Reverdy, Pierre

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Poeta francese (Narbona 1899 - Solesmes 1960). Legato al cubismo e al dadaismo, fu uno dei precursori del surrealismo. Tra le sue opere, tese alla ricerca mistica di una verità assoluta: Poèmes en prose (1915), Épaves du ciel (1924). Nel 1926 si ritirò nell'abbazia di Solesmes, continuando tuttavia la sua inchiesta poetica e religiosa.

Vita e opere

Giunto a Parigi nel 1910 dopo aver compiuto gli studi in provincia, si legò con i gruppi d'avanguardia, fu amico di P. Picasso, G. Severini, G. Apollinaire, M. Jacob, F. Léger, G. Braque; pubblicò quindi le sue prime poesie nelle riviste moderniste Sic e Nord-Sud, e le sue prime raccolte: Poèmes en prose (1915); La lucarne ovale (1916); Les ardoises du toit (1918); La guitare endormie (1919); Étoiles peintes e Coeur de chêne (1921), approfondendo e affinando la sua poetica, sempre più tesa a privilegiare la verità poetica sulla realtà, a ridurre, in un linguaggio semplice, rigoroso, geometrico, il divario fra sentimento ed espressione, fra visione e rappresentazione dell'immagine (egli stesso definì "plastica" la sua poesia). Evidenti i suoi rapporti col cubismo, col dadaismo, e quindi col surrealismo, di cui fu uno dei precursori e animatori: collaborò alla rivista Littérature (1919-24), fu amico di Breton, di Aragon, di Soupault, e pubblicò in quello stesso periodo altre raccolte che suscitarono entusiasmo fra i surrealisti: Écumes de la mer (1925); Grande nature (1925); La peau de l'homme (1926). Nel 1926 si staccò da ogni movimento letterario e dalla vita di Parigi: si ritirò nell'abbazia di Solesmes, nella meditazione e nella preghiera (Le gant de crin, 1927; trad. it. 1993), continuando tuttavia la sua inchiesta poetica e religiosa (La balle au bond, 1928; Sources du vent, 1929; Flaques de verre, 1929; Ferraille, 1937, ecc.). Raccolse tutte le sue poesie in Plupart du temps. Poèmes 1915-1922 (1945; trad. it. 1966) e Main-d'oeuvre. Poèmes 1913-1949 (1949). Notevoli i suoi ricordi e aforismi: Le livre de mon bord (1948) e En vrac (1956).

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