PORTOGALLO

Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)

PORTOGALLO (XXVIII, p. 32).- Storia (p. 42)

Guido GIGLI
Alberto BALDINI
Carlo DE ANGELIS
Anna Maria RATTI
Pino FORTINI

Il dominio secolare di una monarchia scarsamente pensosa dell'interesse e dell'educazione del paese, aveva favorito l'egoismo e la noncuranza, le lotte politiche quasi sempre a base di rivalità, i pronunciamenti di ufficiali soprannumerarî e di soldati malcontenti dell'avanzamento o del soldo, le camarillas che da Lisbona sapevano "lavorare" costantemente le elezioni per assicurarsi la necessaria maggioranza di governo. Così si spiega la debolezza della vita politica portoghese sotto la monarchia e la repubblica. La repubblica, prima e dopo la guerra mondiale, aveva dovuto combattere contro il clero e i realisti, contro i repubblicani più accesi, i socialisti, i sindacalisti e gli anarchici. In queste condizioni era inevitabile che il Portogallo passasse da una dittatura all'altra, senza poter mai raggiungere una stabilità di governo che assicurasse il funzionamento legale di un qualunque regime.

Già prima della rivoluzione nazionale del 28 maggio 1926 vi erano stati dei movimenti precursori di protesta contro questo stato anormale di cose, come quello del 5 dicembre 1917 di Sidonio Pais, e l'altro del 19 gennaio 1919 del capitano Paiva Couceiro.

Quest'ultimo tentativo di restaurazione monarchica fece palese come la fiducia nella monarchia fosse ormai molto scossa, dimostrando che se si voleva tentare un risanamento morale e politico del paese bisognava fare appello a nuovi valori che fossero promessa d'avvenire. Il movimento che nei suoi principî animatori direttamente prelude all'attuale è quello tentato da tre ufficiali superiori il 18 aprile 1925. Il colpo di stato fallì, ma l'eco morale suscitata dal processo fu grande e fruttifera largamente nel paese, dando luogo il 27 gennaio 1926 alla rivoluzione nazionale che, guidata dal maresciallo Manoel de Oliveira Gomes da Costa, eroe d'Africa e comandante del corpo di spedizione portoghese in Francia, si concluse il giorno seguente con la marcia su Lisbona. Il governo fu costituito da un direttorio di tre membri, due dei quali erano il Gomes da Costa stesso e il generale A. de Carmona (v. App.). Il programma del direttorio era significativo: "la nazione ne ha abbastanza della tirannia dei politicanti irresponsabili... Io proclamo l'interesse nazionale contro l'azione nefasta dei politici e dei partiti, io offro alla patria malata un governo forte capace di opporre un fronte eroico ai nemici interni ed esterni". Questo governo però presentava una doppia debolezza: da un lato il temperamento liberaleggiante del Carmona, inadeguato all'affermazione di un nuovo regime; dall'altro la scarsa competenza del Costa, energico e dai propositi radicali, ma privo di qualità politiche e di idee costruttive. Mancava insomma il realizzatore, e questi infine fu trovato in Antonio de Oliveira Salazar (v. App.)

I suoi principî di governo, espressi nel discorso del 30 giugno 1928, sono una professione di fede nazionale nel Portogallo, nel suo diritto all'indipendenza e all'impero coloniale, nel consolidamento del potere esecutivo, nella creazione dello stato forte ma non assoluto. L'individuo, la famiglia, le associazioni civili religiose culturali e morali devono armonizzarsi con le esigenze della società e dello stato senza compromettere le garanzie e le libertà individuali, il rispetto al dovere morale, ai principî del diritto delle genti e della fraternità umana. Non avendo ideali di potenza e d'impero da realizzare, la subordinazione allo stato è meno energica che in Italia e in Germania. Infine l'economia nazionale deve rientrare nel quadro della vita politica sia sotto l'aspetto tecnico produttivo sia sotto l'aspetto sociale con l'assicurare il rispetto dei diritti e degli interessi dei datori di lavoro e dei lavoratori, associati al destino della produzione e del paese attraverso le organizzazioni dello stato corporativo. L'ordinamento sociale portoghese, pur mutuando dal fascismo le strutture organizzative, s'ispira nei suoi principî direttivi al cattolicesimo sociale.

