PURITANI

Enciclopedia Italiana (1935)

PURITANI (ingl. Puritans)


Questo nome, suscettibile di essere inteso in maniera più o meno lata, pare incominciasse ad essere usato in Inghilterra, per indicare un partito religioso, circa il 1560 (secondo Th. Fuller, nel 1564). Esso propriamente designa quel gruppo di ecclesiastici e di laici che, nell'interno dell'anglicanismo, aspiravano a dare alla chiesa nazionale inglese un carattere e un assetto più strettamente conforme ai principî della Riforma, specie a quelli sostenuti da Calvino e applicati a Ginevra. Il "rigorismo" di costoro fece sì che il termine, in origine nomignolo sarcastico dato loro dagli avversarî, fosse usato per designare chiunque vivesse secondo principî morali e religiosi più rigidi: il che dimostra come questa severità fosse l'aspetto del movimento che richiamò, e richiama, più fortemente l'attenzione degli estranei.

Lo sviluppo di questo movimento si può racchiudere, quanto a limiti cronologici, tra l'atto di uniformità di Elisabetta (1559) e quello di Carlo II (1662). Prima, si hanno le discussioni e le lotte che accompagnano i tentativi di organizzare la chiesa anglicana di Enrico VIII e di Edoardo VI; dopo, la graduale scomparsa del movimento, i cui seguaci o furono riassorbiti nella chiesa ufficiale o, in maggior numero, andarono ad alimentare le varie chiese nonconformiste. Ma, sotto questo aspetto, conviene soggiungere che un certo lievito puritano rimase attivo nella comunione anglicana per tutti i secoli XVIII e XIX: e si manifestò, almeno in parte, e in maniere talvolta difformi dall'indirizzo originale, nel cosiddetto evangelismo, nella predicazione dei Wesley, ecc. Tra quei due limiti cronologici stanno le controversie intorno al Book of Common Prayer (v. preghiere comuni, libro delle), intorno ai problemi fondamentali della teologia e della politica, e la rivoluzione. In questo senso si può dire che il puritanismo fu uno dei più attivi e vivaci fermenti nello sviluppo spirituale dell'Inghilterra; a quelle lotte sono legati i nomi di R. Baxter e di T. Cartwright, da una parte, di R. Hooker e, indirettamente, di Hobbes; nella letteratura, basterà ricordare Bunyan e Milton. E quando, dopo il 1662, i puritani dovettero pensare a provvedersi di scuole, diedero essi, nei loro istituti privati, un vivace impulso a nuovi indirizzi pedagogici, accogliendo tra l'altro le dottrine del Comenius. Particolarmente efficace sotto questo aspetto fu l'opera dei puritani nelle colonie dell'America Settentrionale; mentre il contributo recato dal calvinismo alla formazione del mondo moderno e della sua struttura economico-sociale è stato da studî recenti posto in piena luce.

Bibl.: H. G. Wood, in Hastings, Encyclopaedia of Religion and Ethics, X, pp. 507-515; v. anche: anglicana, comunione; calvinismo; congregazionalismo; cromwell; inghilterra: Storia; ecc.

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