AMASEO, Pompilio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 2 (1960)

AMASEO, Pompilio

Rino Avesani

Nacque a Bologna il 18 agosto del 1513, primogenito di Romolo e di Violante Guastavillani. Studiò con il padre lettere greche e latine e in gioventù fu segretario dei cardinali Paolo Emilio Cesi e Francesco Quiñones. Dal 1540-41tenne per tre anni la lettura mattutina di umanità a Bologna e intanto portò a termine la sua traduzione dei Fragmenta duo e sexto Polybii Historiarum libro de diversis rerum publicarum formis deque Romanorum praestantia,che uscì a Bologna nel 1543, ed è la sua prima ed unica pubblicazione di qualche impegno. Nello stesso anno, soprattutto per il prestigio del padre e per la protezione del cardinale Alessandro Farnese, ottenne la cattedra di lingua greca, che si era resa vacante per la partenza di Ciriaco Strozzi. Nei primi anni diede luogo a lamentele da parte del Senato a causa della sua negligenza, ma l'incarico gli fu rinnovato ininterrottamente ed egli lo esercitò fino a quando, nel 1582, non ne venne impedito da grave infermità. Allora, per l'intervento del cardinale Filippo Guastavillani, ne fu esonerato pur conservando il diritto allo stipendio, benché non avesse ancora raggiunto i quaranta anni di insegnamento (e perciò il suo nome continuò a figurare nei rotuli dello Studio).

Fu degli Anziani e Gonfalonieri di giustizia nel novembre-dicembre 1547, e più tardi, nel 1551, da Giulio III fu mandato nunzio apostolico presso Ferdinando re dei Romani.

Nel 1575 aveva compiuto la traduzione del De Sacerdotio e dell'Ad Stagirium ascetam a daemonio vexatum (che egli nomina con il titolo meno frequente di De providentia Dei)di s. Giovanni Crisostomo, a cui aveva atteso anche per invito del cardinale Gabriele Paleotti e del pontefice Gregorio XIII.

Il testo greco contenente le due opere gli era stato prestato dalla Vaticana, ed egli non l'aveva ancora restituito nel settembre 1585:v. la lett. dell'A, diretta probabilmente al Paleotti, nel Vat. Lat.6195,p. II, ff. 900r-901v e quella del Paleotti al Sirleto, ibid.,ff. 898r-899v (v. anche G. Mercati, Per la storia della Biblioteca Apostolica, bibliotecario Cesare Baronio,in Per Cesare Baronio. Scritti vari nel terzo centenario della sua morte,Roma 1911, p. 140 n. 1, poi Opere minori,IV, Città del Vaticano 1937, p. 244 n. 1, dove è citata la lettera dell'A. ma, per una svista, è detta indirizzata al Sirleto).

Dalla lettera al cardinale Guastavillani del 19 maggio 1576 (Vat. Lat.6416, ff. 187r-188v) in cui chiede il compenso per il lavoro eseguito, sembra che versasse in ristrette condizioni economiche. Più tardi si raccomanderà al Sirleto perché gli ottenga qualche aiuto dal pontefice (v. la sua lettera al Sirleto del 7 genn. 1581 nel Vat. Lat.6194, p. I, ff.5r-6v).

Non si conosce esattamente la data della sua morte, ma poiché il suo nome figura per l'ultima volta nei rotuli per il 1585-86,si deve pensare che sia morto durante quell'anno accademico o, al più tardi, nell'estate 1586.

