Perugino, Pietro Vannucci detto il

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Pittore (Città della Pieve 1450 circa - Fontignano, Perugia, 1523). Tra i maggiori protagonisti dell'arte rinascimentale italiana, P. si formò sulle opere dei grandi artisti della prima metà del Quattrocento attivi nella sua regione; informato della produzione di Piero della Francesca, fu in seguito nella bottega fiorentina di A. del Verrocchio. Nella bottega del P., la più prestigiosa dell'Italia rinascimentale, dalla metà degli anni Novanta del 15° sec. fece la sua comparsa il giovane Raffaello.

Vita e attività

Dalla città di Perugia, dove visse a lungo ed esercitò importanti magistrature, derivò il nome col quale è più comunemente conosciuto. Forse nel paese nativo e a Perugia compì la sua prima educazione. Si formò sull'opera di Piero della Francesca e a Firenze, dove nel 1472 fu iscritto alla Compagnia di S. Luca, fu probabilmente allievo di A. del Verrocchio, vide le opere dei primitivi fiamminghi che in quel tempo erano ricercate tanto volontieri, si addestrò accanto ai migliori contemporanei fiorentini nella tecnica della pittura a olio che ancora non era conosciuta in Umbria. L'influsso di Piero, evidente nell'equilibrio compositivo e nelle chiare e luminose prospettive delle architetture e dei paesaggi, si fonde con il senso verrocchiesco della linea e del chiaroscuro, come appare già nelle opere giovanili (Adorazione dei Magi, 1473, e alcune delle Storie di s. Bernardino, 1473, ambedue a Perugia, Galleria nazionale dell'Umbria). Le opere eseguite in quegli anni a Perugia, quasi del tutto perdute (dipinti nel palazzo dei Priori, 1475; decorazione della cappella della Maddalena nella chiesa di Cerqueto, 1478, di cui resta un frammento con S. Sebastiano), dovettero dare gran fama al P., che fu chiamato a Roma da papa Eugenio IV nel 1478 per decorare la Cappella della Concezione nell'antica S. Pietro, e di nuovo nel 1480 per la decorazione della Cappella Sistina in Vaticano (Consegna delle chiavi, 1481). Dopo il successo romano, che consacrò il P. come il più importante artista della penisola alla fine del Quattrocento, la sua attività fu intensissima, svolta soprattutto tra Perugia e Firenze; le sue composizioni assumono maggior respiro e le sue figure acquistano più solido impianto, forse per l'influsso dell'ambiente artistico romano (Melozzo, Antoniazzo); sono di questa fase la Visione di s. Bernardo (1489-90, Monaco, Alte Pinakothek), il trittico con la Natività (1491, Roma, Villa Albani), il Compianto su Cristo morto (1494-95, Firenze, Galleria Palatina), l'affresco con la Crocifissione (1495, Firenze, S. Maria Maddalena dei Pazzi), la pala per S. Pietro a Perugia. In questo periodo il P., che rivela inoltre notevoli doti di ritrattista (Francesco delle Opere, Firenze, Uffizi), fissa il suo ideale formale della figura, creando quel tipo di bellezza femminile elegante e aggraziato, di intonazione sentimentale, che caratterizza le sue Madonne (Washington, National gallery of art; Firenze, Uffizi). Agli anni 1499-1507 risalgono gli affreschi del Collegio del Cambio a Perugia, eseguiti forse in collaborazione con il giovane Raffaello, già entrato nella sua bottega. L'attività tarda del P., pur segnata ancora da importanti commissioni (Lotta tra Amore e Castità per lo studiolo di Isabella d'Este, 1505, Louvre; vele della Stanza dell'Incendio di Borgo nei Palazzi Vaticani, 1508), denuncia una certa stanchezza di invenzione, evidente nella ripetitività di schemi e formule ormai convenzionali.

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