POTSDAM

Enciclopedia Italiana (1935)

POTSDAM (A. T., 53-54-55)

Elio MIGLIORINI
Hans MOHLE
Walter HOLTZMANN
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Città della Germania, posta a breve distanza da Berlino (26 km. a SO.), in mezzo a boschi e a laghi, a 30 m. s. m., presso le rive del fiume Havel (affluente navigabile dell'Elba). Centro d'origine slava, crebbe per volere di Federico il Grande, che la prescelse per sua dimora, mentre i suoi successori la predilessero come residenza estiva. Il Havel a a monte e a valle della città s'allarga notevolmente e forma dei laghi nei quali si specchiano le colline dei dintorni, coperte da bei boschi color verde scuro, tra i qualî spuntano villette e castelli. Il palazzo del grande elettore (Stadt-Schloss) è stato costruito al centro della città, presso il ponte sul Havel. Attorno è la parte più antica di Potsdam, la quale è cinta da mura ed è formata da un'isola (Potsdamer Werder) del Havel e dalle zone vicine. Alla periferia sono cresciuti quattro sobborghi, a S. al di là del Havel, il Teltower Vorstadt, a N., presso le rive del Heiliger See il Berliner Vorstadt, a NO. il Nauener Vorstadt e a O. il Brandeburger Vorstadt; ancora più ad occidente è il famoso parco di Sanssouci, con il castello d'egual nome, il Palazzo Nuovo e l'Orangerie. Il comune di Potsdam copre ora una superficie di 30,53 kmq. e conta (1933) 73.636 abitanti (di cui 4 mila cattolici e gli altri protestanti) con un aumento del 9,2% rispetto alla popolazione del 1925.

A mezzogiorno del Teltower Vorstadt presso il Brauhaus Berg (m. 88), si trova l'istituto geodetico e l'osservatorio meteorologico e magnetico.

Nell'anteguerra, come seconda residenza della corte imperiale, Potsdam era in prevalenza un centro amministrativo e militare, con numerose caserme, semplici e solide, che dànno alla città un' impronta caratteristica; ora è soggiorno di pensionati e di forestieri. L'industria vi ha poca importanza e così il commercio.

Monumenti. - La città coi suoi castelli e giardini reali, è l'espressione prussiana più pura nell'arte e nella cultura tedesca, che impone su ogni ricchezza decorativa quasi un riflesso di disciplina. Nella chiesa di corte, eretta da Ph. Gerlach (1731-1735), con bella torre campanaria, sono sepolti Federico Guglielmo I e Federico il Grande, i due re che diedero a Potsdam il suo carattere architettonico. Il nucleo più antico del castello di città è costituito da una costruzione del secolo XVII inoltrato, cui appartiene la sala di marmo con le decorazioni in stucco di Andreas Schlüter. Federico il Grande fece rimaneggiare e ampliare il castello da J. Boumann e da A. Krüger secondo progetti di G. W. di Knobelsdorf. La decorazione del quartiere di Federico il Grande, del miglior stile rococò prussiano, è dovuta a I. A. Nahl, a I. Ch. Hoppenhaupt e ad altri. La scuderia, con gruppi di cavalli di I. G. Glume, fu eretta nel 1675 da A. Nering per aranciera e ricostruita nel 1746 dal Knobelsdorf. Sul Mercato Vecchio, il palazzo comunale è di I. Boumann (1753); l'obelisco è del Knobelsdorf, autore pure della casa del comandante della guardia del corpo, di nobile architettura. C. G. Langhans autore della porta brandeburghese a Berlino, eresse nel 1795 l'originale edificio del teatro, K. v. Gontard nel 1777 l'imponente e semplice orfanotrofio militare. Dello Schinkel sono il casino e la scuola dei sottufficiali. Le strade dei secoli XVIII e XIX sono rimaste in buona parte intatte. Nel quartiere settentrionale restano numerose case, del periodo sobrio e un poco arido di Federico Guglielmo I, il quale fece pure costruire il "quartiere olandese", coi suoi frontoni rossi. Le strade più belle dell'epoca di Federico il Grande sono le Breite, Hoditz e Französische Strasse. Nel 1740-1760 furono costruiti numerosi palazzi in stile italiano (ad es., il palazzo Barberini sul. Mercato Vecchio). Dal 1765 circa, l'architettura civile sotto l'azione del Gontard prese un carattere più originale, improntato allo stile neoclassico iniziale. Tra le porte della città notevoli soprattutto la porta brandeburghese (1770) di Unger e quella di Neustadt (1753), progettata dallo Knobelsdorf.