L'A. dovette certamente una buona parte della sua affermazione alle cure del padre, che lo portava volentieri con sé e non lasciava sfuggire occasione per presentarlo e raccomandarlo ai vari signori. Con lui infatti, mentre era ancora ragazzo, fu alla corte di Ercole Gonzaga nel 1525(A. Luzio, Ercole Gonzaga allo Studio di Bologna,in Giorn. stor. d. letter. ital.,VIII [1886], p. 386 n. 1) e per suo interessamento, nel 1540, fu a Roma, al servizio del cardinale Farnese (A. Ronchini, Romolo Amaseo,in Atti e Mem. d. R. R. Deput. di storia patria per le prov. modenesi e parmensi,VI [1872], p. 276). Allo stato attuale delle ricerche la sua figura non presenta aspetti di particolare rilievo, ma il suo nome ebbe notevole importanza per i contemporanei e un esame delle sue lettere, per lo più ancora inedite e non utilizzate, offrirebbe forse motivi di qualche interesse. A Bologna dove fu anche precettore in casa di Camillo Paleotti, il Senato non mancava di servirsi di lui per i rapporti con umanisti celebri: per suo mezzo, alla morte del Sigonio, la cattedra di umanità fu offerta a Marco Antonio Muret, che però non accettò (v. la famosa lettera del Muret all'A. del 13 dic. 1584 in M. Antonii Mureti epistolae ad optimarum editionum fidem accurate editae,Lipsiae 1838, pp. 294-297). Tra gli altri dotti con cui fu in relazione, oltre ai Manuzio, Paolo e Aldo il Giovane, merita particolare menzione Federico Sylburg, a cui l'A. inviò un codice dell'epitome del secondo libro del De imitatione di Dionisio di Alicarnasso, che il Sylburg utilizzò per l'edizione di Francoforte, 1586.

Opere ed edizioni. La traduzione da Polibio citata (di cui una copia manoscritta è a Parma, Arch. di Stato, Bibl., scaff. 5 n. 11, v. S. Lattici Maglione in G. Mazzatinti, Inventari dei mss. delle Bibl. d'Italia,XX, p. 121) pare abbia avuto soltanto una seconda edizione nel 1563 (Gesamtkatalog der preussischen Bibliotheken,III, Berlin 1933, col. 826) e benché sia stata giudicata concordemente elegante, fu soggetta a serie riserve. P. D. Huet, De interpretatione libri duo: quorum prior est de optimo genere interpretandi, alter de claris interpretibus.Editio... altera, Stadae 1680, p. 271, seguito da A. Baillet, Jugemens des savans sur les principaux ouvrages des auteurs,a cura del De la Monnoye, III, Paris 1722, p. 51, n° 842, arriva a negare che l'A. conoscesse bastevolmente il greco. Il giudizio era già nel Casaubon, Polybii Lycortae f. Megalopolitani Historiarum libri qui supersunt. Aeneae, vetustissimi Tactici, commentarius de toleranda obsidione,Parisiis 1609, f. [uv]r. Lavori manoscritti dell'A. sullo storico greco sono indicati dal Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi,I, Bologna 1781, pp. 204 s., che ripete lo Scarselli, Vita Romuli Amasaei,Bononiae 1769, pp. 234 s. (le indicazioni sono da integrare come segue: codd. Ambros.D 287 inf., D 311 inf., B 74 sup., v. A. M. Amelli, Indice dei codici manoscritti della Bibl. Ambrosiana,in Riv. d. Bibl. e d. Arch.,XXI [1910], pp. 61 s. e A. Rivolta, Catalogo dei codici pinelliani dell'Ambrosiana,Milano 1933, p. 1 e cfr. p. 2).

Della traduzione del De Sacerdotio esiste una prima copia nel Vat. Ottobon. Lat.29 con correzioni interlineari autografe dell'A. e una seconda, forse definitiva, nell'Ottobon. Lat.59.La lettera di dedica a Gregorio XIII, l'indirizzo al lettore, le note, tavole, indici, ecc., che dovevano accompagnare il testo, sono nell'Ottobon. Lat.894. Questi codici furono indicati allo Scarselli dal camaldolese Mauro Sarti, che però non diede la segnatura dei primi due, e sembra ritenesse il primo completamente autografo (Scarselli, pp. 235 s.). Una copia della lettera di dedica al pontefice è anche nell'Ottobon. Lat.1217, ff. 1r-5r. Della traduzione dell'AdStagirium ascetam a daemonio vexatum,al pari della precedente tuttora inedita e probabilmente degna di rimaner tale, pare che finora non si avesse notizia. Ne esiste una copia con notabilia marginali e correzioni interlineari autografe dell'A. nell'Ottobon. Lat.2. Si noti che tutti questi codici provengono dalla biblioteca del Sirleto: cfr. l'inventario nel Vat. Lat.6163.

