Produzione aggregata

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

produzione aggregata

Tiziana Assenza

Misura dell’attività produttiva a livello macroeconomico, ossia dell’economia nel suo complesso (➔ anche domanda aggregata). La produzione lorda di un Paese è la somma del valore di mercato di tutti i beni e servizi (intermedi e finali). Se si utilizzasse questa come indicatore dell’attività macroeconomica, tuttavia, la p. a. verrebbe sovrastimata a causa del doppio conteggio dei beni intermedi. Occorre quindi utilizzare il Prodotto Interno Lordo (➔ PIL ), ovvero solo il valore di mercato di quelli finali realizzati e forniti all’interno di un Paese in un dato periodo di tempo (per es., un anno), al lordo dell’ammortamento. Il PIL nominale, inoltre, deve essere deflazionato in modo da ottenere il PIL in termini reali (o a prezzi costanti), che è la misura appropriata della p. aggregata.

La funzione di produzione aggregata

La necessità di analizzare il sistema produttivo a livello aggregato pone il problema di definire una funzione di produzione non solo a livello di singola impresa, ma riferita all’economia nel suo complesso. Si definisce quindi la funzione di p. a., secondo la quale il livello di output complessivo (Y) – che altro non è che il PIL reale – è funzione dei fattori produttivi, capitale (K) e lavoro (L) aggregati impiegati, e di una variabile che misura lo stato della tecnologia (produttività totale dei fattori, A), ossia: Y=Af(K,L).

Una delle forme funzionali che viene utilizzata più spesso è la funzione Cobb-Douglas (CD, ➔ Cobb Douglas, funzione di), definita dalla relazione Y=AKαLβ con α>0, β>0. Questa può esibire 3 diverse tipologie di rendimenti di scala. Se α+β=1 (cioè β=1−α), si hanno rendimenti di scala costanti, ossia una data variazione percentuale nell’utilizzo di ciascuno e di tutti i fattori produttivi implica una identica variazione percentuale della produzione aggregata. Se α+β>1, la funzione di produzione è a rendimenti di scala crescenti, ovvero se i fattori aumentano (diminuiscono) tutti nella stessa proporzione, allora la produzione aumenta (diminuisce) più che proporzionalmente. Infine, se α+β<1, si è in presenza di rendimenti di scala decrescenti: in altre parole se i singoli input aumentano (diminuiscono) in percentuale identica allora la produzione aumenta (diminuisce) meno che proporzionalmente. La funzione di p. a. non è altro che una rappresentazione della tecnologia dell’intera economia.

Varianti della funzione CD sono state utilizzate (R. Lucas, On the mechanics of economic development, «Journal of Monetary Economics», 1988, 22, 1) per descrivere l’influenza del capitale umano sulla p. a.: Y=Kα(hL)1−α, dove h esprime il capitale umano pro capite, che dipende dal tempo speso ad accumulare conoscenze e capacità lavorativa (istruzione). Politiche capaci di accrescere l’investimento in istruzione hanno l’effetto di innalzare il tasso di crescita della p. a. e del prodotto per lavoratore: se tale incremento è permanente, anche il risultato è duraturo.

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