periodico Pubblicazione (diversa sia dai giornali quotidiani sia dalle pubblicazioni periodiche ufficiali di accademie e società scientifiche) che, a intervalli regolari di tempo, porta a conoscenza di un vasto pubblico scritti di autori vari su argomenti di carattere letterario, artistico, politico, scientifico, tecnico ecc., recensioni di libri, notiziari, caratterizzandosi contenutisticamente per una certa omogeneità di temi e indirizzi, ed esternamente per una veste tipografica adatta alla conservazione o alla legatura in volume; più in generale, qualunque pubblicazione che esca a intervalli regolari (settimanali, rotocalchi ecc.), anche se in veste dimessa e destinata a un rapido consumo.
I p. appartengono alla più ampia categoria delle pubblicazioni in serie, contraddistinte da un codice numerico (➔
Per quanto si riferisce ai quotidiani ➔ giornale.
Il primo p., Nouvelles ordinaires de divers endroits, fu pubblicato in
2.1 Il Settecento. - In Italia, a
2.2 L’Ottocento. - Con la venuta dei Francesi in Italia si cominciarono ad avere i primi veri giornali politici, e furono trascurate le riviste scientifico-letterarie; ma il dominio napoleonico, e poi la Restaurazione, ridussero al silenzio molti dei primi e ricominciò la fioritura delle seconde. Dal 1811 fino al 1814 si pubblicò a
La promulgazione dell’editto sulla stampa (1847) produsse nel Regno Sardo una fioritura, oltre che di quotidiani, di settimanali e riviste di ogni genere, tra le quali prevalevano quelle di carattere politico. Fra esse Il fischietto (1847-1915), uno dei primi esempi di rivista satirico-politica, fondato da C.A. Valle con i disegni di
Molti dei settimanali e delle riviste fondati poco dopo il 1860 ebbero lunga vita: L’illustrazione popolare (1864-1925), settimanale per le famiglie che ebbe grande diffusione sotto la direzione di
2.3 La prima metà del Novecento. - Una formula di rivista nuova per l’Italia, e che si avvicinava ai magazinesinglesi, fu rappresentata da La lettura (1901-46), supplemento mensile del Corriere della sera, e dal Secolo XX (1902-38), pure mensile. A Napoli, nel 1903 cominciò a pubblicarsi
Intanto, il controllo sulla stampa, imposto dal fascismo, si era venuto facendo sempre più rigido e, sebbene i p. ne risentissero un po’ meno dei quotidiani, la loro vita fu messa in difficoltà. Ne furono esclusi quelli sorti numerosi in questi anni come emanazione più o meno diretta del regime: Gerarchia (1920); Quadrivio (1923); La rivista illustrata del popolo d’Italia (1923);
2.4 Dal secondo dopoguerra. - Con la
2.5 Ultime tendenze - La stampa periodica in Italia ha attraversato nel corso degli ultimi decenni del 20° sec. un periodo di sviluppo e trasformazione per quanto riguarda sia il numero delle testate sia la varietà dei contenuti e delle formule editoriali. Nella seconda metà degli anni 1980 si è verificato un aumento della produzione. Un periodo di crisi diffusionale e di flessione nel numero delle testate è stato registrato invece dalla seconda metà degli anni 1990, dovuto sia a una generale crisi economica, che si è fatta sentire nel settore dell’editoria con una diminuzione degli investimenti pubblicitari e un aumento del prezzo della carta, sia all’ingresso dei nuovi media e alla diffusione dei primi p. on-line, sia quelli nati esclusivamente per il web, sia quelli pubblicati su carta che hanno anche una versione elettronica. Tra i settimanali di attualità e di informazione politica e generale l’attenzione dei lettori si è concentrata su alcuni titoli, quali Panorama e L’Espresso, e i più popolari Famiglia cristiana (più di 800.000 copie), Oggi e Gente; a questi vanno poi aggiunti i magazines supplemento del Corriere della sera, e della Repubblica, fondati entrambi nel 1987. Il maggiore interesse per il mondo dell’economia ha provocato una certa espansione dei p. di informazione economico-finanziaria. Hanno avuto sviluppo anche riviste particolarmente curate nella veste grafica e nei servizi fotografici, aperte ai nuovi temi dell’ecologia e dei beni ambientali e dedicate ai viaggi e al