Il più bello dei castelli e padiglioni sparsi nel magnifico parco di Potsdam è senza dubbio Sanssouci, che Federico il Grande fece costruire secondo i proprî progetti e quelli di Knobelsdorf da J. Boumann, dal Büring e dal Hildebrand. Le opere di decorazione plastica sono di I. G. Glume, I. A. Nahl ed altri. Nell'interno il rococò ha forma di squisita bellezza nella biblioteca, rivestita di tarsie lignee, col busto antico di Omero, e nella stanza di Voltaire. Nelle gallerie del corridoio si trovano ottimi dipinti di Watteau, di Lancret, ecc. La galleria di quadri, costruita dal Büring (1756-60) vicino al castello, conserva ancora qualche buon dipinto di Rubens e della sua scuola; ma la maggior parte delle pitture raccolte da Federico il Grande sono ora nelle gallerie di Berlino. Per il parco disegnato dallo Knobelsdorf, il Büring eresse nel 1756 il pittoresco padiglione cinese. Vanno inoltre ricordate la grotta di Nettuno (1754) e le sculture francesi in marmo intorno alla grande fontana. Il grande Palazzo Nuovo, con numerosi e sontuosi ambienti e sale da feste in tardo stile rococò fu fatto costruire da Federico il Grande (1763-66): è del Büring e del Manger. Il suo esterno, nelle zone alternate di arenaria e di mattoni, mostra l'influsso olandese classicheggiante. Gli edifici cosiddetti Communs dietro il Palazzo Nuovo furono costruiti dal Gontard nel 1769 e preludono al classicismo tedesco.

Una delle opere più elette del classicismo prussiano è il castello Charlottenhof (1826) col vicino Bagno romano (1835), eretto dallo Schinkel. Il carattere romantico del sec. XIX si manifesta nella chiesa della Pace (1843-54), costruita da L. Persius, F. A. Stüler e L. F. Hesse ad imitazione d'una basilica cristiana; nell'interno notevole il musaico (1108) dell'abside, proveniente dalla chiesa di S. Cipriano di Murano e trasportatovi nel 1836, e il mausoleo dell'imperatore Federico. Sulla sponda sinistra del Havel s'innalza il castello Klein-Glienicke, costruito nel 1678 e trasformato nel 1826 dallo Schinkel, dirimpetto al castello Neubabelsberg costruito nel 1834-44 per l'imperatore Guglielmo I in stile neogotico. Il Palazzo di marmo nel Giardino Nuovo, sede prediletta di Federico Guglielmo II, fu iniziato dal Gontard nel 1787 e, dal 1790, continuato da C. G. Langhans. Lo stesso imperatore fece pure erigere la palazzina romantica nell'isola dei pavoni col suo bell'arredamento di stile classicheggiante. (V. tavv. XXV e XXVI).

Storia. - Potsdam viene generalmente identificata con il locus Poztupimi donato nel 993 da Ottone III al monastero femminile di Quedlinburg; tuttavia l'identificazione è incerta, poiché la prima notizia documentaria della località risale solo al 1314. Nell'anno 1375 viene menzionato un castello in Potsdam; nello stesso anno l'abitato deve aver assunto l'aspetto di una piccola città. La località assunse una certa importanza solo quando l'elettore Gioacchino Federico di Prussia designò il vecchio castello a residenza della consorte Caterina e il grande elettore iniziò la costruzione dell'attuale castello cittadino. Da allora in poi Potsdam fu la residenza prediletta della dinastia dei Hohenzollern.

L'editto di Potsdam. - Emanato l'8 novembre 1685 dal grande elettore di Brandeburgo, Federico Guglielmo, esso aprì le porte dei dominî dell'elettore a tutti i calvinisti francesi cacciati dalla loro patria in seguito alla revoca dell'editto di Nantes, stabilendo che essi avrebbero trovato "sicuro e libero rifugio" nello stato brandeburghese, e accordando loro ampie promesse e facilitazioni. Già nel 1687, infatti, il numero dei Francesi immigrati nel Brandeburgo saliva a 20.000: e le conseguenze dell'editto per la storia prussiana furono profonde e durature, particolarmente per quanto concerne lo sviluppo industriale che da quell'ondata immigratoria ricevette decisivo impulso.

