PERPIGNANO

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1998)

PERPIGNANO

A. Cubeles i Bonet

(franc. Perpignan; catalano Perpenyà, Perpinyà; Perpinianum nei docc. medievali)

Città della Francia meridionale, capoluogo del dip. Pyrénées-Orientales e centro principale della regione del Rossiglione.È difficile collocare le origini storiche di P., dal momento che il primo chiaro riferimento nelle fonti data soltanto al 927: in una lettera è menzionata una villa Perpinianum quale piccola località a carattere eminentemente rurale. Un successivo termine cronologico è segnato, sul piano documentario, dall'atto di consacrazione della chiesa di Saint-Jean-le-Vieux (Sant Joan el Vell) nel 1025; gli scavi condotti in questa chiesa, tuttavia, hanno messo in evidenza l'esistenza di due edifici anteriori, ambedue a una sola navata. Nel 1102 la chiesa di Saint-Jean-le-Vieux venne elevata a collegiata dei Canonici di s. Agostino.Nel 1120 è documentata a P. l'esistenza di un mercato e nel 1141 l'Ordine dei Templari si stabilì in città. Nella seconda metà del sec. 12° si può già constatare l'esistenza di quartieri nuovi. Tale crescita ebbe come conseguenza la definizione di un nuovo perimetro murario che risulta in costruzione nel 1176. Nel 1172 la contea del Rossiglione venne incorporata nei dominî diretti dei re di Aragona e conti di Barcellona; nel 1197 Pietro I concedette alla città una carta comunale che consentiva una forma di governo municipale retto da consoli.I continui lavori di rinnovamento intrapresi in Saint-Jean-le-Vieux dal sec. 11° fino al 13° rendono assai difficile stabilire l'evoluzione del suo aspetto nelle varie fasi costruttive, e l'assetto attuale dell'edificio, comunque, è caratterizzato da una pianta basilicale a tre navate con terminazione orientale tripartita e absidi semicircolari. L'abside meridionale corrisponde alla cappella di Notre-Dame-dels-Correchs (Mare de Déu dels Còrrecs), che sembra essere stata integrata al complesso nel primo quarto del 13° secolo. A questa stessa fase risalgono le navate e la copertura a due spioventi. All'interno, le navate sono separate da pilastri che sostengono archi a sesto leggermente acuto. Archi e pilastri sono in marmo di Baixàs, mentre i muri vennero realizzati con ciottoli di fiume disposti a opus spicatum. Della costruzione del sec. 11° sono pervenuti pochi elementi: il basamento dell'abside centrale e alcuni resti di un portale - frammenti di un architrave e di una soglia decorati con rilievi di pregio, alcuni dei quali a traforo - che, molto probabilmente, doveva costituire il portale principale della chiesa consacrata nel 1025. L'attuale portale principale, aperto nella facciata meridionale, è del sec. 13°; costruito con marmo di Ceret, presenta una disposizione poco consueta nell'architettura catalana: all'interno di un campo rettangolare si apre un arco a tutto sesto, realizzato con conci disposti a cuneo, nel quale si inscrivono due archi minori, anch'essi a tutto sesto, con al centro scolpita una Maiestas Domini; sugli stipiti sono disposte, due per lato, le figure di quattro apostoli. L'opera, realizzata nel primo quarto del sec. 13°, è stata attribuita a Ramon de Bianya.Dell'antico palazzo comitale, situato a lato della chiesa, si sono conservati i resti di una sala rettangolare posta m 5 al di sotto del livello stradale attuale. Coperto originariamente con una volta a botte leggermente acuta, l'ambiente, databile al sec. 11°, presenta un paramento murario in opus spicatum, realizzato anch'esso con ciottoli di fiume; si suppone che nel sec. 13° la struttura fosse utilizzata come magazzino del complesso vescovile.Nel corso del sec. 13° la città incrementò ulteriormente le dinamiche di sviluppo ereditate dal secolo precedente; mentre vennero proseguiti i lavori alla chiesa di