PIANA dei Greci

Enciclopedia Italiana (1935)

PIANA dei Greci (A. T., 27-28-29)

Vincenzo Epifanio

Cittadina della provincia di Palermo, distante da questo capoluogo 24 km. Sorge a 725 m. s. m., nella parte più elevata di un'ampia e ridente conca, a cui fanno corona varie cime calcaree superiori ai 1000 m. (M. Cometa, m. 1231; Pizzo Pelavet, m. 1263). Il paese è come dominato dalla Pizzuta, la montagna che culmina nel Pizzo Magazzino (m. 1302) e dal lato opposto forma lo sfondo caratteristico della Conca d'Oro, con cui la Piana comunica attraverso la Portella, cioè il Passo del Garrone (m. 1045), noto per la vicina Grotta del Garrone, profonda cavità ricca di formazioni stalagmitiche, la quale costituisce una delle principali attrattive naturali di quei dintorni. Albanesi d'origine ne sono gli abitanti, nonostante la determinazione ("dei Greci"), dovuta a un errore popolare in Sicilia; il quale facilmente si spiega col rito religioso greco-cattolico, che ivi è seguito e al quale gli abitanti della Piana sono fortemente attaccati più che altrove, in altre simili colonie, così come alla lingua, che è un dialetto albanese. I loro antenati infatti, avendo perduto la speranza di mantenersi indipendenti dal Turco, per la morte del loro eroe nazionale Scanderbeg emigrarono in Sicilia e in parte si stabilirono (1488) nella piana che l'arcivescovo di Monreale concesse loro con la facoltà di edificarvi.

È la maggiore delle colonie albanesi di Sicilia, quella che meglio ha saputo congiungere l'amore effettivo per la nuova patria con quello ideale per la patria perduta, ricordandone i fasti, ricantandone i canti, conservandone i costumi, propagando anche fuori l'interesse per la sua lingua e per la sua vita particolare, compiacendosi di fare mostra di vesti femminili lussuose, riccamente adorne di ricami in oro e argento, che si tramandano nelle famiglie di madre in figlia e si usano segnatamente in occasione di matrimonî e di battesimi e nelle ricorrenze religiose. Le quali riescono più solenni e interessanti per S. Giorgio e per S. Maria Odigitria, patrona del paese. Delle chiese qualcuna è nota per pregi artistici e per opere d'arte che contiene. La principale è quella di S. Demetrio, adorna di un famoso dipinto di P. Novelli, alla cui attività nel paese, nella prima metà del Seicento, si deve l'importanza artistica di altra bella chiesa, S. Maria Odigitria. Gli abitanti da poco meno di 4000, quanti erano in quel tempo, divennero 5000 alla fine del Settecento (1798) e quasi 6000 erano nel 1831. Nel 1931 furono 7098 nel comune, dal cui territorio (kmq. 64,89) si ha principalmente grano, uva, olio, frutta e castagne. Importante il lago artificiale, il quale dà con le sue acque la forza motrice a Palermo per lo sviluppo dell'industria elettrica e delle sue applicazioni.