Po Il più importante fiume italiano, sia per lunghezza di corso (652 km) sia per ampiezza di bacino (74.970 km2). Il nome deriva dal lat. Padus (gr. Πάδος) che è attestato per la prima volta da
Il Po nasce nel gruppo del
La divisione asimmetrica del bacino e la presenza dei
Nel complesso il deflusso del Po è piuttosto lento e il trasporto è limitato sul fondo alle sabbie da medie a finissime e in sospensione al silt e all’argilla. La piana alluvionale è caratterizzata dalla presenza di meandri ben sviluppati dopo la confluenza del
L’attuale delta del Po può essere considerato un delta cuspidato caratterizzato da un sistema distributivo di sei maggiori rami che si dipartono dal corso principale; da N a S si chiamano: Po di Levante, Po di Maistra, Po della Pila, Po delle Tolle, Po di Gnocca e Po di Goro. Il Po della Pila è il ramo più attivo del delta, che scarica da solo circa il 51% della portata totale del Po, mentre il Po di Maistra è il ramo che ha il più basso trasporto sia liquido, sia solido.
Il delta del Po ha subito diverse vicissitudini a seguito dell’azione dell’uomo fin dalla fine del Medioevo. Prima del 19° sec. i maggiori cambiamenti vennero eseguiti per impedire lo sviluppo del delta verso
Unico fiume italiano largamente navigabile, il Po è stato piuttosto trascurato dalle politiche dei trasporti attuate dopo l’unità d’Italia. Con i tronchi inferiori di alcuni dei suoi affluenti di sinistra, con il sistema dei ‘navigli’ lombardi e con i canali che lo collegano con alcuni fiumi veneti, il Po forma una rete idroviaria di circa 700 km. Già a
4. Profilo socioeconomico e criticità ambientale del bacino del Po
Il bacino del Po interessa sette regioni (
Al forte sviluppo della struttura produttiva si accompagna un elevato livello di infrastrutturazione del territorio (strade, ferrovie, linee elettriche, acquedotti, fognature ecc.), marcatamente superiore alla media nazionale. Il settore agricolo, caratterizzato da un impiego molto intenso di fertilizzanti e fitofarmaci, è molto sviluppato. Prevalgono le colture di cereali (43%), cui seguono quelle foraggere (27%) e quelle industriali (10%); minore peso hanno la viticoltura, la frutticoltura e le colture ortive. Le attività zootecniche concernono prevalentemente l’allevamento di bovini e suini.
L’elevata concentrazione di attività industriali e agro-zootecniche, combinata con la forte densità demografica (ca. 225 ab./km2) e, in molte aree, con una concentrazione insediativa marcatamente superiore alla media nazionale, ha determinato un’accentuata pressione antropica sul territorio, che è diventato pertanto estremamente vulnerabile al
Nel 1989, secondo quanto previsto dalla legge 183 dello stesso anno, è stata istituita l’Autorità di bacino del fiume Po, con sede a Parma, con il compito di indicare linee programmatiche e, in base a esse, predisporre ‘piani di bacino’ secondo una visione globale che, al tempo stesso, assicuri la tutela ambientale e l’utilizzazione delle risorse e tenga conto dei problemi della gestione delle acque e della difesa del suolo, superando interessi localistici e conflitti di competenza. Al Comitato istituzionale dell’Autorità di bacino del Po è affidato il risanamento idrico dell’area, che va attuato attraverso linee d’intervento che agiscano sui fattori di generazione, trasporto e diffusione delle sostanze nutrienti responsabili dell’eutrofizzazione e, più in generale, delle sostanze inquinanti. Una funzione molto importante per valutare sia lo stato di qualità delle acque sia l’efficacia delle azioni di risanamento è assolta anche dalla rete interregionale di monitoraggio delle acque, istituita dall’Autorità di bacino in collaborazione con altre istituzioni.
Po di Primaro In passato, il braccio meridionale del delta del Po, ormai senza più alcun rapporto con il fiume. In epoca romana era il braccio più attivo (donde il nome Primarius). Nel Medioevo fu largamente navigato; solo dopo il 15° sec. iniziò il suo declino.
Diverge dal corso odierno del fiume (che in realtà ha deviato dal vecchio Primaro nel 12° sec.) fra la Stellata e