D'importanza fondamentale è l'Atto Coloniale dell'8 giugno 1930 che integra i possedimenti d'oltremare nell'unità territoriale della nazione. Ci si è voluti con esso difendere da eventuali aggressioni esterne e insieme richiamare il Portogallo alle sue tradizioni imperiali.

"È nell'essenza organica della nazione portoghese adempiere alla sua missione storica di possedere e colonizzare i dominî d'oltremare e di civilizzare le popolazioni indigene che essi racchiudono..." (art. 2 dell'Atto Coloniale).

Quantunque il Salazar sia profondamente cattolico (a suo tempo ricevette anche gli ordini minori) e i portoghesi siano ferventi cattolici, pure rispetto ai rapporti tra Chiesa e Stato, come rispetto alla restaurazione monarchica, il capo del governo ha sempre mantenuto un prudente riserbo per non riaccendere le lotte fra assertori dello stato laico e confessionale insieme con quelle tra monarchici e repubblicani: tuttavia con lui s'è posto fine alla politica di laicizzazione metodica iniziata nel 1910. In effetto si attua una collaborazione parallela tra Chiesa e Stato per migliorare spiritualmente ciascuno sé stesso e raggiungere lo scopo comune di favorire lo sviluppo morale del paese.

Nel campo finanziario il regime ha semplificato l'amministrazione, aumentate le imposte, incrementata l'economia pubblica e privata, posto il paese in condizione di pagare il suo debito fluttuante con l'estero e i buoni del tesoro all'interno, ha stabilizzato la moneta collegandola al blocco della sterlina, ha portato il bilancio al pareggio fin dal 1931, chiudendolo negli anni successivi sempre con un attivo.

L'organismo economico è stato rinvigorito e rinsanguato: 4500 km. di strade riparate e più di 1000 km. di strade nuove, rafforzata e aumentata l'attrezzatura della rete ferroviaria, potenziata quella telegrafica e telefonica, migliorata la navigabilità dei fiumi, e dei canali, rammodernata l'attrezzatura dei porti, intensificata e razionalizzata l'idraulica agricola, accresciuta la disponibilità di forza motrice elettrica, elevata la resa della produzione mineraria, sollevate le sorti delle industrie tessili, alimentari, chimiche, metallurgiche, turistiche, della ceramica e dei boschi. La bilancia del commercio internazionale, passiva dal 1920-1921 al 1928, è diventata in complesso attiva negli anni successivi.

La politica estera del Portogallo è stata fissata dal Salazar nel discorso del 6 luglio 1937: egli auspica la pace tra i popoli e il progresso dell'umanità, e preconizza l'arbitrato come mezzo per risolvere i contrasti internazionali. Fondamento dell'azione politica esterna è l'alleanza con l'Inghilterra: "Il lavoro sul corpo e l'anima della nazione è accompagnato da un elemento di politica estera del più alto valore, l'amicizia e l'alleanza secolari dell'Inghilterra: molto di ciò che è stato fatto e di ciò che si progetta mira nettamente a valorizzarle". Nei primi mesi del 1938 il Portogallo ha ribadito la sua alleanza con la Gran Bretagna concedendole in caso di guerra l'uso di tutte le proprie basi navali. Ciò non toglie che il Salazar, in occasione della guerra civile di Spagna, abbia sentito il bisogno, per combattere il bolscevismo, di estendere la cerchia delle proprie relazioni internazionali, praticando una politica di amicizia attiva con l'Italia e la Germania.

