TOLOSA, Pittore di

Enciclopedia dell' Arte Antica (1966)

TOLOSA, Pittore di

L. Banti

Ceramografo corinzio attivo nella prima nietà del VII sec. a. C. Fu uno dei primi che usarono la tecnica a figure nere, cioè la silhouette vivificata da particolari incisi. È probabilmente uno di quelli che contribuirono alla fortuna di questa tecnica nello stile protocorinzio.

Deve il nome al più conosciuto dei cinque vasi attribuitigli, una oinochòe a lungo collo e corpo quasi globulare del museo di Tolosa. Il collo di questa oinochòe è ancora decorato a motivi geometrici, ma la figura dell'ariete ha una corporeità che mostra come il pittore sia già molto lontano dallo stile geometrico. Le liste a curve e girali che inquadrano l'animale, con vivace fantasia decorativa, collegano il Pittore di T. con il cosiddetto Gruppo di Cuma, un gruppo di grandi vasi (in generale oinochòai e kotölai) della fine VIII inizio VII sec. a. C., decorati con liste simili e quasi sicuramente usciti dalla stessa bottega. È stato anche supposto che il Gruppo di Cuma possa rappresentare, nel suo complesso o in parte, l'opera giovanile del pittore. Anteriore alla oinochòe di Tolosa, nella produzione del pittore, è una oinochòe da Aetos (Itaca), decorata a protomi di grifi. Lo schema dei grifi, diverso da quello usuale nel corso del VII sec. a. C., e la rarità di particolari incisi mostrano che siamo all'inizio del secolo. Il vaso più tardo del Pittore di T., una oinochòe da Perachora ad Atene, appartiene già al secondo venticinquennio del secolo: l'incisione è più sviluppata, lo stile è vicino a quello del Pittore dei Cani che fu supposto essere suo allievo. Per lo stile il Pittore di T. è vicino ai Pittori di Aiace e di Cometo (v.); gli stretti rapporti con quest'ultimo hanno fatto supporre che i vasi attribuiti al Pittore di Corneto possano rappresentare la produzione miniaturistica del Pittore di Tolosa.

Bibl.: M. Robertson, in Annual Brit. Sch. Athens, XLIII, 1948, p. 36 s., n. 142; XLVIII, 1953, p. 175. Per il Gruppo di Cuma: ibid., XLIII, 1948, p. 55; XLVIII, 1953, p. 174.