Saint-Jean-le-Vieux, che ebbe una nuova consacrazione nel 1246, si stabilirono nella città gli Ordini mendicanti, insediandosi nei nuovi quartieri che si andavano consolidando fuori dalle mura. Riferimenti documentari attestano l'avvento dei Mercedari nel 1228, mentre negli ultimi anni della prima metà del secolo sia i Francescani sia i Domenicani fondarono le loro rispettive sedi, mentre la comunità minoritica femminile è attestata non prima del 1270. La costruzione dei complessi conventuali di tali Ordini costituì per P., e più in generale per tutta la Catalogna, il momento di avvio del rinnovamento in senso gotico dell'architettura locale: i nuovi elementi architettonici, insieme con altri propri della tradizione, diventarono tratti caratteristici dell'architettura dei territori della Corona d'Aragona, all'interno delle formulazioni del Gotico meridionale; influssi dall'architettura mendicante si ebbero anche nelle nuove chiese parrocchiali erette in questi anni.Un fenomeno parallelo si produsse nell'ambito delle arti figurative, dove la persistenza e insieme l'evoluzione delle tradizioni locali, vincolate ancora alle forme romaniche, si accompagnarono a fenomeni di rinnovamento del panorama artistico, agevolati dalla presenza di artisti stranieri.La chiesa dei Francescani di P., distrutta agli inizi del sec. 19°, si presentava a navata unica con cappelle laterali, con copertura lignea su archi diaframma a sesto acuto e coro poligonale. Non si conosce con precisione la cronologia delle fasi costruttive dell'edificio, però è noto che il re Giacomo I nel 1264 intervenne con contributi per la sua erezione e che alla fine del sec. 13° la terminazione orientale non era ancora stata costruita.Anche la costruzione della chiesa dei Domenicani venne avviata negli ultimi anni del 13° secolo. In una prima fase fu edificato il capocroce, tripartito e con terminazioni poligonali, nonché un primo tratto delle navate, coperte con volte a crociera; un cambiamento di progetto intervenne già nel sec. 14°, quando si optò per un impianto meno monumentale, a una sola navata (più ampia rispetto al tratto di navata centrale realizzato nel primo progetto) con copertura lignea.La costruzione della chiesa parrocchiale di Saint-Jacques (Sant Jaume) fu cominciata nel 1244, ma verso il 1309 il progetto venne modificato per adattarlo al nuovo gusto. Sempre agli inizi del Trecento vennero avviati i cantieri delle chiese parrocchiali di Sainte-Marie-la-Réal (Santa Maria la Real), ultimata intorno al 1340, e di Saint-Mathieu (Sant Mateu), distrutta nel 1639.La divisione dei dominî voluta per disposizione testamentaria da Giacomo I il Conquistatore (1213-1276) tra i suoi figli Pietro e Giacomo comportò nel 1276 l'elezione di P. a capitale del regno di Maiorca. Alla fine del sec. 13° venne iniziata l'edificazione del Palais des Rois de Majorque (Palau dels Reis de Mallorca), una delle prime costruzioni civili catalane erette in forme gotiche. Nel 1277 ebbe inizio anche l'edificazione di una nuova chiesa di Saint-Jean, esattamente accanto all'antica, e fu inoltre costruita una sede per il Consolato della città (ampliata nel 1315 con autorizzazione del re Sancio I).Nel 1344 Pietro IV il Cerimonioso conseguì la riunificazione di tutti i dominî sotto un solo mandato; ciò comportò l'estinzione del casato di Maiorca, ma non ebbe ripercussioni sul ruolo e sull'importanza ormai acquisita da Perpignano. Oltre al potenziamento delle strutture difensive (1365), attestano la rilevanza della città nel contesto catalano la fondazione dello Studio generale (1379), la creazione del Tribunale del Consolato del mare (1388) e la costruzione per esso, nel 1397, dell'edificio della Loge de mer (Llotja).Il palazzo dei re è situato sul fronte sud della cinta muraria ed esternamente mantiene ancora