AULETTA, Pietro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 4 (1962)

AULETTA, Pietro

Ulisse Prota-Giurleo

Nacque a S. Angelo a Scala (Avellino) da Leonardo verso il 1698. Compì i suoi studi nel conservatorio musicale di S. Onofrio a Nanoli con i maestri N. Grillo, A. Amendola e N. Porpora, e riuscì ottimo maestro di cappella e compositore di musica sacra e teatrale. Nel 1722 l'A. sposò Anna Biancone ed ebbe una numerosa famiglia (uno dei figli, Domenico, fu valente organista e compositore di musica sacra). Nel 1724 l'A. era già maestro di cappella dell'importante chiesa di S. Maria la Nova. L'anno seguente iniziò la sua carriera teatrale con Il trionfo dell'Amore, overo Le nozze tra amici, di C. de Palma, rappresentato nell'autunno al Teatro Nuovo di Napoli (sul libretto di quest'opera l'A. si intitolava maestro di cappella del principe di Belvedere), seguito da La Carlotta di B. Saddumene, in dialetto napoletano (Napoli, teatro dei Fiorentini, primavera 1726) e dall'Ezio del Metastasio (Roma, teatro Alibert o delle Dame, 26 dic. 1728).

Dopo circa dieci anni, l'A. ritornò alle scene con l'Orazio, libretto di A. Palomba (Napoli, Teatro Nuovo, carnevale 1737), Il Marchese Sgrana, dello stesso (ivi, primavera 1738), e La Locandiera, di G. A. Federico, unica opera buffa rappresentata al S. Carlo di Napoli il 10 luglio 1738, e che gli fu ricompensata con 110 ducati.

L'opera Orazio ebbe una serie di modifiche e aggiunte quasi ad ogni successiva rappresentazione, tanto che finì per essere un vero "pasticcio" (pur conservando qualche pezzo più popolare dell'A.), spesso soltanto attribuito all'Auletta. Il Walker scrive che in una partitura dell'Orazio, conservata manoscritta nella Biblioteca del Conservatorio di Firenze (D. 27), sotto il nome dell'A. sono in realtà incluse musiche di M. Fini, L. Leo, G. B. Pescetti, G. B. Pergolesi, G. M. Orlandini, D. Terradellas, P. Pulli, ecc., mentre solo sette numeri (pezzi) sono, degli originali trentaquattro, dell'Auletta. Ciò spiega come l'opera in alcune rappresentazioni venisse attribuita ad altri compositori; sul libretto, infatti, dell'esecuzione data a Venezia nell'autunno 1743 al teatro S. Moisè figurano i nomi di G. Latilla e Pergolesi, come su quello della rappresentazione di Bruxelles nel 1739 accanto all'A. c'è anche il nome di B. Galuppi. Una "condensata e adulterata" versione dell'Orazio fu infine, secondo il Walker, il celebre intermezzo Il Maestro di musica, rappresentato all'Opéra di Parigi nel 1752 e qui pubblicato nel 1753 erroneamente sotto il nome di Pergolesi: quattro pezzi di questo intermezzo sono dell'A., le aggiunte di altri compositori. Non è dato di sapere, inoltre, se El Maestro de Capilla, "drama iocoso en lengua italiana para musica, que se ha de representar en el Teatro de Barcelona en el año 1750" (nel libretto alla Biblioteca del Liceo musicale di Bologna il frontespizio e la dedica sono in spagnolo, il resto in italiano), e rieseguito al Teatro italiano di Cadice nel 1762, sia l'intermezzo-pasticcio di Parigi o un originale arrangiamento dell'opera Orazio fatto dall'A. stesso (i personaggi che appaiono nel libretto della rappresentazione di Cadice sono gli stessi del libretto dell'Orazio del Palomba), che appunto nel 1739 aveva composto uno dei quattro intermezzi inviati a Madrid per le nozze dell'infante Filippo di Borbone con Luisa Elisabetta, figlia di Luigi XV. Il Cotarelo y Morì parla anche di una "zarzuela", Una vez da Amor la paz, scritta nel 1746 per il Teatro di Barcellona da P. P. Gregori e musicata da José Martí, seguita al finale dalla farsa di musica El Maestro de Capilla, "tutta cantata e in cui si parla italiano quasi tanto quanto spagnolo", e che, almeno dai personaggi che figurano nel libretto, non sembra essere quella dell'A. eseguita a Cadice nel 1762.

