Puigdemont i Casamajó, Carles

Enciclopedia on line

Puigdemont i Casamajó, Carles. – Uomo politico e giornalista spagnolo (n. Amer 1962). Collaboratore del quotidiano El Punt dal 1982, direttore dell'Agencia catalana de notícies (1999-2002) e del quotidiano Catalonia Today (2004-2006), ha lasciato la professione giornalistica nel 2006 per dedicarsi interamente alla carriera politica; eletto in Parlamento nelle fila della federazione indipendentista Convergència i Unió, è stato sindaco di Gerona (2011-16). Attualmente membro del partito Convergencia democrática de Cataluña, nel gennaio 2016 è subentrato ad A. Mas nella carica di presidente della Generalitat. Acceso sostenitore della causa separatista, la linea decisa dall'esecutivo di cui è a capo ha portato all'indizione del referendum sull'indipendenza della Catalogna, dichiarato illeggittimo dalla Corte costituzionale spagnola e tenutosi nell'ottobre 2017; il voto, svoltosi regolarmente nonostante le severe misure repressive attuate dal governo nazionale, ha espresso un amplissimo consenso alla scissione (90%). Nei giorni successivi P. ha firmato la dichiarazione di indipendenza, sospendendola subito dopo per aprire il dialogo con il governo nazionale, cui il premier Rajoy ha risposto con fermezza, attivando le procedure per l'applicazione dell'articolo 155 della Costituzione, che prevede il commissariamento e il passaggio a Madrid delle competenze della Generalitat. Il 27 ottobre il Parlamento catalano ha approvato a scrutinio segreto la risoluzione che dichiara l’indipendenza dalla Spagna e la costituzione della Repubblica catalana come "stato indipendente e sovrano di diritto democratico e sociale";  a seguito di tale atto, nello stesso giorno Rajoy ha destituito P. - del quale ha assunto la carica delegandola alla vicepremier S. Sáenz de Santamaría - e indetto nuove elezioni per il mese di dicembre. Accusato con altri membri del governo regionale di ribellione, sedizione e malversazione, l'uomo politico si è trasferito in Belgio, dove è stato raggiunto da un mandato di arresto europeo, poi ritirato dalla Corte suprema spagnola. Le consultazioni regionali svoltesi nel dicembre successivo hanno comunque registrato la vittoria del fronte indipendentista composto dalle liste ERC (Esquerra Republicana de Catalunya), JuntsxCat (Junts per Catalunya) dell’ex presidente e CUP (Candidatura d'Unitat Popular), che ha riconquistato insieme la maggioranza assoluta, con 70 seggi su 135 nel nuovo Parlamento di Barcellona, mentre i partiti unionisti CS (Ciudadanos), Partit dels Socialistes (PS) e PP (Partido Popular) hanno ottenuto complessivamente 57 seggi. Nel marzo 2018, colpito da un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità spagnole, P. è stato fermato e incarcerato in Germania, poi rilasciato in regime di libertà condizionata; nel maggio successivo gli è subentrato nella carica di presidente della Generalit Q. Torra. Candidatosi alle elezioni europee del maggio 2019 come capolista di JuntsxCat, l'uomo politico è stato eletto al Parlamento di Strasburgo, lo stesso che nel marzo 2021 ha votato a larga maggioranza la revoca della sua immunità; nel settembre dello stesso anno l'ex presidente è stato arrestato in Italia con l'accusa di reati contro l'ordine e la sicurezza pubblica nazionale, poi rilasciato senza alcuna misura cautelare. Nel luglio 2023, a ridosso delle consultazioni legislative anticipate, la procura della Corte Suprema ha chiesto l'emissione di un mandato di arresto e di detenzione e un mandato di arresto europeo e internazionale per l’ex presidente catalano, il cui ruolo potrebbe essere decisivo nella costituzione di una nuova maggioranza di governo; nel novembre 2023 il partito JuntsxCat ha raggiunto un accordo di governo - che prevede anche un'amnistia a favore degli indipendentisti con cause penali aperte - con il PSOE di P. Sánchez.

CATEGORIE
TAG

Misura cautelare

Strasburgo

Barcellona

Referendum

Amnistia