PITINUM MERGENS

Enciclopedia dell' Arte Antica (1996)

Vedi PITINUM MERGENS dell'anno: 1965 - 1996

ΡIΤINUM MERGΕNS (v. vol. VI, p. 200)

M. Luni

Situata alle falde degli Appennini sulla sinistra del Candigliano, affluente del Metauro, P. M. fu municipio e varie iscrizioni ricordano i decuriones et plebs urbana, i quattuorviri, un patronus municipi, pueri et puellae alimentari, oltre al pontifex e ai seviri (augustales).

La città, la cui area era stata identificata già nel Cinquecento, era ubicata su un terrazzo leggermente digradante verso il greto del Candigliano e di un suo affluente e si estendeva su una superficie di alcuni ettari, come risulta anche dall'area di affioramento di antichi materiali. Essa era situata lungo il percorso della strada che si distaccava dalla Via Flaminia a breve distanza dalla gola del Furio e che proseguiva verso il favorevole passo appenninico della Serriola (m 730), aperto verso l'alta valle del Tevere; a P. M. giungeva anche la breve via interna che collegava Ariminum a Urvinum Mataurense, al vicus di Firmidianum e alla stessa via consolare.

Nell'area su cui sorgeva la città sono stati segnalati due brevi tratti di mura urbiche, in opera quadrata quello presso il fiume e in doppio paramento di opus vittatum il secondo, verso l'interno; resti di strutture del teatro romano sono stati rinvenuti in una zona in leggero pendio. Un'iscrizione ricorda l'esistenza a P. M. di un tetrastylum; da un'altra epigrafe risulta che un cittadino facoltoso viam et aream macelli silice stravit ex pecunia sua. La documentazione archeologica raccolta nel luogo attesta una continuità di vita di questo centro dalla fine dell'epoca repubblicana all'età tardo-antica; gli abitanti hanno allora abbandonato il sito, spostandosi sulle alture vicine, in particolare su quella presso la Via Flaminia a ridosso di Cale vicus (Cagli), divenuta nell'VIII sec. d.C. sede di vescovado.

Il territorio del municipium si estendeva nelle vallate del Candigliano e del Burano, nelle quali sono documentati ritrovamenti di materiali di epoca preistorica, specie in riferimento all'Età del Ferro finale; significativa è la scoperta di un gruppo di bronzetti avvenuta a Coltone di Cagli, oltre a quello sulla cima del monte Catria e ai due recentemente trovati a Cantiano. Va segnalato inoltre il recuperò di materiali riferibili alla cultura gallica in tre siti non lontani tra loro: a Piobbico, a San Vitale e a Piano di Maiano di Cagli. Numerosi altri resti archeologici di età romana, di vario genere, sono stati segnalati in varí luoghi, rappresentativi di fasi di popolamento di questa area sub-appenninica. Essa era peraltro attraversata dalla Via Flaminia, lungo la quale risultano ancora conservati tra gli altri monumentali manufatti numerosi ponti, p.es. Ponte Manlio (di epoca tardorepubblicana) e Ponte Grosso, di poco successivo. In un recente scavo a Colombara di Acqualagna sono stati messi in luce alcuni ambienti di una fattoria con resti dell'impianto produttivo del vino (torcularia, vasche e dolici). Nello stesso sito sono state rinvenute strutture di un precedente edificio di età tardorepubblicana, insediatosi in un'area oggetto di frequentazione già in epoca protostorica.

Nell’Antiquarium in allestimento ad Acqualagna sono confluiti i materiali recuperati nello scavo e altri relativi al territorio.

Bibl.: G. Colonna, Bronzi votivi umbro-sabellici a figura umana, I, Firenze 1970, pp. 5, 52, 57, 90, 92-94, 110, 119,137; L. Mercando, in AA.VV., I Galli e l'Italia (cat.), Roma 1978, pp. 163-166; ead., in AA.VV., Umbria, Marche (Guide Archeologiche Laterza, 4), Roma-Bari 1980, pp. 203-204; V. Purcaro, Acqualagna, in Picus, I, 1981, pp. 223-226; M. Luni, G. Gori, Il Museo Archeologico di Urbino, Urbino 1986, pp. 27, 95,103,111-112,139,149,161-163,174-175, 191-195; D. Vitali, La necropoli di Piobbico, in AA.VV., Celti ed Etruschi nell'Italia centro-settentrionale dal V secolo a. C. alla romanizzazione, Imola 1987, pp. 487-493; M. Luni, Nuovi documenti sulla Flaminia nel versante adriatico, Urbino 1989, pp. 37-47; id., Le fasi di monumentalizzazione della Flaminia nella gola del Furio, in AA.VV., Tecnica stradale romana, Bologna 1992, pp. 93-104; id., La media vallata delMetauro nell'antichità, Urbino 1993, pp. 6-7, 30.