POLTIGLIE anticrittogamici

Enciclopedia Italiana (1935)

POLTIGLIE anticrittogamici

Cesare Sibilia

Sono mescolanze di anticrittogamici e di sostanze diverse in acqua, nelle quali le sostanze solide o non si sciolgono o in parte reagiscono tra loro e con l'acqua, originando composti nuovi, spesso insolubili, che hanno proprietà fisiche e azione fungicida migliori dei componenti. Perciò sono preziose in fitoterapia, specie contro i funghi parassiti.

Le sostanze essenziali nelle poltiglie anticrittogamiche sono i sali di rame e lo zolfo: i primi con calce o soda o ammoniaca dànno la poltiglia bordolese, la poltiglia borgognona, la pasta Caffaro e altre (v. anticrittogamici); lo zolfo con la calce dà le poltiglie solfocalciche o polisolfuri di calcio. Esistono parecchi tipi di poltiglie solfocalciche, secondo che i componenti reagiscano a caldo o a freddo, che varino le proporzioni dei componenti o che si uniscano sostanze accessorie. La poltiglia solfocalcica forte (polisolfuri cotti) si ottiene con kg. 10 di buona calce viva, kg. 20 di zolfo macinato e litri 100 di acqua, operando come segue: si unisce allo zolfo poca acqua e si rimescola fino a ottenere una pasta fluida, in litri 40 d'acqua calda si mette a poco a poco la calce e, mentre si spegne, si aggiunge, rimescolando, la pasta di zolfo. Quando la calce è spenta e la miscela ridotta omogenea vi si versano gli altri litri 60 d'acqua e si fa energicamente bollire per un'ora; dopo raffreddato e depositato, si decanta e si conserva in recipienti chiusi il liquido che, essendo concentrato, va diluito secondo i bisogni al momento dell'uso. La densità di queste poltiglie, che si misura a gradi Beaumé, varia, nella fabbricazione casalinga, con la purezza dei componenti, col tempo e col modo di ebollizione; un buon preparato ha da 27° a 36° Bé. La diluizione del liquido concentrato va fatta in rapporto alla densità, servendosi di apposite tabelle. I polisolfuri del commercio hanno un grado fisso e sono di più facile uso. La poltiglia solfocalcica debole (polisolfuri crudi) è meno attiva e si prepara in assenza di calore ponendo in un recipiente di legno kg. 2,5 di calce viva e kg. 2,5 di zolfo insieme con poca acqua, si rimescola finché tutta la calce sia spenta, poi si aggiunge acqua fino a litri 100; questa composizione non si diluisce. La poltiglia al caseinato di calcio è più adesiva della precedente e si prepara mescolando kg. 2 di zolfo, kg. 1 di calce idrata e gr. 170 di caseinato di calcio tra loro e in seguito con poca acqua per ottenere una pasta omogenea, che si pone poi su un fine vaglio e si dilava con litri 100 di acqua; il liquido raccolto al disotto serve direttamente per l'uso. Per queste ultime poltiglie non è necessario conoscere la densità. Le poltiglie solfocalciche servono per irrorazioni invernali (più concentrate) e primaverili-estive (più diluite) contro Venturia pirina e V. inaequalis del pero e del melo, Sclerotinia cinerea del pero, ciliegio, susino, ecc., Exoascus deformans e Sphaerotheca pannosa, ecc., del pesco e del mandorlo.