L'A. scrisse anche una vita di suo padre, pubblicata dallo Scarselli, cit., p. 230 e una notizia sulla famiglia Amasei, edita ibid.,pp. 165-167 e poi da A. Ceruti, Diarii udinesi dall'anno 1508 al 1541 di Leonardo e Gregorio Amaseo e Gio. Antonio Azio, Venezia 1884, pp. CIV-CVII.

Di lui abbiamo ancora un'Oratio latina de Bononiensium scholarum exaedificatione,Bononiae 1563,e le lettere di dedica al cardinale A. Farnese e a Pier Donato Cesi, premesse rispettivamente all'edizione dell'Oratio in funere Pauli III...e all'Orationum volumen del padre.

Oltre a quelle citate in precedenza, sue lettere sono ancora in E. Pastorello, Inedita Manutiana,Firenze 1960, pp. 294 s. e 545(a Paolo e Aldo Manuzio il giovane) e nei segg. codd.: Vat. Lat.6180, ff.59r-60v(al Sirleto, e cfr. la lett. del Sirleto all'A. nel Regin. Lat.2023, f. 420r), Ambros.A 59 inf. (Scarselli, p. 234 e Amelli, Indice dei codici manoscritti...,in Riv. d. Bibl. e d. Arch.,XX [1909], p. 144), Ambros.D 332 inf. (Rivolta, Catalogo dei codici:...,p. 251) e, probabilmente, Ambros.D 218 inf. (Amelli, Indice..., ibid.,XXI [1910], p. 58),British Museum, Add.10263 (a P. Vettori), v. List of Additions to the Manuscripts in the British Museum in the Years 1836-1840,London 1843, p. 23. Infine lettere dell'A. sono a Parma, tra le carte Farnese, v. G. Drei, L'Arch. di Stato di Parma,Roma 1941, p. 46 e, alla Palatina, tra i manoscritti Beccadelli (G. B. Morandi, Monumenti di varia letteratura tratti dai manoscritti di mons. L. Beccadelli,I, 1, Bologna 1797, p. 7 n. 16).

Fonti e Bibl.: Alcune notizie autobiografiche l'A. ha lasciato nella nota sulla sua famiglia già citata. Altre fonti: U. Dallari, I rotuli dei lettori legisti e artisti dello Studio bolognese dal 1384 al 1799,II, Bologna 1889, v. indice; E. Pastorello, L'epistolario manuziano,Firenze 1957, n° 1194, 1507, 2100; G. N. Alidosi-Pasquali, I signori anziani, consoli e gonfalonieri di giustizia della città di Bologna,Bologna 1670, p. 92.

I repertori bio-bibliografici in cui si parla dell'A. sono elencati da L. Ferrari, Onomasticon,Milano 1947, p. 24. Di essi qui basterà citare: G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia,I, 1, Brescia 1753, pp. 578s.; G. G. Liruti, Notizie delle vite ed opere scritte da' letterati del Friuli,II, Venezia 1762, pp. 371-373; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi,cit., pp. 201-206; S. Mazzetti, Repertorio di tutti i professori antichi e moderni della famosa Università e del celebre Istituto delle scienze di Bologna,Bologna 1847, p. 21. V. anche G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana,IV, Milano 1833, p. 128. Per alcuni punti particolari, oltre alla bibliografia citata sopra, v. G. Zaccagnini, Storia dello Studio di Bologna durante il Rinascimento,Genève 1930, p. 287; L. Simeoni, Storia della Università di Bologna,II, Bologna 1940, pp. 32, 46; P. Prodi, Il cardinale Gabriele Paleotti (1522-1597),I, Roma 1959,p. 47 n. 18; P. Costil, André Dudith humaniste hongrois. 1533-1589,Paris 1935, pp. 226 e 273; P. de Nolhac, La bibliothèque de Fulvio Orsini,Paris 1887, p. 66 n. 4.

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