l'aspetto di una fortificazione. Le torri di fiancheggiamento, tra le quali emerge quella che include le cappelle, oltre all'organizzazione degli spazi in pianta, permettono di stabilire un parallelismo con i castelli francesi di Filippo Augusto; l'aspetto fortificato si perde però all'interno del recinto: i diversi ambienti sono disposti attorno al cortile, dominato dalla struttura porticata dell'ala in cui si trovano le cappelle e gli appartamenti reali. I lavori del palazzo vennero cominciati nel 1274 ca., con la definizione del perimetro del recinto e la costruzione degli ambienti del piano terreno, mentre le cappelle reali, sovrapposte e dedicate l'inferiore alla santa Croce e la superiore a s. Maria Maddalena, dovevano essere praticamente ultimate nel 1309. Nella loro concezione si rileva l'influsso dell'architettura degli Ordini mendicanti, accanto a elementi che attestano il persistere della tradizione romanica, come nel caso delle trombe che nel capocroce di entrambe le cappelle permettono il passaggio da una terminazione rettilinea a una poligonale.L'intenzione di dare avvio alla costruzione di una nuova chiesa dedicata a s. Giovanni era già maturata agli inizi del sec. 14°, ma l'iniziativa non si concretizzò fino al 1324. In considerazione della rilevanza che la città aveva acquisito, la costruzione del nuovo Saint-Jean (Sant Joan el Nou) ebbe come conseguenza anche il trasferimento a P. del vescovo di Elna: un trasferimento che in realtà, in funzione delle preferenze accordate da ciascun vescovo all'uno o all'altro centro, conobbe fasi alterne, come attesta peraltro il quadro cronologico offerto dalle diverse campagne costruttive sia del Saint-Jean di P. sia della nuova cattedrale di Elna. D'altra parte, la costruzione del Saint-Jean conobbe un'ulteriore significativa variante di progetto nel sec. 15°, quando si optò per uno schema a navata unica, così come era avvenuto per la cattedrale di Gerona. Appartiene alla prima fase la terminazione orientale, che, preceduta da un transetto aggettante, seguì lo schema tripartito con tre absidi poligonali che era stato adottato anche nella chiesa dei Domenicani. È possibile che il maestro responsabile di questa prima campagna costruttiva fosse lo scultore e architetto Jaume de Faveran, il quale era stato capomaestro del cantiere della cattedrale di Narbona e al quale si attribuisce in Saint-Jean anche l'immagine scolpita del Cristo del Giudizio universale. Al tempo del vescovo Bartomeu Peiró (1387-1408) i lavori subirono un'interruzione - mentre riprendevano quelli del duomo di Elna - protrattasi fino al primo decennio del 15° secolo. Alla nuova ulteriore fase del cantiere si può associare la figura del maestro Guillem Sagrera, responsabile probabilmente del citato cambiamento di progetto.La produzione di manoscritti miniati appare particolarmente significativa agli inizi del sec. 14°, anche per l'opera di maestri ebrei come Salomon Ben-Raphaël. All'interno di tale produzione possono identificarsi due principali linee: una prima che, originandosi dalla tradizione romanica, ne perpetua le forme, evolvendole, e una seconda che già pienamente accoglie la lezione gotica. Verso il secondo quarto del Trecento si imposero le forme italianizzanti, a cominciare in particolare dal referente costituito dalla bottega dei Bassa e in ragione dei legami con la Linguadoca e dell'influsso esercitato dalla corte papale di Avignone. L'adozione di un linguaggio 'italiano' si rileva anche in altri ambiti artistici, come per es. nel campo della lavorazione dell'argento, che vide direttamente attivi a P. artisti italiani come Costantino da Firenze o Giovanni da Genova. Riferimenti documentari certificano la presenza in città dello scultore Jaume Cascalls nel 1345.

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