PIETRO da Saluzzo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 83 (2015)

PIETRO da Saluzzo

Bernardo Oderzo Gabrieli

PIETRO da Saluzzo (Pietro Pocapaglia). – Non si conosce la data esatta della nascita di Pietro, avvenuta a Saluzzo, in seno alla famiglia di pittori Pocapaglia, di cui si hanno notizie già dal XIV secolo (Quasimodo - Senatore, 2008, pp. 153-155). Il corpus di opere riferite a Pietro, già “Maestro di Villar” (Perotti, 1962 e 1968), di sole pitture murali, va dal 1438, data dal Transito della Vergine in S. Maria degli Alteni a Centallo (Galante Garrone, 1979, p. 406), fino al 1480 (Rossetti Brezzi, 1985, pp. 109-111); la sua attività è legata soprattutto a una committenza parcellizzata sul territorio dell’antico marchesato di Saluzzo, prevalentemente di ordini religiosi (benedettini, agostiniani, francescani), e mai, a quanto è dato sapere oggi, marchionale (ibid., pp. 33 s.).

Si formò verosimilmente presso Antonio Pocapaglia, suo avo, protagonista della pittura locale nei primi decenni del Quattrocento, come dimostrano due prestigiose commissioni, entrambe perdute: nel 1428, Antonio fu incaricato di realizzare l’ancona scolpita, dorata e dipinta per l’altare maggiore della cattedrale di Fossano (Caramelli, 1714, 1991); nel 1437, dipinse una Danza macabra nel chiostro maggiore di S. Francesco della stessa città (Muratori, 1787; Leone, 1981, pp. 153-155). Pietro dovette seguirne le imprese decorative fino a ereditarne tanto la fiducia quanto la fama, tornando decenni dopo negli stessi luoghi dove aveva operato Antonio, identificato nella personalità stilistica del “Maestro di S. Albano Stura”, come a Fossano, nella parrocchiale di Verzuolo, in S. Giovanni a Saluzzo e in S. Francesco a Cuneo (Galante Garrone, 1992, pp. 209-215).

L’attestazione più antica, «Petrum de pauca palea de Salucis» (Leone, 1981, pp. 153 s.), si trova nella descrizione del notaio Francesco Boetto prima della ristrutturazione, nel 1620, della cappella delle Reliquie nella cattedrale di Fossano, dove era un ciclo con le Storie di s. Giovenale e i Dottori della chiesa, firmato e datato 27 giugno 1445. A un’altra opera fossanese, anch’essa perduta, si riferisce un contratto del 1453, dove il pittore si impegnò a decorare la facciata della Confraternita del Crocefisso, con Storie della Passione di Cristo, Natività di Maria, e gli apostoli Pietro e Paolo (Giaccardi, 1877).

Tra gli anni Quaranta e Cinquanta del Quattrocento, Pietro dimostrava già uno stile autonomo, estraneo alle suggestioni jaqueriane, originale e demodé, di ascendenza lombarda, nei panneggi morbidi e svolazzanti, unito a una vena gotica leggera, nelle figure allungate e chiaroscurali, come si vede nella Crocifissione con devoti che recitano laudi oggi nella cappella del Ss. Sacramento nel duomo di Saluzzo, già chiesa di S. Sebastiano, nella Crocifissione in S. Agostino a Carmagnola e nell’Annunciazione sull’odierna controfacciata di S. Giovanni Battista a Savigliano, databile antecedentemente ai lavori del 1454 (Turletti, 1887; Manavella, 2012, p. 307, la ritiene successiva al 1470).

Dopo queste prime opere, lo stile di Pietro subì l’influsso della corrente figurativa più espressionista, attraverso gli anonimi maestri di S. Maria del Monastero e della parrocchiale della Manta, come dimostrano i cicli successivi, nell’avanzata ricerca fisionomica dalla marcata caratterizzazione dei volti.

Pietro lavorò nella cappella della Ss. Trinità di Scarnafigi tra il 1455 e il 1458 (Galante Garrone, 1979, p. 406; Panzetta, 1982-1983, pp. 160-173), quando concluse la teoria degli Apostoli dell’abside e dipinse sulle pareti S. Bernardino da Siena, la Trinità e la Predica del beato Vincenzo Ferreri  per «frater Antonius de Vig(ono)» (Senatore, 2004, p. 81). Proprio a Vigone, in S. Maria de Hortis, si riconosce la sua mano per l’edicola con S. Michele arcangelo, s. Caterina e s. Sebastiano, con lo stemma dell’antica famiglia locale Vincenti (Quasimodo - Senatore, 2008, p. 163). Nella parrocchiale dei Ss. Filippo e Giacomo di Verzuolo, tra il 1453 e il 1459 (Boero, 1975, 1993, p. 130), affrescò, nella prima cappella a sinistra, le Storie di s. Antonio abate, l’Ascensione di Cristo e un’Annunciazione, nella seconda a destra, S. Margherita, S. Apollonia e S. Paolo che cade da cavallo, e, con collaboratori, S. Grato e S. Sebastiano (Rossetti Brezzi, 1985, p. 110; Senatore, 2004, pp. 81-84). In questo torno d’anni gli spettano forse anche i frammenti presenti a Vignolo in S. Maria del Belvedere, con l’Eterno in mandorla, la Vergine fra donne oranti, S. Giovanni Battista con devoto, Profeti e Sibille (Perotti, 1980; Cartei, 2004, pp. 54-57).

