PROLASSO

Enciclopedia Italiana (1935)

PROLASSO (dal lat. prolapsus "caduta")

Mario Donati

Si dà questo nome alla fuoruscita d'un viscere o d'una parte di esso dalla cavità in cui è contenuto attraverso un'apertura sia naturale (vagina, ano, meato urinario), sia artificiale (ferite penetranti in cavità).

Nel prolasso viscerale, che consegue a lesioni traumatiche, la fuoriuscita di visceri attraverso le ferite sia della parete cranica, sia della parete toracica, sia di quella addominale è in rapporto con l'estensione della ferita, con la sua sede e natura. Si può parlare così di prolasso traumatico del cervello, del polmone, dell'omento, della milza, dell'intestino, ecc. In tutti questi casi il prolasso può essere completo, quando il viscere o una porzione di viscere si presenta all'esterno; incompleto o parietale, quando invece il viscere, pur fuoruscito dalla sua cavità, non appare all'esterno. Visceri prolassati possono spontaneamente ridursi, o prendere aderenze ai bordi della ferita, o rimanere da questi strozzati, per poi eliminarsi con cancrena. L'infezione della cavità è la regola, quando non si intervenga in tempo.

Fra i prolassi non traumatici sono da ricordare il prolasso del retto (v.) che può essere parziale (della mucosa) o completo. Questo prolasso completo viene poi distinto in prolasso dell'ano e del retto, e in prolasso del solo retto, perché la porzione anale e anche il retto perineale restano a posto. V'è poi una varietà di prolasso detto retto-colico, o prolasso del colon invaginato, che va considerato come una vera e propria invaginazione intestinale. Altri prolassi importanti sono quelli della mucosa dell'uretra e soprattutto il prolasso dei genitali della donna, caratterizzato dall'abbassamento dell'utero e della vagina, che tendono a fare sporgenza al di fuori della vulva. Quando il prolasso interessa soltanto le pareti vaginali, assume il nome di cistocele se interessa la parete anteriore, di rettocele se interessa la posteriore. Quanto poi al prolasso dell'utero, che abitualmente succede al prolasso vaginale, si distinguono generalmente tre gradi: un primo grado quando l'utero è abbassato, ma il collo resta ancora nell'interno della vagina, un secondo grado, in cui il collo sporge dalla vulva, e un terzo grado in cui tutto il viscere sporge all'esterno.

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