3.1 Francia Il Bureau d’adresses, nato nel 1629 come un’agenzia di annunci di vario genere, divenne il centro di riunioni fra letterati e finì per accogliere il resoconto di discussioni scientifiche e letterarie. Il fondatore fu T. Renaudot, che nel 1631 dette vita alla diffusissima Gazette, uscita come quotidiano fino al 1792. Il Journal des sçavans (1665) dedicava ampio spazio a recensioni dei più importanti libri pubblicati in Europa; tra i suoi collaboratori vi furono Leibniz e Malebranche. Ricco di notizie, dal tono leggero, fu invece il Mercure galant (1672-1820), fondato da J. Donneau de Visé e a cui collaborò anche Voltaire; nel 1710 si scisse nel
Tra i numerosi p. che fiorirono nella seconda metà del 18° sec., sono da citare la Gazette littéraire (1764-66), e la Correspondance littéraire (1735-90). Il periodo della Rivoluzione vide la diffusione di numerose raccolte di scritti, delle quali solo alcune, politiche ed economiche, presero andamento periodico. Durante la Restaurazione, per sfuggire alla censura, tra l’altro si crearono pubblicazioni che uscivano a intervalli irregolari, come la Minerve française (1818-20), diretta da B. Constant, in opposizione alla quale un gruppo di scrittori monarchici, fra cui Chateaubriand, Bonald e Lamennais, fondò Conservateur; e la Bibliothèque historique (1818-20), anch’essa antiborbonica. Dal 1819 al 1833 fu pubblicata la Revue encyclopédique,mutata in Revue universelle (1901-05) e quindi sostituita dal
Tra i numerosissimi p. fondati dall’inizio del 20° sec. sono da ricordare: la
Tra i p. più letti oggi in Francia si segnalano i giornali della domenica France-Dimanche (1946) e Humanité-Dimanche (1946), che nel novembre 1997 cambiò titolo in L’Humanité hebdo, i settimanali di informazione politica e di attualità L’Express (1953) e Le Nouvel observateur (1964) di politica e cultura.
3.2 Spagna - Le prime pubblicazioni periodiche spagnole risalgono al 18° secolo. Le più antiche sembrano essere il Diario histórico, político, canónico y moral (1732) e il Duende de
Con l’Ottocento le pubblicazioni periodiche si intensificarono, specialmente quelle a carattere letterario, e intorno a esse si raccolsero scrittori come M.J. Larra, R. de Mesonero Romanos, G.A. Bécquer ecc.: fra le principali, Blanco y negro, 1891, sospeso dal 1936 al 1957, Artes y literatura (1819-21). A partire dagli ultimi anni del 19° sec. nacquero moltissimi p. che, rinunciando all’eclettismo che caratterizzava quelli sette-ottocenteschi, rappresentavano piuttosto
Tra i settimanali di informazione generale e di attualità più diffusi in Spagna sono da segnalare Pronto (1973), seguito da ¡Hola! (1944), Semana (1942), Época (1985) e dai più recenti Tiempo de hoy (1982) e Tribuna de actualidad (1988).
3.3 Portogallo - I primi p. apparvero nella prima metà del 17° sec. con la Gazeta (1641) e con il Mercurio portuguez (1663). Nel 1761 viene fondata a Porto la Gazeta literária e a
Tra i settimanali di informazione politica e attualità sono Expresso (1973), O Independente (1988), oltre al più popolare Nova gente (1979). Va segnalato inoltre il mensile Manchete che, fondato nel 1992 a Lisbona, riporta notizie nazionali e internazionali.
3.4 Germania. - I primi p., come gli Acta eruditorum (1682-1782), ebbero carattere scientifico con una forte impronta erudita e furono scritti in latino. Nel 1688
Dopo la
Nel 1992, dopo la riunificazione, in Germania il numero dei p. era salito a circa 9040, secondo dati dell’UNESCO. Hanno continuato ad avere grande diffusione i settimanali di informazione politica e di attualità: i più autorevoli
3.5 Inghilterra - A parte alcuni fogli periodici di notizie (tra cui il Weekly memorials for the ingenious, 1682), di dibattiti di affari cittadini, il giornalismo periodico inglese è nato nei primi anni del 18° secolo. D. Defoe in The review, che redasse da solo dal 1704 al 1713, fissò un tipo di p. peculiarmente inglese, in cui gli articoli erano dei saggi che miravano a creare un’opinione pubblica in materia di comportamento e di gusto. Seguì The tatler (1709-11) di R. Steele e J. Addison, sostituito negli anni 1711-14 da The spectator, in cui Addison, pur rifacendosi all’impostazione di Defoe, si occupava anche di letteratura; i p. si moltiplicarono: The critical review, di T. Smollet; The British magazine, The public ledger, Mirror (1778), e Lounger (1785). Diverso è il carattere che i p. assunsero nell’Ottocento, accogliendo collaborazioni di vari autori su argomenti diversi: letteratura, politica, economia ecc. Sono da ricordare: Tait’s magazine, su cui