Nel 1455 Pietro fu nominato amministratore delle figlie ed eredi del collega più anziano Sebastiano Fontana (Pasquino, 2002, p. 530), al quale dovette essere legato da tempo in quanto anch’egli attivo presso i cantieri saluzzesi della prima metà del XV secolo.

Intorno agli anni Sessanta, forse in collaborazione con lo stesso Fontana, per la committenza degli Anselmi, dipinse le Storie di s. Antonio abate dell’omonima cappella in S. Giovanni a Saluzzo, simmetriche rispetto alle Storie della Passione della prospiciente cappella della Croce, eseguite quarant’anni prima da Antonio (Marino - Quasimodo - Senatore, 2002, pp. 300 s.). Seguirono: il S. Giorgio e la principessa in S. Ponzio a Castellar di Pagno; un frammentario episodio delle Storie di s. Sebastiano nella parrocchiale di Niella Tanaro, nel monregalese (Galante Garrone, 1999, pp. 283 s.) e le pitture della chiesa di S. Sebastiano a Monterosso Grana, datate 1468 (Marino - Quasimodo - Senatore, 2002, p. 298).

Nel 1469 firmò e datò in Villar San Costanzo il ciclo della cappella di S. Giorgio nell’ex abbazia benedettina di S. Costanzo, caratterizzandosi per l’estrema raffinatezza compositiva, di grande efficacia narrativa (Arnaudo, 1977, pp. 89 s.). Il 19 aprile 1472 s’impegnò a eseguire per una cifra di 50 fiorini, con la raccomandazione di usare azzurro, oro e colori buoni e fini, le Storie della Passione nella volta della confraternita di S. Croce in S. Francesco a Cuneo (Camilla, 1970, pp. 123 s.), che furono pagate nel mese di ottobre (Id., 1972, pp. 391 s.).

In S. Francesco a Cuneo, oltre alle pitture documentate, si attribuiscono alla sua équipe, sulla seconda colonna della navata sinistra, una testa di s. Michele arcangelo e un santo vescovo, nel sottarco della seconda cappella sinistra, S. Francesco e S. Bartolomeo, e, assieme a un collaboratore di gusto più flamboyant, la volta coi Dottori della cappella di S. Bonaventura, verso gli anni Ottanta (Senatore, 2007, pp. 160-162; Marino - Quasimodo, 2011, pp. 24-27). Nonostante l’esperienza maturata, il suo stile tende a ripetersi, calligrafico e riconoscibile, proponendo modelli da repertorio per mano dei molti aiuti di bottega, a testimonianza del monopolio di un gusto cortese che prediligeva la sontuosità delle stoffe ai solidi volumi dei personaggi.

Fra le ultime prove sono da ricordare: a Piasco, le pitture della cappella di S. Anna, datate 1470 (Annunciazione e Madonna col Bambino fra s. Anna e s. Orsola), quelle del pilone di via Umberto, datato 1472 (di cui un S. Nicola da Tolentino è oggi a Saluzzo, casa Cavassa) e dell’antica chiesa di S. Giovanni Battista, del 1473 (S. Caterina d’Alessandria, S. Maria Maddalena, S. Nicola da Tolentino e una scena delle Storie del Battista); a Valgrana, le Sibille in S. Martino e la decorazione della cappella dei Ss. Bernardo e Mauro; una S. Cecilia nella cappella di S. Maria della Spina a Revello, in parte ritoccata (Senatore, 2004, p. 100, nota 29), ed il ciclo della cappella Allemandi con Storie di s. Magno nel santuario di Castelmagno (1475-1480) (Quasimodo, 2000, pp. III-IV).

Morì presumibilmente dopo quest’ultimo intervento.

