Boulez, Pierre

Lessico del XXI Secolo (2012)

Boulez, Pierre


Boulez, Pierre. – Musicista francese (n. Montbrison 1925). Allievo di O. Messiaen al Conservatorio di Parigi (1942), studia la tecnica dodecafonica sotto la guida di R. Leibowitz affermandosi ben presto come una delle figure di spicco della nuova avanguardia musicale post-weberniana. Figura centrale dell’elaborazione teorica ed estetica del secondo dopoguerra, con il celebre saggio Schoenberg est mort! (1952) espone il programma del serialismo integrale. Animatore della vita musicale francese, dopo i primi lavori di rilievo, organizza a Parigi i concerti del Domain musical (1953-1967); parallelamente partecipa come insegnante e conferenziere ai corsi estivi di Darmastadt (1954-1965) entrando in contatto con K. Stockhausen, L. Berio e G. Ligeti. Successore di L. Bernstein alla direzione dell’Orchestra filarmonica di New York (1971-1977) e direttore dell'Ensemble intercontemporain (fondato nel 1975), nel 1976 dà vita all’IRCAM (Institut de recherche et coordination acoustique/musique), di cui assume la direzione fino al 1992. In questo periodo affianca all’attività didattica (invention, technique et langage en musique) presso il Collège de France (1976-1995) l’impegno come direttore d’orchestra: nel 1976, in occasione del centenario del Nibelungenring, dirige a Bayreuth un nuovo allestimento della tetralogia wagneriana; nel 1979 dirige all’Opera di Parigi la prima mondiale della versione integrale di Lulù di A. Berg; nel 1995 presenta ad Amsterdam un nuovo allestimento del Moses und Aron di A. Schönberg. Caratteristica dell'attività compositiva di B., specialmente negli ultimi decenni, è stata la costante rielaborazione di propri lavori, o di parte di essi, spesso a distanza di molti anni dall'opera originaria, in una forma che egli stesso definisce «a spirale»: alcuni esempi di tale approccio sono Notations (per piano, 1945; per orchestra, 1980), Répons (1980-1988, ma in continua evoluzione), … explosante-fixe… (1991-1995), Dérive 2 (1988-2006) e Anthèmes 2 (1997-2008). Nel 2002 ha ricevuto il Glenn Gould prize.

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