PRUMATHE

Enciclopedia dell' Arte Antica (1965)

PRUMATHE

S. de Marinis

Nome etrusco di Prometeo su due specchi etruschi (Gerhard, Etr. Sp.), databili al principio del III sec. a. C.

In ambedue gli esemplari è rappresentata, in maniera molto sommaria e convenzionale, la liberazione di Prometeo ad opera di Hercle (Eracle); P., che appare seduto al centro, è stato appena slegato dalla roccia, ed è ancora sostenuto per le braccia dai suoi liberatori; Hercle che è indicato con l'appellativo grecizzante di Calanice (Καλλίνικος); e un'altra figura, giovanile, che sarà da interpretare piuttosto come Iolao (Mansuelli) che come Apollo (Körte). L'uccello rapace, strumento della tortura di P., giace a terra abbattuto. Nell'altro specchio, P. appare ancora legato, affiancato, come nell'altro esemplare, da Hercle e da un altro personaggio che in questo caso è invece Castur. Non c'è azione e la scena ha l'aspetto generico della cosiddetta "conversazione".

Bibl.: E. Gerhard-G. Körte, Etr. Spiegel, Berlino 1884-97, III, pp. 131; 133, tavv. CXXXVIII, i, CXXXIX, i; C. Pauli, in Roscher, III, 2, 1902-7, c. 3190 s., s. v.; G. A. Mansuelli, in St. Etr., XX, 1948-9, p. 77; V. Gebhard, in Pauly-Wissowa, XXIII, i, 1958, c. 1071, s. v.

(S. De Marinis)