Rabbia

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Malattia infettiva (detta anche idrofobia) provocata da un virus che determina un’encefalite a esito letale, e che può colpire, oltre l’Uomo, praticamente tutti i Mammiferi terrestri; come serbatoi di virus per l’Uomo sono particolarmente pericolosi fra gli animali domestici i cani, fra gli animali selvaggi i lupi e le volpi (r. silvestre). Il virus è presente nella saliva degli animali infetti ed è trasmesso di solito con la morsicatura: dal punto di inoculo, seguendo il cilindrasse delle fibre nervose, raggiunge l’encefalo (il periodo d’incubazione della malattia è perciò tanto più breve quanto più l’inoculazione è avvenuta vicino all’encefalo: testa, collo, braccia ecc.). Nell’encefalo il virus determina le lesioni tipiche dell’encefalite e la formazione di particolari inclusioni nel citoplasma delle cellule piramidali (corpi del Negri). Sempre attraverso le vie nervose, il virus viene poi eliminato con la saliva, che è già infettante qualche giorno prima che la malattia si manifesti. La r. è molto rara nell’Uomo, grazie alla rigorosa profilassi, realizzata in quasi tutti i paesi civilizzati (registrazione dei cani, vaccinazione obbligatoria, obbligo della museruola, isolamento e osservazione degli animali sospetti, soppressione degli animali malati ecc.).

Il virus della r. misura circa un decimillesimo di millimetro: i ceppi isolati da animali infetti possono presentare gradi diversi di virulenza e sono indicati col termine generico di virus da strada.

Nell’Uomo, il periodo di incubazione della malattia dura da 20 a 90 giorni; dopo un breve periodo prodromico con presenza di disturbi mal definiti (astenia, cefalea, insonnia), si giunge al periodo eccitativo (r. furiosa o fase neurologica acuta) che presenta un quadro drammatico, con iperestesia, vomito, aerofobia (conseguente a uno spasmo delle vie respiratorie) e idrofobia (che si manifesta con uno spasmo faringo-laringeo ed è scatenata dalla vista o dal rumore dell’acqua). La morte sopravviene spesso in questo periodo; qualche volta invece è preceduta da collasso, cianosi, paralisi; in taluni casi, infine, il periodo eccitativo manca o è molto breve, e il decorso della malattia è caratterizzato dal collasso e dalla paralisi (r. paralitica). Negli animali la r. decorre con sintomatologia analoga: mancano i due sintomi più caratteristici della r. umana, e cioè l’aerofobia e l’idrofobia.

Poiché non esiste una terapia efficace che permetta di combattere la malattia conclamata, oltre alla profilassi ha una grandissima importanza la vaccinazione tempestiva delle persone morsicate da animali affetti da rabbia. La vaccinazione postesposizione ha lo scopo di stimolare una risposta immunitaria efficace prima che il virus esprima il suo potere patogeno raggiungendo il sistema nervoso centrale. La vaccinazione antirabbica si pratica anche, con fine preventivo, nei soggetti esposti per ragioni professionali al rischio di contagio. L’impiego di immunoglobuline specifiche con anticorpi antirabbici è associato alla schedula vaccinale con lo scopo di ritardare il periodo di incubazione della r. dopo esposizione del paziente.

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