SOLARI, Pietro Antonio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 93 (2018)

SOLARI, Pietro Antonio

Jessica Gritti

SOLARI, Pietro Antonio. – Nacque a Milano intorno alla metà del XV secolo, presumibilmente tra il 1450 e il 1455 (Zani, 2011, p. 254) da Guiniforte e da Giovannina da Cesate. Fu nipote di Giovanni Solari (nonno) e di Francesco Solari (zio), cugino di Cristoforo Solari e cognato di Giovanni Antonio Amadeo, che ne sposò la sorella Maddalena (Morscheck - Sironi - Venturelli, 2000, pp. 327 s.).

Le prime attestazioni documentarie compaiono nel settembre del 1476 (Annali..., II, 1877, pp. 291 s.), quando per intercessione ducale Pietro Antonio ottenne la nomina di ingegnere nella Fabbrica del duomo di Milano, con il compito di sostituire il padre nei periodi di assenza dal cantiere (26 settembre 1476; Milano, Archivio della veneranda Fabbrica del duomo, Ordinazioni capitolari, III, c. 110r). La nomina risulta confermata il 26 ottobre, quando egli era chiamato ancora «adolescens» (Ordinazioni capitolari, III, c. 110r; Annali..., II, 1877, p. 292) e di nuovo il 30 luglio 1478, quando Bona di Savoia e Gian Galeazzo Maria Sforza specificavano che Guiniforte e Pietro Antonio restassero i soli ingegneri della Fabbrica (Ordinazioni capitolari, III, c. 130r; Annali..., II, 1877, pp. 302 s.).

Potrebbe collocarsi alla fine degli anni Settanta o nei primi anni Ottanta una statua di S. Nazaro nella cattedrale di Crema, proveniente dal duomo di Milano e attribuibile secondo Vito Zani a Pietro Antonio, così come forse la sua copia quasi identica, ancora presente presso i depositi della cattedrale milanese, entrambe avvicinabili a una terza statua, posta sull’arcone meridionale del tiburio (plausibilmente un S. Cristoforo; Zani, 2011, pp. 251-255).

A Pietro Antonio fu commissionata dalla Fabbrica del duomo la statua cosiddetta della Madonna del coazzone, che la storiografia identifica pressoché concordemente con la scultura in deposito dal 1864 presso il Museo patrio di archeologia di Milano e oggi esposta entro la cappella ducale nel Museo d’arte antica del castello Sforzesco (Markham Schulz, 2013, pp. 96-98; Fiorio, 2013, pp. 121-126). La realizzazione di un nuovo altare e di una nuova statua con questo soggetto fu deliberata nel 1479 (Annali..., II, 1877, p. 308; Zani, 2011, p. 253 nota 8): il marmo necessario all’esecuzione risultava già a disposizione di Pietro Antonio il 26 luglio 1481 (Annali..., III, 1880, p. 9) ed egli fu pagato 72 lire imperiali il 19 aprile 1485 (p. 26), mentre il 16 aprile 1487 la statua era conclusa, poiché è documentata l’esecuzione di dorature da parte dei pittori Giovanni Bernardino e Giovanni Stefano Scotti (p. 36; per altri documenti e dettagli sulla vicenda: Zani, 2011, p. 253; Fiorio, 2013, p. 126; Markham Schulz, 2013, p. 96).

Nel 1482 Pietro Antonio fu impegnato nel completamento e nella messa in opera del portale marmoreo di S. Francesco a Piacenza, iniziato dal padre nel 1454 (Fiori, 1966-1967, pp. 135-138), e per il quale egli potrebbe avere realizzato la lunetta con S. Francesco che riceve le stimmate (Zani, 2011, pp. 254 s.). Sulla base di questa attestazione piacentina, Bruno Adorni ha ipotizzato un progetto di Pietro Antonio per la chiesa benedettina di S. Sisto (1998, p. 23).

