Prostaglandina

Dizionario di Medicina (2010)

prostaglandina


Acido grasso a 20 atomi di carbonio, la cui struttura di base è quella dell’acido prostanoico, con un ciclopentano e due catene laterali idrocarburiche. Le p. (in sigla, PG) sono prodotte ubiquitariamente nell’organismo e hanno funzione e attività biologiche diverse, con effetti di tipo ormonale, sia fisiologici che farmacologici. Tutte le p. hanno azione ipotensiva più o meno forte e possono influenzare la contrazione della muscolatura liscia. Le p. si formano attraverso una complessa serie di reazioni con l’intervento di numerosi enzimi (cicloossigenasi, lipoossigenasi, p. sintetasi, ecc.); le p. rappresentano uno dei possibili prodotti di trasformazione metaboliche degli acidi grassi associati ai fosfolipidi delle membrane cellulari; altri derivati molto simili sono i trombossani e i leucotrieni.

Classificazione

Le p. sono suddivise in classi o serie, indicate con le lettere dalla A alla I, in base alle diverse caratteristiche dei sostituenti chimici sull’anello del ciclopentano (PGA, PGB, PGC, ecc.); il numero di doppi legami (grado di insaturazione) è indicato da un numero arabo posto in basso a destra (PGD2, PGE1, ecc.); infine, le lettere α e β indicano se i gruppi ossidrili interni alla catena sono in posizione cis o trans rispetto al gruppo carbossilico terminale (PGF2α, ecc.). Nell’uomo sono più abbondanti le p. di sottoclasse 2, derivanti dall’acido arachidonico, che sono quelle di maggior interesse clinico.

Funzioni

Le p. possono interagire con recettori specifici posti sul lato interno della membrana cellulare o sugli organelli cellulari, svolgendo un’attività autocrina. Alternativamente, possono essere liberate nel mezzo extracellulare e interagire con le cellule vicine, svolgendo in questo caso un’azione paracrina. Solo alcune p., per es., le prostacicline, hanno attività endocrina, cioè sono in grado di agire su cellule o tessuti bersaglio distanti dal loro luogo di sintesi.

Applicazioni terapeutiche

Le p. sono impiegate in un vasto numero di sintomatologie e patologie. Oltre all’azione antitrombotica, permettono una costante vasodilatazione in situazioni di ipertensione arteriosa, nelle malattie vascolari periferiche e nelle arteriopatie obliteranti; sono utili nella cura dell’asma bronchiale, hanno un effetto protettivo sulla mucosa gastrica e vengono utilizzate nell’induzione del travaglio, in quanto avviano le contrazioni uterine e permettono l’espulsione della placenta. Possono dar luogo ad azioni contrastanti tra loro: per es., le PGF provocano un forte broncospasmo a differenza delle PGE1 e PGE2, potenti broncodilatatori. La coesistenza nello stesso tessuto o organo di p. con diverse attività, spesso opposte, fa ritenere che queste formino uno dei sistemi endogeni di autoregolazione; per questo sono annoverate tra le sostanze definite autacoidi (o principi autofarmacologici).

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