Placcatura

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Operazione consistente nella sovrapposizione e successiva unione di uno strato metallico alla superficie di un altro materiale, in particolare metallico, effettuata essenzialmente per proteggere quest’ultimo dall’attacco di agenti ossidanti, corrosivi, atmosferici. Anche operazione analoga effettuata tra legnami.

Nella p. metallica, l’unione dei due materiali metallici, quello di base e quello d’apporto (quest’ultimo in genere più pregiato dell’altro), viene ottenuta o con lavorazioni per deformazione plastica (laminazione, trafilatura), a caldo, per cui sotto la contemporanea azione di pressioni e temperature elevate si provoca una vera e propria saldatura dei metalli, o con analoghe lavorazioni a freddo, con le quali si realizza tra i due metalli una interconnessione puramente meccanica, dovuta alle elevate pressioni che costringono il metallo più deformabile a insinuarsi nelle asperità superficiali dell’altro. I metalli di base per la p. sono generalmente acciai normali, rame, leghe leggere; come metalli d’apporto si usano acciai inossidabili (al cromo, al cromo-nichel), alluminio, rame, nichel, titanio, argento, oro. È detto placcato il prodotto metallico ottenuto con l’operazione di placcatura.

La p. dei legnami si distingue dall’impiallacciatura perché nel caso della p. lo spessore del legno di qualità incollato sul legno sottostante, in genere di minor pregio, è superiore a 5 mm, mentre nel caso di impiallacciatura è inferiore (anche di decimi di millimetro).

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