PSITO

Enciclopedia Italiana (1935)

PSITO (Ψίνϑος)

Agostino Gaibi

Villaggio nell'isola di Rodi, posto a 270 m. s. m., in una conca, 27,9 km. a SO. di Rodi; ha 561 ab.

Dopo lo sbarco del corpo di spedizione italiano nell'isola di Rodi (4 maggio 1912) il presidio turco dell'isola, comprendente un migliaio di uomini con 6 cannoni, evitando uno scontro con le truppe italiane evacuò nella notte sul 5 maggio la città di Rodi e si ritirò nell'interno nei pressi di Psito allo scopo di organizzarvi la resistenza.

Occupato il capoluogo dell'isola (5 maggio) e sistematavi la base, il generale G. Ameglio, comandante del corpo di spedizione, decise di muovere contro il nemico per batterlo e catturarlo. Allo scopo di evitare che i Turchi, ritirandosi davanti alle truppe italiane, prolungassero la difesa con resistenze successive o si frazionassero in bande per condurre la guerriglia, il comandante italiano stabilì di accerchiarli. A tale scopo la sera del 15 maggio gl'Italiani mossero improvvisamente su tre colonne con obiettivo Psito: quella principale, al comando del gen. Ameglio, dalla base di Rodi marciò per via di terra seguendo l'itinerario Asguro-Afando; le altre due furono sbarcate nella stessa notte, l'una nella baia di Calavarda, l'altra nella baia di Malona, sulle opposte sponde dell'isola, e proseguirono sull'obiettivo, seguendo rispettivamente l'itinerario Calavarda-Calòpetra e Malona-Platania-Arcipoli. Alle 9 del giorno 16 le tre colonne, effettuato il collegamento, mossero all'attacco. I Turchi tentarono a più riprese di aprirsi un varco verso la costa in direzione di Calòpetra, ma furono respinti dalla colonna nord (4° bersaglieri). Incalzati sulla fronte e sui fianchi dalle truppe italiane, dopo vigorosa resistenza ripiegarono verso Marizzà e nella notte chiesero di arrendersi. Il mattino successivo infatti il comandante turco con 33 ufficiali e 950 soldati si costituì prigioniero. Altri pochi dispersi si presentarono nei giorni successivi. Furono catturati inoltre 6 cannoni e 750 fucili. Le perdite degl'Italiani furono di 9 morti (fra cui il ten. Ponzio del 4° bersaglieri) e di una ventina di feriti.