L'accordo di Potsdam. - Durante la visita fatta dallo zar di Russia Nicola II all'imperatore di Germania Guglielmo II il 4 e 5 novembre 1910, a Potsdam, furono gettate le basi di un accordo che fu firmato il 19 agosto 1911 a Pietroburgo. Per esso, la Germania s'impegnava a che la grande ferrovia di Baghdād, in progetto a opera tedesca, non avrebbe avuto che una sola diramazione verso la Persia, e non avrebbe oltrepassato Khāniqīr e che la Persia settentrionale sarebbe stata lasciata dalla Germania all'influenza russa. La Germania cercava così di riavvicinarsi alla Russia dopo la crisi della Bosnia-Erzegovina; la Russia a sua volta, nuovamente inquieta di trame inglesi nel bacino mesopotamico, accettava le offerte tedesche. L'accordo di Potsdam, presto noto per indiscrezioni, parve segnare una crisi nella Triplice Intesa: ma presto gli eventi fecero perdere valore anche a questo nuovo tentativo di riavvicinamento russo-tedesco.

Il Consiglio della corona di Potsdam. - Fu detto, già nel periodo della guerra mondiale e poi nelle discussioni polemiche del dopoguerra, che il 5 luglio 1914 si sarebbe riunito a Potsdam un Gran Consiglio della Corona, sotto la presidenza dell'imperatore Guglielmo II e con la partecipazione delle più alte autorità politiche, militari ed economiche della Germania (secondo alcuni sarebbero intervenuti persino uomini di stato austriaci): in esso si sarebbero presi provvedimenti in vista dello scoppio della guerra ormai preventivata e voluta dai capi tedeschi. Questa notizia, riferita da personalità tedesche e largamente diffusa all'estero, ebbe profonde ripercussioni specialmente nell'opinione pubblica nord-americana; e parve costituire una delle prove massime della responsabilità della Germania nello scoppio della guerra mondiale.

Ma studî più serî e più equilibrati hanno poi scartato senz'altro questa, che è da considerarsi una leggenda. L'imperatore Guglielmo II, a cui il 5 luglio stesso l'ambasciatore austriaco aveva presentato il memoriale austriaco e la lettera di Francesco Giuseppe sull'azione che il governo austriaco intendeva svolgere contro la Serbia, ebbe bensì il 5 e 6 luglio, colloquî separati con i capi politici e militari, per intrattenerli sulla situazione: ma non vi fu nessun Consiglio della corona, quei colloquî non ebbero il tono "guerrafondaio" ehe la leggenda attribuì al Consiglio della corona, né s'iniziarono i preparativi per la guerra mondiale.

Bibl.: G. Sello, Potsdam und Sanssouci, Breslavia 1889; K. F. Nowack, Sanssouci, Lipsia 1908; C. Gurlitt, Potsdam, Berlino 1909; E. Cohn-Wiener, Potsdam seine königl. Schlössern u. Gärten, Berlino 1912; O. Zieler, Potsdam, ein Stadtbild des 18. Jahrhunderts, Berlino 1913; H. Kania, Potsdamer Baukunst, Potsdam 1915; F. Stahl, Potsdam, eine Biographie, Berlino 1917; H. Schmitz, Das Marmorpalais bei Potsdam und das Schlösschen auf der Pfaueninsel, Berlino 1921; Möller v. d. Bruck, Der preussische Stil, Berlino 1922; M. v. Bochn, Potsdam, Berlino 1924; P. G. Hübner, Schloss Sanssouci, Berlino 1926; B. Meier, Potsdam, Berlino 1926; H. Schmitz, Preussische Königschlösser, Monaco-Berlino-Vienna 1926; E. Henschel-Simon, Die Bildergalerie von Sanssouci, Berlino 1930; M. Hürlimann, Die Residenzstadt Potsdam, Berlino 1933.

Sul Consiglio della Corona, a Potsdam, cfr. S. B. Fay, Les origines de la guerre mondiale, trad. franc., Parigi 1931, II, pp. 148-62, e 180-96. V. anche P. Renouvin, Les origines immédiates de la guerre, Parigi 1925, pp. 21-27.