PIANO del Sale

Enciclopedia Italiana (1935)

PIANO del Sale (A. T., 116-117)

Giuseppe Stefanini

Vasta regione depressa della Dancalia (Africa orientale), situata in parte entro i confini della Colonia Eritrea, in parte nell'impero etiopico. La depressione, allungata (circa 130 km.) e stretta (da 10 a 20-25 km.), è diretta col suo asse maggiore da NO. a SE. ed è delimitata a SO. dalla ripida scarpata dell'altipiano etiopico e dai terrazzi e dai vulcani (Erta-alè, Afrera) che ne orlano il piede, a NE. dai monti del Biru, di Roda, di Amarti (Alpi Dancale), a SE. dai monti Halaita, Ueina, Uaeita, a NO. da una soglia vulcanica non molto elevata (vulcano Alid) posta a 14° 40′ lat. N. che la sbarra, separandola dal golfo di Arafali o di Zula, il quale morfologicamente è la sua naturale prosecuzione. Il Piano del Sale, come dice il suo nome, ha il fondo occupato da depositi di salgemma e di fango, e da laghetti salati, tra cui il Badda, il L. di Machiù, il L. Sarotta, l'Alel Bad e il L. Afrera (Lago Giulietti), che tocca il punto più profondo della depressione (m. 140 sotto il livello del mare) e uno dei più profondi della Terra. L'area depressa è calcolata da G. Dainelli e O. Marinelli a circa 5000 kmq., ma dopo recenti esplorazioni, che mostrano la depressione estesa senza discontinuità fino alla Piana di Mogorros (12° 45′ N.), quell'area risulterà poco meno che raddoppiata. La pianura del fondo è contornata da una triplice serie di terrazzi di gesso, talora alternante con lave e tufi vulcanici, dipendenti dai numerosi vulcani attivi (Erta-alè, Chebrit-alè, Afrera) o quiescenti o recentemente estinti (Arafali, Alid, Marahò, Alòita, ecc.); il più alto e più antico dei terrazzi è calcareo e contiene fossili marini, dimostrando così che la depressione fu un tempo invasa dal Mar Rosso e che i depositi salini contenutivi sono dovuti all'evaporazione delle acque marine.

Il paese è estremamente caldo e arido e ha il carattere d'un deserto di sale, gesso e lava, privo di vegetazione e di abitanti. I corsi d'acqua temporanei che scendono dalle pendici dell'altipiano, quali il Dandero, la Naba Ramoda e l'Endeli, e quelli meno importanti del versante dancalo (Sagàn, Macùl, Subuglio) si perdono nella pianura formando conoidi ciottolose, che rappresentano la via migliore per la traversata, e non raggiungono i laghetti, cinti di piante palustri, che nella pianura livellata spostano talora le loro sponde a seconda del vento. Sola risorsa del paese è il sale, che le popolazioni dei paesi circostanti, e specialmente gli Hasu, vengono espressamente a raccogliere, e caricatine i loro cammelli, ne fanno commercio in tutta l'Etiopia. A Dallol, in rapporto con sorgenti termali, furono scoperte incrostazioni di carnallite, che vennero sfruttate, specialmente durante la guerra mondiale, per l'estrazione dei sali di potassio necessarî all'industria dei concimi e alla fabbricazione degli esplosivi. Fu allora costruita anche una ferrovia a scartamento ridotto da Mersa Fatima Eri fino al confine etiopico di Dallol, e si calcola che nell'ultimo anno di guerra si esportassero 40.000 q. di minerale; ma più tardi ogni sfruttamento cessò. Il Piano del Sale fu visitato da W. M. Munzinger nel 1867, poi da J. M. Hildebrandt, da Zichy, da G. Bianchi (1884); i primi studî geografici e geologici organicamente condotti nella regione sono quelli di G. Dainelli e O. Marinelli (1905) e di P. Vinassa de Regny (1919). Il giacimento di Dallol fu studiato da A. Bibolini. Più recentemente l'ing. L. M. Nesbitt e il barone R. Franchetti attraversarono quasi contemporaneamente la Dancalia, l'uno da S. a N., l'altro da E. a O. (v. dancalia).

Bibl.: G. Dainelli e O. Marinelli, Risultati scientifici di un viaggio nella Colonia Eritrea, Firenze 1912; P. Vinassa de Regny, Dancalia, Milano 1923; L. M. Nesbitt, La Dancalia esplorata, Firenze 1930; R. Franchetti, Nella Dancalia etiopica, ivi 1930; G. Stefanini, Saggio di una carta geologica dell'Eritrea, della Somalia e dell'Etiopia, ivi 1933.

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