PROPIZIAZIONE

Enciclopedia Italiana (1935)

PROPIZIAZIONE (lat. propitiatio; gr. ἱλαστήριον)

Nicola Turchi

È il placamento della divinità che si ottiene mediante un dono, una preghiera, un sacrifizio (propitiatio est placatio, sacrum ad placandum institutum: Macrobio, In somn. Scip., I, 7, 2).

Sotto questo nome vanno quindi comprese tutte le cerimonie di carattere espiatorio (piacula, lustrationes, ϕαρμαποί) che riassicurano all'individuo o al gruppo umano la benevolenza e la protezione degli dei. Si capisce che tra queste cerimonie espiatorie la più efficace è costituita dal sacrifizio (v.).

Come parola di significato sacrale, propiziazione risale all'ebraico kappõreth, di cui nei Settanta il greco ἱλασμός, ἱλαστήριον, è traduzione; il kappõreth, o propiziatorio, era la lastra rettangolare d'oro incastrata sul coperchio dell'arca dell'alleanza, sulla quale Jahvè riposava come su "trono di grazia" e che veniva spruzzata con il sangue delle vittime sacrificate (v. arca). Da questo senso liturgico il vocabolo passò in S. Paolo (Romani, III, 25), ad esprimere il concetto soteriologico di Gesù inviato dal Padre "come mezzo di propiziazione mediante la fede nel suo sangue".