Eisenman, Peter

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Architetto statunitense (n. Newark, New Jersey, 1932). Profondo conoscitore del razionalismo italiano, teorico del gruppo newyorkese dei Five architects, ha progettato piani residenziali e di urbanistica, innovative abitazioni private e edifici pubblici, ricercando sempre una dialettica fra opposti architettonici.

Vita e opere

Fondatore (1967) e direttore dell'Institute for architecture and urban studies di New York, E. ha sviluppato un metodo di progettazione vicino all'arte concettuale: la sperimentazione spesso polemica elaborata in varie case (House I: Barenholtz House, Princeton, 1967-68; House VI: Frank House, Cornwall, Conn., 1972, ecc.) ha trovato una notevole verifica nel Wexner Center for the Visual Arts, Ohio State University, Columbus (1983-89). Direttore della rivista Oppositions (1973-82), ha pubblicato fra l'altro: Syntactic structures: the logic of form in architecture (1969-71), Notes on a conceptual architecture: towards a definition (1970), Giuseppe Terragni (1985). In seguito, dopo essere stato fra gli esponenti del decostruzionismo consacrati dalla mostra Deconstructivist architecture (1988, Museum of modern art, New York), è stato presente in numerose esposizioni internazionali (1991, V Mostra internazionale di architettura, Biennale di Venezia e Contemporary arts center, Cincinnati). Tra le sue altre opere si ricordano: il Greater Columbus convention center, Columbus (1989-93); il Design architecture, art and planning (DAAP) college, University of Cincinnati, Ohio (1990-96); il Koizumi Sangyo (1988-90); il Nunotani Building (1990-92) a Tokyo; il Denkmal für die ermordeten Juden Europas a Berlino (1998-2005) e l'University of Phoenix Stadium (2006). Dei suoi molti progetti vanno citati in particolare l'espansione multiblocco lungo il West Side a Manhattan (1999), la Spree Dreieck Tower di Berlino (2000), il FSM East River project a New York (2001), la nuova stazione per l'alta velocità a Napoli (2003), lo Sheikh Zayed National Museum ad Abu Dabi (2007).

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