Parallelamente alla carriera di scultore, formatosi nel cantiere del duomo di Milano, in linea con la tradizione familiare, Pietro Antonio condusse infatti, sulle orme del padre, anche una prolifica attività di architetto. Con grande probabilità subentrò a Guiniforte nel cantiere di S. Maria del Carmine a Milano (entro il 1472 e fino al termine dei lavori nel 1489), dove il suo intervento sembra aver interessato la costruzione delle volte (1472-76), la conclusione esterna del transetto, la realizzazione della sacrestia (terminata nel 1480) e di diverse cappelle, quali quella di S. Stefano, quella di S. Leonardo e quella di S. Giacomo. Solari lavorò anche nel convento annesso, costruendo il dormitorio nel 1489 (Patetta, 1987, pp. 50 s.).

Tradizionalmente (cfr. Romanini, 1956) è ipotizzata la sua presenza nella chiesa dell’Incoronata (dopo il 1470), con l’edificazione delle cappelle laterali e dei piloni interni in mattoni (accolta dubitativamente in Patetta, 1987, pp. 89 s.), in S. Maria della Pace (1480-90; ibid., pp. 108 s.), in S. Bernardino alle Monache (dopo il 1480; p. 138), in S. Pietro in Gessate (entro il 1490; p. 151), in S. Maria della Rosa (1481-90; p. 175 nota 9) e, secondo Luciano Patetta, anche in S. Maria in Camposanto (p. 366).

Alla morte del padre, nel gennaio del 1481, Pietro Antonio fece richiesta di essere nominato suo successore alla testa della Fabbrica del duomo, ma i deputati si opposero alla candidatura (11 febbraio; Milano, Archivio della Veneranda Fabbrica del duomo, Ordinazioni capitolari, III, c. 176v; Annali..., III, 1880, pp. 2 s.), che era stata invece caldeggiata anche dai confratelli della Scuola dei Ss. Quattro Coronati (5 gennaio 1481; Archivio di Stato di Milano, Notarile, 3488, Alberto Sansoni; Repishti, 2017, p. 71).

Pietro Antonio sostituì Guiniforte nella fabbrica ducale dell’ospedale Maggiore di Milano (12 gennaio 1481; Annali..., III, 1880, pp. 1-2; Giovanni Antonio Amadeo, 1989, pp. 124 s., doc. 65), sebbene non sia chiaro il suo ruolo all’interno del cantiere, dove compare documentato al pari di altri maestri come Ambrogio da Rosate, Pietro da Velate, Francesco da Lonate e Ambrogio Senago (Patetta, 1987, p. 288). Il 13 gennaio 1481 la segreteria ducale aveva inviato una lettera elogiativa del suo operato anche al priore della certosa di Pavia (Malaguzzi Valeri, 1906, pp. 114 s.). Il 12 novembre 1483 Pietro Antonio prese presso di sé come apprendista per cinque anni il cugino Cristoforo Solari (Archivio di Stato di Milano, Notarile, 625, Protaso Sansoni; Biscaro, 1912, p. 79; Morscheck, 1997, p. 198 nota 35). Il 7 maggio 1484 un «Pier Antonio de Solerio» ricevette 100 ducati per il monumento funebre del vescovo Marco Cattaneo de’ Capitani di Locarno, del quale sopravvive solo il gisant nella cattedrale di Alessandria (Sant’Ambrogio, 1896; Markham Schulz, 2013, pp. 96 s.).