I p. più letti sono i giornali della domenica a carattere più popolare: News of the world (1843) è il più diffuso, seguito da The Mail on Sunday (1982), dal
3.6 Paesi scandinavi. - I p. nacquero con l’affermarsi del pensiero illuministico. Furono quelli scientifici, utilizzando i modelli dell’Europa continentale, ad affermarsi per primi: per es., il Daedalus hyperboraeus (1716-18) di
3.7 Paesi slavi. - L’inizio della pubblicistica slava viene fatto risalire, con alcune eccezioni, al 17° sec., ma soltanto nel secolo successivo si assistette al suo sviluppo. Così, in Russia, pur se il primo p. furono le ricordate Ežemesjačnye sočinenija, k pol′ze i uveseleniju služaščie (1755-97), prototipo del p. scientifico vanno invece considerate le Mesjačnye istoričeskie, genealogičeskie i geografičeskie primečanija v ‘Vedomostjach’ («Postille mensili storiche, genealogiche e geografiche alle Vedomosti»), supplemento delle Sankt-Peterburgskie vedomosti («Notizie di San Pietroburgo»), edite dal 1728. Tra i numerosi p. pubblicati nel corso del 18° sec., che avevano come modelli i p. francesi, tedeschi e inglesi, vanno ricordati: la Trudoljubivaja pčela («Ape laboriosa»), primo p. nato, nel 1759, dall’iniziativa privata di A.P. Sumarokov, che pubblicava saggi di critica e traduzioni dall’inglese Spectator; e Truten′ («Calabrone», 1768-70) di N.I. Novikov. Di orientamento illuminista fu il Sankt-Peterburgskij žurnal (1798), che pubblicò, fra gli altri, testi di P. Verri. Pochi furono i p. che in Russia apparvero fino al 19° sec., quando uscirono: il
La nuova situazione politica venutasi a creare dopo il 1991 ha portato nei paesi dell’ex Unione Sovietica un aumento e una maggiore diffusione della stampa. Il settimanale di attualità politica, economica e culturale che ha la maggiore tiratura in Russia è certamente Argumenty i fakty («Argomenti e fatti», 1978), seguito dai mensili per la donna Robotnica («L’operaia», 1914), e Krestjanka («La contadina», 1922).
In Ucraina nel 1996 si pubblicavano più di 2000 p.; in
4.1 America. - Nel 1704, lo scozzese
Nell’America Latina i p. si sono sviluppati a partire dal 20° secolo. Agli inizi degli anni 1950 l’UNESCO pubblicò i risultati di un censimento dei p. nei paesi latino-americani. Da quella indagine risultò che nelle 20 repubbliche dell’America Latina i titoli dei p. correnti erano 3376. Solo in Brasile erano presenti circa 1000 titoli, mentre in Argentina se ne pubblicavano 835. Negli altri paesi il loro numero diminuiva progressivamente. Il 20% dei p. era rappresentato dalle pubblicazioni ufficiali e il 10% da atti, bollettini e rendiconti delle attività scientifiche delle università.
4.2 Africa. - La Conferenza generale dell’UNESCO (Parigi, 1968) risolse di inviare all’inizio degli anni 1970 a 32 paesi africani indipendenti un questionario che permettesse di costituire una lista dei p. scientifici editi in quei paesi. Ne risultò un elenco in cui erano descritte circa 700 testate. Oltre ai bollettini pubblicati dagli organismi statali sulla popolazione, sul commercio ecc., da quella prima ricerca furono evidenziati p., per lo più in lingua francese e inglese, che, curati da istituti di ricerca, davano indicazioni sui problemi riguardanti l’agricoltura, le ricerche geologiche e geografiche, i problemi nutrizionali e quelli legati alla lotta contro le malattie endemiche. Questa tendenza è testimoniata dalle pubblicazioni edite in
Tra i paesi africani del bacino del Mediterraneo l’Egitto, dove apparve nel 1828 il primo p. in lingua araba, possiede l’industria editoriale più fiorente. Al
4.3 Asia e
Tra i paesi di religione musulmana, fuori dei confini medio-orientali si ricordano il
Non diversa la situazione nella Repubblica popolare cinese, dove, a partire dalla sua fondazione nel 1949, l’attenzione del Partito comunista al governo nei confronti della stampa periodica è stata sempre crescente, anche se, soprattutto a partire dall’inizio degli anni 1980, sono venute via via aumentando le pubblicazioni meno legate alle organizzazioni ufficiali. In Cina nel 2001 si contavano più di 10.000 p. e 530 case editrici. Molto diffuse sono le riviste in lingua inglese a
Ugualmente ricca la produzione in Giappone, dove, dopo la pausa della guerra, il mondo dell’editoria ha conosciuto una straordinaria ripresa. Altrettanto significativo il quadro offerto dalle Filippine e dalla Corea del Sud.
Nel 1821, a