Bibl.: M. de Thomasson, Les deux anarchies européennes, l'ottomane et la portugaise et leurs conséquences, in Revue des questions diplomatiques et coloniales, Parigi 1912; U. Bataillon, La nouvelle Charte organique de l'empire colonial portugais, in Outre-Mer, Parigi 1931; A. Ferro, Salazar. Le Portugal et son chef, Parigi 1934; E. Prestage, Chapters in Anglo-Portuguese relations, Londra 1935; G. de Reynold, Portugal, Parigi 1936; L. de Poncin, Le Portugal renaît, Parigi 1936; Rodney Gallop, Portugal, Cambridge e Londra, 1936.

Esercito (p. 41). - L'odierna costituzione dell'esercito portoghese comprende: 21 reggimenti e 4 battaglioni autonomi di fanteria, 9 battaglioni di cacciatori, 2 di ciclisti, 3 di mitraglieri; 2 brigate di cavalleria (su 2 reggimenti) e 5 reggimenti regionali di cavalleria; 5 reggimenti di artiglieria leggiera, 4 gruppi di artiglieria a cavallo, 3 di artiglieria da montagna, 2 reggimenti di artiglieria pesante campale, 2 reggimenti di artiglieria da costa; 1 gruppo di difesa sottomarina da costa e 4 batterie di difesa mobile da costa, 3 batterie contraeree; 2 reggimenti di zappatori-minatori, 1 reggimento telegrafisti, 1 di ferrovieri e 1 battaglione pontieri.

Sono in via di costituzione compagnie di pezzi d'accompagnamento per fanteria e compagnie carri d'assalto leggieri.

Marina militare (p. 42). - Si trovano attualmente in corso di costruzione presso cantieri dell'Inghilterra 4 cacciasommergibili. La forza bilanciata ascende a 6500 uomini.

Finanze (p. 42). - Nel 1934-35 il miglioramento delle entrate e la compressione delle spese concorsero a dare un avanzo effettivo. Il miglioramento si è poi mantenuto e si è potuto anche proseguire la politica di ammortamento e di conversione del debito pubblico già iniziata.

Al 31 dicembre 1936 il debito estero era di 3,2 miliardi di escudos e quello interno di 4,0 (di cui 3,9 di consolidato).

I biglietti sono tuttora convertibili solo in chèques su Londra sulla vecchia base (110 escudos = 1 Lst.) mantenuta anche all'atto dell'abolizione della convertibilità in oro, implicitamente riconoscendo una svalutazione dell'escudo pari a quella della sterlina, cioè del 40% (decreto legge 29 dicembre 1931). Il controllo dei cambî, in vigore in parte dal 1914 e in parte dall'ottobre 1922, date le buone condizioni dell'economia portoghese e la consistenza della riserva della Banca atta a garantire la stabilità della moneta, è stato abolito nell'ottobre 1937.

Al 31 dicembre 1937 i biglietti in circolazione ammontavano a 2224 milioni e la riserva era di 917 milioni in oro (riserva legale aurea 30%) e 703 in divise.

I principali istituti di credito sono il Banco Nacional Ultramarino (1864), il Banco Espirito Santo (1879) e il Banco Pinto e Soto Mayor (1914).

Bibl.: v. le pubblicaz. della Soc. delle naz., specie l'Annuario.

Culti (p. 41). - Sono state omesse per errore le diocesi di Oporto (sec. IV), Villa Real (1922), Viseu (572), suffraganee di Braga. Sono suffraganee di Lisbona anche le diocesi di Angola e Congo, Angra, Funchal, Santiago (I. Capo Verde), S. Tomé (v. africa, I, p. 803, e App.)

Marina mercantile (p. 41). - Al 30 giugno 1937 la marina mercantile era costituita di 252 navi per tonn. lorde 258.172; non si nota una riduzione sensibile in confronto all'immediato periodo postbellico: 261.212 nel 1919, e al 1934: 266.481 tonn. La flotta continua ad essere costituita nella enorme maggioranza di piroscafi: 159 per 228.770 tonn. La Companhia Nacional de Navegação si prepara ad attuare un piano di nuove costruzioni (undici navi per 2.300.000 sterline); all'uopo sarà aiutata finanziariamente dall'Erario.

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