DONAGGIO, Pino

Enciclopedia del Cinema (2003)

Donaggio, Pino (propr. Giuseppe)

Paolo Patrizi

Compositore e cantante, nato a Burano (Venezia) il 24 novembre 1941. Dopo una fortunatissima carriera come cantante e autore di canzoni, si è dedicato al cinema, specializzandosi in thriller parapsicologici e metapsichici, che hanno stimolato il suo gusto per una densità orchestrale di tipo sinfonico, su cui si innesta una ritmica intensiva e incalzante, per lo più di matrice elettronica.

Cresciuto in una famiglia di musicisti, D. iniziò a studiare violino all'età di dieci anni (a quattordici debuttò in pubblico con un concerto di Vivaldi), facendo parte di ensembles come I Solisti Veneti e I Solisti di Milano. Una formazione 'classica', dunque, abbandonata, quasi per caso, nel 1959, quando la consapevolezza di avere una voce di cantante di musica leggera lo spinse a un debutto in duo con Paul Anka. Tuttavia, il suo solido background musicale ben presto lo indusse a comporre da solo le proprie canzoni e ad affermarsi come uno dei più quotati cantautori italiani, con una rapida serie di successi coronata nel 1963 dall'exploit di Io che non vivo (sessanta milioni di dischi venduti nel mondo).

A facilitare l'esordio di D. nel cinema fu l'incontro con un regista appassionato di musica pop, Nicolas Roeg, avvenuto casualmente a Venezia, durante la lavorazione del thriller psicologico Don't look now (1973; A Venezia… un dicembre rosso shocking). La colonna sonora, caratterizzata dalla dialettica tra organo e pianoforte e dalla diffusa presenza degli archi, che crea una specie di 'nebbia sonora', venne particolarmente apprezzata dalla critica (la rivista inglese "Films and filming" la giudicò la migliore dell'anno), aprendo la strada alla carriera statunitense del compositore. Importante fu per D. l'incontro con Brian De Palma che gli affidò nel 1976 le musiche di Carrie (Carrie, lo sguardo di Satana); si formò così un fortunato sodalizio, proseguito con Home movies (1979; Home movies ‒ Vizietti familiari), Dressed to kill (1980; Vestito per uccidere), Blow out (1981), Body double (1984; Omicidio a luci rosse) e Raising cain (1992; Doppia personalità ‒ Raising cain): tutti film in cui il commento sonoro si riserva violenti primi piani. La sua fama di compositore particolarmente versato per i generi thriller e horror fu ulteriormente rafforzata dalle collaborazioni che in questo stesso periodo D. strinse con altri registi statunitensi, come David Schmoeller (The tourist trap, 1979, Horror puppet; Crawlspace, 1986, Remember time ‒ Eutanasia di gruppo; Catacombs, 1989) e Joe Dante (Piranha, 1978, Piraña; The howling, 1981, L'ululato).

Lungo la stessa direttrice si mosse, almeno inizialmente, l'attività svolta da D. nel cinema italiano e iniziata nel 1975, all'insegna del 'giallo' metafisico, con Corruzione al Palazzo di giustizia, film tratto da un dramma di U. Betti e diretto da Marcello Aliprandi, regista per il quale D. musicò altri due thriller (Un sussurro nel buio, 1976; Morte in Vaticano, 1983). Nell'ambito del medesimo filone si segnalano le colonne sonore di Nero veneziano (1978) di Ugo Liberatore, Black cat (1981) di Lucio Fulci, Sotto il vestito niente (1985) di Carlo Vanzina e i due film che segnarono l'approdo, forse inevitabile, al cinema di Dario Argento: Due occhi diabolici (1990), diretto dal regista italiano e da George A. Romero, e Trauma (1993). Dalla seconda metà degli anni Ottanta, riportato in Italia il baricentro della sua attività, D. ha iniziato a esplorare anche altri generi: il cinema di impegno civile (Il caso Moro, 1986, e Giovanni Falcone, 1993, entrambi di Giuseppe Ferrara; Un eroe borghese, 1995, film-inchiesta sul caso Ambrosoli diretto da Michele Placido); la commedia (Non ci resta che piangere, 1984, di Roberto Benigni e Massimo Troisi; Il mio West, 1998, di Giovanni Veronesi); il cinema erotico di Tinto Brass (Monella, 1998). Una menzione a parte merita la collaborazione con Liliana Cavani, per la quale D. ha composto le musiche di Oltre la porta (1982), Interno berlinese (1985) e Dove siete? Io sono qui (1993). I risultati sono stati sempre di pregio, ma il senso fantastico della musica di D. si è espresso compiutamente solo nel thriller.

Bibliografia

R. Pugliese, Pino Donaggio, Venezia 1988; "Delos", luglio 1998, 38; F. Liperi, Storia della canzone italiana, Roma 1999, passim.

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