Radetzky, Johann-Joseph-Franz-Karl, conte di Radetz

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Generale austriaco (Třebnice, Boemia, 1766 - Milano 1858). Governatore militare della Lombardia, guidò le truppe austriache (1848-49) contro l'esercito piemontese fino alla vittoria di Novara e all'armistizio di Vignale (1849). Divenuto governatore generale del Lombardo-Veneto represse l'insurrezione del 1853 e perseguitò i patrioti italiani.

Vita e attività

Entrato diciottenne nella carriera militare, partecipò alla guerra contro i Turchi (1788-89) e alle guerre contro la Francia in qualità di ufficiale d'ordinanza del gen. J. P. Beaulieu, e quindi del conte D. S. von Wurmser; alla battaglia di Marengo (1800) era aiutante di campo di M. F. B. Melas; poi (1813-15) fu capo di Stato Maggiore del feldmaresciallo K. Ph. Schwarzenberg. Fece le campagne dal 1813 al 1815, in qualità di capo di Stato maggiore del principe K. Ph. Schwarzenberg, comandante in capo degli eserciti alleati; quindi (1816-28) fu in Ungheria agli ordini del governatore, l'arciduca Ferdinando. Aveva deciso di ritirarsi dal servizio attivo, ottenendo, come generale di cavalleria, il comando della fortezza d'Olmütz (Olomouc), quando, allo scoppio della rivoluzione nell'Italia centrale (febbr. 1831), fu destinato a sostituire J. M. Frimont nel comando dell'esercito austriaco dislocato in Lombardia. Convinto che i moti del 1831 sarebbero stati il prologo di una guerra, prevedendo che la rivoluzione del '31 e i susseguenti moti insurrezionali che agitavano l'Italia costituivano i prodromi di una guerra a breve scadenza, promosse i lavori di fortificazione di Verona, provvide al miglioramento delle fortificazioni imperiali in Italia e al rafforzamento dell'esercito. Feldmaresciallo (1836), era governatore militare della Lombardia quando scoppiò (1848) la rivoluzione a Milano, per cui R. fu costretto ad abbandonare la capitale lombarda e a rifugiarsi entro Verona, dopo di aver messo a ferro e a fuoco i paesi in cui gl'insorti gli contrastavano la ritirata. Guidò le operazioni del 1848-49 contro l'esercito piemontese fino alla vittoria decisiva di Novara (23 marzo 1849) e all'armistizio di Vignale (26 marzo). Dopo la vittoria, nominato governatore generale del Lombardo-Veneto, amministrò il paese con severità, reprimendo il moto insurrezionale del 6 febbr. 1853 e perseguitando duramente i patrioti italiani. Collocato a riposo (1857) allorché Francesco Giuseppe decise di sostituirlo col fratello Massimiliano, morì poco dopo. Lasciò alcuni scritti di carattere tecnico.

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