PLATINA

Enciclopedia Italiana (1935)

PLATINA

Aldo ROMANO
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. Bartolomeo Sacchi, detto il Platina, nacque nel 1421 a Piadena o Platina presso Cremona, morì nel 1481 a Roma. Seguì dapprima la carriera militare, studiò poi a Mantova con Ognibene Bonisoli, che in seguito sostituì come precettore dei figli del marchese Ludovico Gonzaga. Si diede, con la passione propria dei suoi tempi, agli studî umanistici, e nel 1457 passò a Firenze per perfezionarsi nella conoscenza della lingua e della letteratura greca. Rimase cinque anni in quella città in cordiale amicizia con Cosimo e Piero de' Medici, fino a quando non fu fatto cardinale Francesco Gonzaga (1457), che lo nominò suo segretario e sempre benevolmente lo incoraggiò e protesse. A Roma Pio II lo nominò abbreviatore apostolico, e gli fece ottenere non pochi benefici; ma il successore di lui, Paolo II, disciolse il collegio degli abbreviatori, e la carica del P. fu soppressa senza alcun compenso per colui che aveva prestato la sua opera. Il Sacchi scrisse al pontefice una lettera arrogante mettendo innanzi lo spauracchio del concilio: ma, nonché ricavarne profitto, fu messo in prigione. Colà avrebbe languito assai più dei quattro mesi che effettivamente vi trascorse, se il suo protettore, cardinale Gonzaga, non si fosse adoperato per lui. Appartenne con Pomponio Leto e altri umanisti alla cosiddetta Accademia Romana; ma, verso la fine del febbraio 1468, per le indiscrezioni di Petreio, nome classicheggiante assunto da un umanista Pietro, si scoprì o si credette di scoprire una congiura, e il P. fu tra i primi arrestati; poi furono uniti a lui molti altri, tra cui lo stesso Pomponio Leto. Erano accusati d'irreligione, d'empietà, di complotto contro il pontefice. Ognuno si difese come poté - il Leto dignitosamente, il P. avvilendosi fino a promettere per l'avvenire i suoi servigi di delatore - e furono liberati prima del maggio 1469. Vissuto per qualche anno quasi dimenticato, il P. riottenne onori e fortuna dopo l'elezione di Sisto IV Della Rovere (1471). L'ultimo decennio della sua vita fu tranquillo e operoso, specie dopo il '75, quando ebbe dal pontefice la direzione della Biblioteca vaticana.

A Sisto è dedicato il Liber de vita Christi ac omnium pontificum, compiuto nel 1474. Quest'opera, abbreviazione scarsamente critica delle fonti, per le biografie più antiche, acquista maggiore importanza per le più recenti, a cominciare da quella di Callisto III, per le quali il P. trasse partito da testimonianze scritte o orali sincrone o attinse ai suoi ricordi personali. Ma anche in queste il P. riesce per lo più scialbo, quando non si fa influenzare dai suoi risentimenti personali, come nella biografia di Paolo II.

Il P. scrisse anche parecchie altre opere, tra le quali meritano particolare menzione i trattati De principe (si veda l'ediz. di Genova 1657), De vera nobilitate, De falso et vero bono: tutti su argomenti assai cari agli umanisti. Cfr. del De vita Christi ecc., l'ediz. a cura di G. Gaida, in Rer. Italic. Script., Bologna 1913 segg.

Bibl.: G. Gaida, pref. all'ed. citata; G. J. Schorn, Die Quellen zu d. "Vitae pont." di B. P., in Röm. Quartalschrift, XXVII (1913). - Sul De vera nob., S. Bissolati, Le vite di due illustri cremonesi, Milano 1856, p. 62 segg. - Sul De falso et vero bono, N. Caregaro-Negrin, nella rivista Classici e neolatini, 1906. - In genere sul P., V. Zabughin, Pomponio Leto, I, Grottaferrata 1912, p. 58 segg.; V. Rossi, Il Quattrocento, 2ª ed., Milano 1933.