Poliploidia

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In biologia, condizione del nucleo cellulare caratterizzata dalla presenza di un numero di cromosomi maggiore del normale. La condizione normale è la diploidia, che si indica con 2n, cioè la presenza di due serie di cromosomi provenienti rispettivamente dal padre e dalla madre. Ognuna delle due serie, presente nei gameti, si indica con n (aploidia). Nella p. il numero di cromosomi può essere 3n, 4n, 5n ecc., e si parla allora di triploidia, tetraploidia, pentaploidia ecc. Se vi sono uno o più cromosomi in più o in meno del normale (2n+1, 2n−1, 2n+2, 2n−2 ecc.) si ha invece la aneuploidia o eteroploidia (➔ mutazione). La p. può essere somatica o germinale. Nella p. somatica soltanto alcune cellule, per lo più ghiandolari, presentano nuclei poliploidi. Se i cromosomi, dopo essersi divisi, non si separano ma rimangono uniti l’uno all’altro si ha la politenia. La p. vera e propria, in cui tutte le cellule di un organismo sono poliploidi, può originarsi in due modi: per fecondazione di gameti che non siano aploidi; per raddoppiamento del numero dei cromosomi all’inizio dello sviluppo. Se, per qualche anomalia della meiosi, si forma un gamete diploide, questo, unendosi con un gamete aploide normale, dà origine a uno zigote con 3n cromosomi, cioè triploide. Spesso gli organismi triploidi formano un certo numero di gameti diploidi: se 2 di questi si fecondano, nasce un tetraploide, 4n. Il raddoppiamento del numero dei cromosomi può avvenire per la soppressione del fuso mitotico che non inibisce la divisione dei cromosomi. Spesso negli animali la p. è associata con la partenogenesi. Durante la ovogenesi si ha una meiosi abortiva che non porta alla riduzione del numero dei cromosomi. Gli organismi poliploidi si comportano molto diversamente a seconda che il coefficiente per cui è moltiplicato n sia dispari o pari. Nel primo caso, nella gametogenesi non si possono avere meiosi equilibrate, perché i cromosomi non si appaiano regolarmente a due a due; ne risulta una irregolare distribuzione di cromosomi fra i gameti, la massima parte dei quali è sterile. Solo quelli in cui per caso si abbiano esattamente n o 2n cromosomi risultano fertili. Le piante in genere possono mantenere una simile condizione riproducendosi per via vegetativa. Negli animali invece la partenogenesi è il solo modo possibile di riproduzione che mantenga questa condizione poliploide. I poliploidi in cui il coefficiente n è pari, invece, possono in molti casi dare luogo a meiosi equilibrate, e quindi la condizione poliploide può perpetuarsi anche per la via della riproduzione sessuata. Tuttavia molto spesso anche questi organismi si riproducono per via asessuata o partenogenetica. Dal punto di vista dell’origine dei corredi cromosomici si distinguono gli autopoliploidi, in cui si ha reduplicazione degli stessi cromosomi di una data specie o razza, e gli allopoliploidi, in cui invece i corredi cromosomici hanno origine diversa.

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