Un contratto di vendita della casa di Pietro Antonio Solari a Milano fu rogato il 14 aprile 1488 in sua assenza tramite procuratori e, poiché egli non è successivamente attestato in città (Archivio di Stato di Milano, Notarile, 621, Protaso Sansoni; Morscheck, 2016, p. 437), potrebbe essere partito poco prima di questa data alla volta di Mosca (dove grande fortuna trovarono gli architetti italiani, chiamati Frjazin, cioè stranieri), al seguito degli ambasciatori Dmitrij e Manuil Ralev, e con Andrea Paleologo, fratello della principessa bizantina Zoe, moglie del granduca Ivan III. Insieme a Pietro Antonio arrivarono a Mosca un suo allievo di nome Giovanni Antonio, fonditore di cannoni, un Jacopo con la moglie e un Cristoforo argentiere con due scolari di Roma; inoltre, da Milano il tedesco Alberto da Lubecca e un tale Carlo con un suo allievo; da Venezia, invece, il greco Pietro Raico, il frate agostiniano Giovanni Salvatore e un altro greco di nome Arganogoi (Karamzin, 1819; Caffi, 1878, p. 689). Sempre nominato come «Pëtr Antonij Frjazin architekton» («ingegnere capo»), Solari fu preposto alla prosecuzione dei lavori iniziati da Aristotele Fioravanti al Cremlino moscovita (Viganò, 2003, pp. 108 s.). Una lapide posta sulle mura del Cremlino ricorda «Petrus Antonius Solarius Mediolanensis» e la data 1491 (trascrizione completa in Caffi, 1878, p. 690; Malaguzzi Valeri, 1906, p. 115; Lo Gatto, 1990, p. 20). Pietro Antonio lavorò principalmente al lato della fortezza verso la Moscova e sul fronte prospiciente l’attuale piazza Rossa. Inoltre, proseguì i lavori alle cortine murarie e realizzò le torri Borovickaja (1490), quella detta di Costantino ed Elena sul lato orientale verso la piazza Rossa (1490) e la Spasskaja (1491), in collaborazione con Marco Frjazin. Edificò anche il tratto di muro che collega la Borovickaja con la torre Sviblova; sempre nel 1491 mise mano all’edificazione della torre Nikolskaja e, dopo aver eretto il tratto di muro dalla Nikolskaja al torrente Neglinaja, nel 1492 realizzò la torre detta Angolare o dell’Arsenale (Sobakina). Pietro Antonio Solari contribuì inoltre ai lavori di Marco Frjazin per la costruzione del palazzo delle Faccette (1490-91). Sono state attribuite a Solari anche la cinta muraria e le torri del Cremlino di Novgorod (Cazzola, 1969), e, più recentemente, la fondazione della fortezza quadrangolare di Ivangorod, presso Narva (Viganò, 2003, pp. 111 s.).

Solari morì «in partibus Rossie» entro il 22 novembre 1493, quando il duca di Milano ordinò di consegnare alla madre i documenti relativi alla sua successione (Caffi, 1878, pp. 690-692).

Fonti e Bibl.: N.M. Karamzin, Istorija Gosudarstva Rossijskago (Storia della Federazione russa), VI, Sankt-Peterburg 1819, pp. 34 s.; L.G. Calvi, Notizie sulla vita e sulle opere dei principali architetti, scultori e pittori che fiorirono in Milano durante il governo dei Visconti e degli Sforza, II, Milano 1865, p. 81; Annali della Fabbrica del duomo di Milano dall’origine fino al presente, pubblicati a cura della sua amministrazione, II, Milano 1877, pp. 291 s., 302 s., 308, III, 1880, pp. 1-3, 9, 26, 36; M. Caffi, Artisti lombardi del secolo XV, in Archivio storico lombardo, V (1878), pp. 669-693; D. Sant’Ambrogio, Una statua di P.A. S. del 1484 nella cattedrale di Alessandria, in Lega lombarda, 1896, n. 320, pp. 28 s.; F. Malaguzzi Valeri, I Solari architetti e scultori lombardi del XV secolo, in Italienische Forschungen, I, Berlin 1906, pp. 59-168 (in partic. pp. 112-132); G. Biscaro, I Solari da Carona, in Bollettino storico della Svizzera italiana, XXXIV (1912), pp. 61-77; Id., La Madonna del ‘Coazzone’ ed i Solari, ibid., pp. 77-80; L. Beltrami, Artisti italiani a Mosca al servizio di Ivan III, in Atti della Società piemontese di archeologia e belle arti, 1925, vol. 10, pp. 217-224; S., P.A., in Allgemeines Lexicon der bildenden Künstler, a cura di U. Thieme - F. Becker, XXXI, Leipzig 1937, pp. 230 s.; P. Mezzanotte - C. Bascapè, Milano nell’arte e nella storia, Milano 1948, p. 535; C. Santoro, Gli uffici del dominio sforzesco (1450-1500), Milano 1948, pp. 126, 185; A.M. Romanini, I Solari nella storia dell’architettura milanese del XV secolo, in Storia di Milano, VII, Milano 1956, pp. 601-618; V. Lasareff, Le opere di P.A. S. in Russia ed i rapporti italo-russi nel tardo Quattrocento, in Arte e artisti dei laghi lombardi, I, Architetti e scultori del Quattrocento, a cura di E. Arslan, Como 1959, pp. 423-440; G. 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