radiofonico è andato crescendo, finendo per rappresentare uno dei mercati più consistenti e complementari a quello più massivo della televisione. L'ascolto della r. coinvolge dunque pubblici di grande interesse per gli investitori pubblicitari: si tratta di audience mediamente giovani, con picchi consistenti nelle fasce degli adolescenti e dei giovani-adulti (ventenni/trentenni); si tratta di audience dotate di buone risorse socioculturali, capaci di integrare ingredienti diversificati nella propria dieta di consumi mediali, non appiattita sul solo piccolo schermo. L'ascolto della r. risulta perciò complementare a quello della televisione anche dal punto di vista degli orari di picco: i momenti più seguiti sono quelli della prima mattinata, quando la r. è in grado di offrire più della televisione informazione e intrattenimento all'ascoltatore mobile; e quelli del secondo pomeriggio e della serata, prima che si inneschino modalità di fruizione più familiari e domestiche, che privilegiano la televisione del prime time.

Dal broadcasting al podcasting

Fra la fine del Novecento e il primo lustro del nuovo millennio, la r. ha manifestato ulteriormente quella disponibilità a trascendere e mettere in discussione le proprie caratteristiche di medium, ad abbracciare l'innovazione tecnologica, a farsi terreno di sperimentazione e di usi nuovi e imprevisti. La progressiva 'smaterializzazione' della r. è, come già detto, un processo che precede l'avvento del digitale. Il mezzo si è reso sempre più indipendente e autonomo da una definita piattaforma tecnologica di fruizione: ha iniziato a essere ascoltata attraverso gli apparecchi stereo hi-fi che hanno fatto la loro comparsa negli spazi domestici, ma ha abbandonato anche questi ultimi per diventare autoradio o per legarsi ad altri dispositivi mobili. Questa tendenza si è andata rafforzando con la digitalizzazione, che ha spinto la r. sulla via della convergenza.

La convergenza può essere definita come la tendenziale indifferenza dei contenuti o del medium alle rispettive piattaforme tecnologiche di fruizione e riproduzione. Nell'epoca dell'abbondanza mediale e della convergenza, il cinema può essere fruito anche negli spazi domestici e la televisione si può guardare anche sul cellulare. Fra i diversi media, la r. è senza dubbio quello che con maggior successo ha saputo integrarsi nel nuovo ambiente multimediale digitale, dando origine a forme fruitive variegate e innovative.

Il matrimonio più riuscito negli anni a cavallo fra la fine del Novecento e i primi anni del 21° sec. è indubbiamente quello fra radiofonia e Internet. Molto più velocemente e radicalmente dei film o della televisione, la r. è sbarcata sul world wide web, generando una serie rilevante di conseguenze. In primo luogo, si è ampliato ulteriormente il ventaglio della possibilità d'offerta e di consumo della r.: alle occasioni ormai consolidate di fruizione radiofonica, distese fra spazi pubblici e privati, si è aggiunto anche il terminale del personal computer collegato alla rete globale. La maggior parte delle stazioni radiofoniche tradizionali, trasmesse via etere, ha esteso la sua offerta al web attraverso modalità di ascolto live dello streaming grazie a programmi client come RealPlayer e simili. Alla fruizione live si è aggiunta un'inedita possibilità di archiviazione e, quindi, di fruizione on demand di tutti o parte dei contenuti audio, affrancando la r. dalla sua condizione di flusso effimero. Ma il web ha consentito a nuove emittenti, non precedentemente in attività via etere, di trasmettere, anche esclusivamente on-line, allargando ulteriormente il bacino dell'offerta, che è diventato tanto dinamico e magmatico da rendere difficile fotografarlo. Ogni giorno nuove stazioni nascono e muoiono, mentre vanno affermandosi nuovi poli di radio-web.

Ovviamente, l'affinità elettiva fra r. e rete si deve soprattutto alla maggiore praticabilità dello streaming o dello 'scaricamento' di contenuti esclusivamente sonori, in un contesto di diffusione di Internet non ancora pienamente 'a banda larga' (broadband). Quest'affinità, però, si deve anche alla particolare consonanza tra forme di consumo personalizzate e narrowcasting e la r., già emersa nei decenni precedenti.

La diffusione della radiofonia on-line porta con sé ulteriori conseguenze. Legandosi al web, la r. ha la possibilità di connettere l'estremamente locale con il globale, acquisendo in questo modo lo statuto di medium glocale: specifiche r. di comunità possono essere seguite anche all'altro capo dell'emisfero con il semplice ausilio di un personal computer e di un collegamento alla rete. La r. permette così il mantenimento dell'appartenenza e dell'identità a distanza.

L'ultima frontiera della radiofonia on-line è quella del podcasting, che include anche la r. in quel gigantesco processo di ridefinizione della distribuzione della musica dopo l'avvento del digitale, della rete e delle comunità di scambio di file digitali di tipo peer-to-peer. Il podcasting è un sistema che permette di 'scaricare' in modo automatico contributi audio, denominati podcasts, utilizzando un semplice programma disponibile su Internet. Podcasting è un neologismo basato sulla fusione di due parole: iPod (il popolare riproduttore di file audio creato dalla Apple) e broadcasting, che indica la diffusione circolare di contenuti mediali (la tradizionale radiotelevisione). Il podcast scaricato on-line può essere fruito su un qualsiasi terminale: personal computer, palmare, cellulare, lettori di MP3 come iPod e simili.

Per ricevere un podcast sono necessari un qualsiasi supporto connesso a Internet (un PC, ma anche un cellulare di nuova generazione); un client apposito; un abbonamento presso un fornitore di podcast (spesso gratuito). Un podcast funziona alla stregua di un abbonamento a una pubblicazione periodica. Per fruire del podcasting è prima di tutto necessario installare un semplice software gratuito (per es., Juice o Doppler), quindi selezionare i podcasts di interesse. Il software, con la frequenza decisa dall'utente, si collega a Internet e controlla quali audio o video sono stati pubblicati dai siti ai quali si è abbonati: se ne trova di nuovi, li scarica. I podcasts potranno poi essere ascoltati in ogni momento poiché la copia del file, una volta scaricata automaticamente, rimane sul PC dell'abbonato. In tal modo non si rende necessaria alcuna operazione attiva da parte dell'utente. Inoltre, a differenza delle r. sul web in streaming (cioè di flusso), i podcasts non richiedono necessariamente un collegamento a Internet durante la fase di ascolto, ma solo in fase di download: ciò permette di fruire dei podcasts anche off-line o in condizioni di mobilità.

Il podcasting è l'ultima frontiera della radiofonia: molte stazioni e network radiofonici, sia tradizionali sia on-line, hanno iniziato a rendere disponibili, in forma di podcast, i propri contenuti. In questo modo l'ascolto della r. diventa non soltanto on demand, adattandosi ai tempi di fruizione e di vita degli ascoltatori, ma si svincola perfino da piattaforme primariamente destinate all'ascolto della r.: anche solo equipaggiato di un riproduttore di MP3, un ascoltatore può muoversi fra spazi pubblici e privati godendo del proprio flusso radiofonico personalizzato.

bibliografia

A. Grasso, Radio e televisione, Milano 2000.

E. Menduni, Il mondo della radio. Dal transistor a internet, Bologna 2001.

L. Gorman, D. McLean, Media and society in the twentieth century, Malden (Mass.) 2003 (trad. it. Bologna 2005).

Audiradio, Audiradio. Indagine sull'ascolto radiofonico in Italia, 1988 e seguenti.

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