PIRAZOLO

Enciclopedia Italiana (1935)

PIRAZOLO

Gaetano Charrier

Nucleo pentatomico costituito da tre atomi di carbonio e da due di azoto uniti fra loro, di formula C3H4N2. Deriva dal pirrolo per sostituzione di un gruppo metinico C H adiacente al gruppo NH, con un atomo di azoto, e quindi si può anche considerare proveniente dalla piridina per sostituzione dell'aggruppamento CH−CH legato all'azoto con un gruppo NH. Corrisponde perciò alla formula

isomera di quella dell'imidazolo o gliossalina. Sostituendo nel pirrolo un gruppo metinico adiacente all'iminogruppo con un atomo di azoto si ha un rinforzamento notevole del carattere aromatico e il pirazolo risultante è molto più stabile del pirrolo. Infatti tanto il pirazolo quanto molti suoi derivati posseggono in modo molto spiccato il carattere aromatico, perché a differenza del pirrolo sono stabili all'ossidazione con permanganato potassico, possono venir nitrati, alogenati e solfonati. Gli aminopirazoli, di comportamento analogo alle aniline, sono diazotabili e coi corrispondenti sali di diazonio si possono effettuare tutte le reazioni del cloruro di fenildiazonio. Il pirazolo con gli acidi forma sali stabili. Gli acidi pirazolcarbossilici scaldati sviluppano anidride carbonica e ciò avviene specialmente con facilità quando il carbossile si trova in posizione 3 o 5, analogamente a quanto si verifica coi derivati piridici; d'altra parte è grande l'analogia del pirazolo con la piridina e col benzolo.

È notevole il fatto, dovuto alla mobilità dell'atomo d'idrogeno imidico e quindi alla tautomeria che il pirazolo e derivati possono presentare quando questo atomo d'idrogeno non è sostituito, che i derivati 3 e 5 sono identici; soltanto dei derivati 1 (indicati anche come N-derivati) si conoscono i due isomeri corrispondenti alle posizioni 3 e 5. Il diidropirazolo si chiama pirazolina e il tetraidropirazolo pirazolidina. I derivati della pirazolina e della pirazolidina contenenti nel nucleo il gruppo CO vicino all'azoto si chiamano rispettivamente pirazoloni e pirazolidoni. Per questi corpi si presentano numerosi casi di tautomeria, ad es., per il pirazolone

Alcuni derivati pirazolonici presentano grande importanza come intermedî per la fabbricazione delle materie coloranti e come prodotti farmaceutici. Il gruppo del pirazolo comprende sostanze le quali furono tutte ottenute sinteticamente, mentre è dubbio che possano esistere in natura derivati di questo nucleo.

Il pirazolo venne ottenuto per la prima volta da E. Buchner nel 1889 per riscaldamento dell'acido pirazol-3, 4, 5-tricarbossilico. I metodi più importanti di sintesi dei derivati pirazolici partono dall'idrazina o dai suoi derivati o dai diazocomposti alifatici: l'idrazina si può far reagire coi composti 1, 3-dicarbonilici (1, 3-dichetoni, 1, 3-chetoaldeidi, acidi 1, 3-chetocarbossilici) condensando, ad esempio, l'acetilacetone con l'idrazina si ottiene il 3, 5-dimetilpirazolo.

oppure si fa agire l'idrazina o i suoi derivati sulle aldeidi contenenti un doppio legame etilenico in posizione 1, 2; in tal caso si ottengono le pirazoline; così da acroleina e idrazina si ottiene la pirazolina:

Se invece che da un composto etilenico si parte da un composto acetilenico, cioè, ad es., se si fa agire sull'acetale dell'aldeide propargilica l'idrazina si ha il pirazolo:

L'azione del diazometano o in generale dei diazocomposti alifatici sui composti contenenti un legame doppio o triplo decorre secondo gli schemi seguenti formando pirazolo o derivati pirazolici:

Si ha così dall'acetilene e diazometano il pirazolo e dall'etere acetilendicarbossilico ed estere diazoacetico l'estere pirazol-3, 4, 5-tricarbossilico. Impiegando un derivato etilenico si ha il corrispondente derivato dalla pirazolina, ad es., da etilene ed estere diazoacetico si ha la 3-carbetossilpirazolina

Il pirazolo è una sostanza cristallina, fusibile a 70°, che distilla senza decomposizione a 185°. Si addiziona allo ioduro di metile formando un sale di ammonio quaternario, il quale riscaldato fornisce lo iodidrato dell'N-metilpirazolo. La pirazolina è un liquido che bolle a 144° e che è dotato di forti proprietà basiche. Le pirazoline sono molto meno stabili dei pirazoli, si ossidano facilmente, gli acidi le decompongono: riscaldate perdono azoto e si trasformano in composti a nucleo trimetilenico. Ossidate cautamente tanto le pirazoline quanto le pirazolidine perdono facilmente idrogeno per trasformarsi nei pirazoli corrispondenti. Le pirazolidine si comportano da riduttori energici. Facendo agire le idrazine sugli esteri dei β-chetoacidi si ottengono i pirazoloni, ad es., per azione della fenilidrazina sull'estere acetacetico si ottiene l'1-fenil-3-metilpirazolone sostanza che cristallizza dall'alcool in prismi incolori di p. f. 127°.

Nitrando questa sostanza si ottiene l'1- (p-nitro) fenil-3-metil-4-nitropirazolone o acido picrolonico, importante reattivo che sostituisce con vantaggio l'acido picrico nella caratterizzazione delle basi organiche. Facendo agire lo ioduro di metile o altri agenti di metilazione sul fenilmetilpirazolone si ottiene l'1-fenil-2, 3-dimetil-pirazolone, che trova importante applicazione in terapia col nome di antipirina. Da questa, per azione dell'acido nitroso, si ottiene la nitrosoantipirina, che, ridotta ad aminoantipirina e infine metilata, si trasforma nella dimetilaminoantipirina o piramidone.