Fonti e Bibl.: M.A. Caramelli, Historia della chiesa di San Giovenale di Fossano (1714), a cura di M. Leone, Fossano 1991, p. 122; G. Muratori, Memorie storiche della città di Fossano, Torino 1787, pp. 56 s.; G.B. Giaccardi, Ricerche storiche intorno alle Confraternite ed all’Ospedal Maggiore di Fossano, Fossano 1877, p. 55; C. Turletti, Storia di Savigliano corredata di documenti, II, Religione, Letteratura, Belle Arti, Beneficenza, Corografia, Economia politica, Savigliano 1887, p. 122; M. Perotti, Il Maestro di Villar, in Cuneo Provincia Granda, XI (1962), 2, pp. 7-13; Id. Il “Maestro del Villar”. Considerazioni su un pittore del Quattrocento, ibid., XVII (1968), 2, pp. 25-32; P. Camilla, Archivio storico dell’ospedale civile di S. Croce in Cuneo: indici e regesto, Cuneo 1970, pp. 123 s.; Id., L’Ospedale di Cuneo nei secoli XIV-XVI: contributo alla ricerca sul Movimento dei Disciplinati, Cuneo 1972, pp. 391 s.; G. Boero, L’antica parrocchiale dei Santi di Filippo e Giacomo in Terzuolo (1975), in Bollettino della Società per gli Studi storici, archeologici ed artistici della provincia di Cuneo, CIX (1993), pp. 125-149; A. Arnaudo, Sul ciclo di affreschi della cappella di San Giorgio nella parrocchiale di Villar San Costanzo, ibid., IX (1977), pp. 89 s.; G. Galante Garrone, Maestro di Roletto, 1420-1430, in Giacomo Jaquerio e il gotico internazionale (catal.), a cura di E. Castelnuovo - G. Romano, Torino 1979, pp. 404-406; M. Perotti, Repertorio dei monumenti artistici della provincia di Cuneo, I, Territorio dell’antica marca saluzzese, Cuneo 1980, pp. 91 s.; M. Leone, Arte sacra a Fossano, in Strumenti per la ricerca sulla religione delle classi popolari, I, Problemi d’impostazione e di metodo: il caso di Fossano, a cura di F. Bolgiani, Fossano 1981, pp. 149-169; A. Panzetta, Il pittore P. da S., tesi di laurea in Storia dell’arte medievale, Università degli Studi di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1982-1983 (relatore: prof. E. Castelnuovo); E. Rossetti Brezzi, Percorsi figurativi in terra cuneese. Ricerche sugli scambi culturali nel basso medioevo, Alessandria 1985, pp. 33-36, 109-111; G. Galante Garrone, Cicli pittorici nell’«Ecclesia prope castrum»: il fascino discreto del contesto locale, in Le Arti alla Manta. Il Castello e l’Antica Parrocchiale, a cura di G. Carità, Torino 1992, pp. 209-225; Ead., Alla ricerca di Ruffino, e altro. Affreschi nell’antica Parrocchiale di Santa Caterina a Villanova Mondovì, in Le risorse culturali delle valli monregalesi e la loro storia, a cura di Ead. et al., Savigliano 1999, pp. 283-285; F. Quasimodo, Arte medievale nel santuario, in G. Musso, Il santuario di San Magno, Cuneo 2000, pp. III-XIX; Ead. - L. Marino - L. Senatore, Botteghe pittoriche del secondo Quattrocento, novità e revisioni, in Storia di Cuneo e del suo territorio, 1198-1799, a cura di R. Comba, Savigliano 2002, pp. 297-309; G.M. Pasquino, Dall’Archivio Capitolare di Torino importanti novità sui pittori Sebastiano Fontana e Pietro di Pocapaglia, in Archivio Teologico Torinese, VIII (2002), pp. 527-533; E. Cartei, Episodi di tardogotico in Valle Grana, in Valle Grana. Una comunità tra arte e storia, Cuneo 2004, pp. 51-76; L. Senatore, La produzione pittorica di P. da S. in Valle Grana, ibid., pp. 77-101; Ead., in La Carità svelata. Il patrimonio storico artistico della Confraternita e dell’Ospedale di Santa Croce in Cuneo (catal.), a cura di G. Galante Garrone - G. Romano - G. Spione, Cuneo 2007, pp. 160-163, scheda 1; Ead. - F. Quasimodo, Il Quattrocento dei pittori Pocapaglia, in Arte nel territorio della diocesi di Saluzzo, a cura di R. Alemanno - S. Damiano - G. Galante Garrone, Savigliano 2008, pp. 143-165; L. Marino - F. Quasimodo, Frammenti di storia. Per la ricostruzione dell’arredo di San Francesco, in San Francesco in Cuneo. Torna a vivere il cuore della città, a cura di P. Bovo, Savigliano 2011, pp. 24-28; F. Quasimodo, Tra Gotico e Rinascimento: l’arte a Fossano, in Storia di Fossano e del suo territorio, III, Nel ducato sabaudo (1418-1536), a cura di R. Comba, Fossano 2011, pp. 233-236; S. Manavella, San Giovanni Battista, Savigliano, in Tommaso e Matteo Biazaci da Busca, a cura di A. De Floriani - S. Manavella, Cuneo 2012, pp. 304-307.

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