PIETRA FOCAIA

Enciclopedia Italiana (1935)

PIETRA FOCAIA (fr. pierre à feu; sp. piedra de chispa, pedernal; ted. Feuerstein; ingl. flint)

Carlo ALBIZZATI
Mariano BORGATTI

Nome comune alla selce piromaca (v. calcedonio), alla pirite, all'agata, quando erano usate per produrre scintille di fuoco.

L'uso della pietra focaia per accendere il fuoco era generale presso i Romani nel sec. I d. C., ma doveva risalire ad età molto più antica: Plinio (Nat. Hist., VII, 198) ricorda Pyrodes di Cilicia come suo mitico inventore e accenna alla percussione col ferro e all'accensione dei funghi secchi. Per ottenere rapidamente la fiamma si adoperavano fuscelli intrisi nello zolfo, commerciati nelle città (Marziale, I, 41; X, 3). Lo strumento per battere la pietra doveva essere già allora poco diverso dall'acciarino moderno, detto focile in latino e in volgare nel Medioevo. Nessun esemplare antico fu riconosciuto finora; quelli riprodotti qui nella figura, sono assai recenti, di fabbrica lombarda.

La pietra focaia per le armi da fuoco era un piccolo pezzo quadro di silice, che si applicava fra le ganasce del cane della batteria, stringendovelo con apposite viti. La parte assottigliata, che batteva sull'acciarino e incendiava la polvere del bacinetto, si chiamava filo, la parte più grossa, opposta al filo, tallone. L'uso della pietra fu introdotto nei fucili e pistole a ruota nella prima metà del sec. XVI. Un piccolo disco d'acciaio, girevole a scatto, scoccando, rotava rapidamente sulla pietra del cane producendo con l'attrito le scintille, che incendiavano la polvere del bacinetto. Sul finire del Cinquecento la ruota fu sostituita da un nuovo congegno, detto acciarino a martellina o a pietra, donde il nome di fucili e pistole a pietra. In essi il cane scattava sull'acciarino, che si rovesciava indietro lasciando così scoperto il bacinetto. L'urto fra la pietra del cane e l'acciarino produceva la scintilla. Tale sistema, usato dapprima per i fucili da caccia, ben presto si generalizzò e divenne regolamentare per i fucili da guerra verso la fine del sec. XVII e fu adoperato oltre il periodo napoleonico fino all'invenzione della capsula fulminante.