Altre opere composte dall'A. per Napoli furono Don Chichibio nel carnevale 1739 per il Teatro Nuovo (opera erratamente attribuita dal Florimo a P. Guglielmi), L'Amor costante, per il teatro dei Fiorentini (1739) e nell'autunno del 1740, L'impostore, su libretto di C. Fabozzi, per lo stesso teatro. Nel carnevale 1743 l'A. si recò a Torino, dove compose per il Teatro Regio l'opera seria Caio Fabricio di A. Zeno, in cui cantarono il famoso sopranista Felice Salimbeni, Teresa Baratti e il tenore Gregorio Babbi. Al teatro Valle di Roma l'A. fece rappresentare nel carnevale 1747 Il Marchese di Spartivento ovvero Il cabalista ne sa men del Caso (con alcune arie di B. Micheli), e nel carnevale successivo ancora a Torino fu eseguita al teatro Carignano la sua opera L'Impresario (ridata nella stessa stagione con il titolo L'Impresario abbandonato al Teatro di corte di Monaco). All'A. è attribuita anche parte della musica dell'intermezzo Il Giocatore, rappresentato all'Opéra di Parigi il 22 ag. 1752 (e ancora al Teatro di corte di Pietroburgo il 10 ott. 1757), altro "pasticcio", al quale, secondo le più recenti ricerche, contribuirono il Pergolesi, l'Orlandini e G. M. Buini. L'ultima opera dell'A. fu Didone del Metastasio, eseguita a Firenze nell'autunno 1759 al teatro di via della Pergola, la cui partitura autografa si trova alla Biblioteca del Conservatorio di Firenze (D. 26).

L'A. morì a Napoli nel settembre 1771.

Compositore di grande finezza, l'A. meriterebbe d'essere meglio conosciuto e studiato, specialmente a confronto di L. Vinci, L. Leo e Pergolesi. Non a caso, infatti, l'abate Fortunato Santini aveva copiato diversa musica dell'A. per il suo studio sulla scuola napoletana del Settecento e che figura tuttora nella sua raccolta a Miinster (Santini-Bibliothek im, Bistumsarchiv): l'antifona Christus factus est, con oboe, violini, viola e basso; il salmo De profundis,per soprano con violini e corni; la prima opera Il trionfo dell'Amore. Pochissima altra musica dell'A. si conserva in Biblioteche italiane e straniere (Napoli, Londra, Monaco, ecc.).

Fonti e Bibl.: Napoli, Archivio della Curia Arcivescovile, Fascicolo Agostino Santamaria, anno 1753; C. A. De Rosa marchese di Villarosa, Memorie dei Compositori di Musica del Regno di Napoli, Napoli 1840, p. 8: F. M. Rudhart, Geschichte der Oper am Hofe zu München. Erster Theil: Die italienische Oper von 1654-1787, Freysing 1865, p. 133; F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi Conservatori, IV, Napoli 1881, pp. 44, 52, 108, 112, 235, 245; J. Killing, Kirchenmusikalische Schätze der Bibliothek des Abbate Fortunato Santini..., Düsseldorff s.d. [ma 1910], pp. 22, 474 s.; E. Cotarelo y Mori, Origenes yestablecimiento de la ópera en España hasta 1800, Madrid 1917, p. 213 s., 258; R.-Aloys Mooser, Annales de la musique et des musiciens en Russie au XVIII siècle, I, Des origines à la mort de Pierre III (1762), Genève 1948, pp. 75, 264, 393; F. Walker, Orazio: the History of a pasticcio, in The Musical Quarterly, XXXVIII(1952), n. 3, pp. 353-383; U. Sesini-G. Gaspari, Catalogo della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna, V, Libretti d'opera in musica, Bologna 1943, p. 31; U. Manferrari, Diz. universale delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, p. 71 s.; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, I, p. 241; G. Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, p. 261; Encicl. dello Spettacolo, I, col.1138 s.; Diz. Ricordi della musica e dei musicisti, Milano 1959, p. 74.

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