PECHINO

Enciclopedia Italiana - IX Appendice (2015)

PECHINO

Anna Irene Del Monaco

La città. Le architetture. Bibliografia

La città. – Il nome romanizzato Peking (in italiano Pechino) da tempo è stato sostituito nell’uso con Beijing, traslitterazione nel sistema cinese standard (pinyin) del lessico classico formato da: bei nord e jing capitale. Dal 1949 è la capitale della Repubblica popolare cinese dopo essere stata la capitale imperiale delle dinastie Ming e Qing dal 1403 al 1911 e della Repubblica cinese (nazionalista) da quella data al 1949. Alla fine del 2013 la popolazione residente nella città era di 21 milioni di abitanti, ben oltre le proiezioni ufficiali che ne prevedevano 18 milioni entro il 2020. Soltanto 13 milioni circa degli attuali residenti possiede l’hukou urbano di P., cioè è iscritto al registro delle famiglie con pieno e ristretto diritto di residenza urbana per nascita. Fra il 2007 e il 2013 la popolazione di P. è quasi raddoppiata, gravando la città di complessi problemi riguardanti la funzionalità generale e le trasformazioni edilizie e urbane, ma arricchendola di opportunità. Lo sviluppo fisico della città è ancora basato sulla dilatazione, per anelli successivi, dell’impianto storico caratterizzato originariamente da due anelli quadrangolari concentrici – la successione delle mura – risecati da due assi centrali diretti ai punti cardinali. La redazione del nuovo masterplan di P. si è conclusa nel 2004; l’approvazione da parte del Consiglio di Stato è avvenuta nel gennaio 2005. Il piano prevede la riorganizzazione delle funzioni urbane principali e la decisa modificazione del rigido rapporto storico fra struttura monocentrica e griglia urbana compatta.

Già alla data dell’approvazione del nuovo masterplan l’edilizia del vastissimo centro storico all’interno del secondo anello era stata in gran parte sostituita mentre, procedendo verso il quinto anello infrastrutturale, l’edificazione è ormai concepita come generatrice di un largo e imponente tessuto urbano frammentato, con i caratteri della città diffusa. Mentre era in approvazione il Master plan Beijing 2004-20, il governo centrale promulgava nuove linee guida nazionali che prevedevano condizioni di sviluppo scientificamente controllate per una società espressione di un nuovo umanesimo, in grado di perseguire il controllo del consumo energetico, un nuovo modo socialista di vivere le aree rurali e il progresso indipendente delle scienze. In questa cornice il Master plan Beijing 2004-20 definì concretamente gli obiettivi per realizzare una città capitale internazionale, dal forte profilo culturale e a misura d’uomo, tenendo conto che già il precedente piano urbanistico (1993) prevedeva la crescita di P. come world city, città storica di rilievo e, insieme, metropoli moderna. Immediatamente si pose la necessità di stabilire le finalità del nuovo masterplan: occorreva definire subito l’eredità postolimpica di P. 2008, limitare le continue demolizioni dei vecchi tessuti a corte della città storica e agire per risolvere il crescente problema della congestione, del traffico e dell’inquinamento dovuto alla presenza di circa 5,3 milioni di automobili. Dal punto di vista morfologico e funzionale la pianificazione prevede sia il rafforzamento dei due assi principali sia la realizzazione di nuove polarità. Il Parco e il Villaggio olimpico 2008 presero forma lungo l’asse nord-sud, storicamente il più importante; essi furono allineati, dunque, con la Città proibita, con il Tempio del cielo e dell’agricoltura e il Mausoleo di Mao Zedong. Lungo l’asse est-ovest, Chang’an Jie, già da tempo hanno sede le più importanti istituzioni politiche e finanziarie. Il sistema delle ferrovie metropolitane nell’ultimo decennio ha avuto un significativo sviluppo: nel 2004 esistevano 7 linee, oggi 14; in breve saranno 17. Nel 2008 la terza Sessione plenaria del Comitato centrale del Partito comunista ha adottato importanti decisioni rispetto alla promozione di riforme riguardanti la questione rurale. Ciò incide fortemente sul destino delle principali metropoli cinesi e, in particolare, su quello di Pechino. L’equilibro tra città e campagna è fra le questioni centrali della Cina contemporanea in ragione sia del mantenimento di un soddisfacente grado di produzione alimentare sia del miglioramento della qualità della vita dei più importanti centri urbani, ancora oggi meta di imponenti flussi migratori. A partire dagli anni Novanta, un importante gruppo di studio pluridisciplinare guidato dal professor Wu Liangyong della Tsinghua University ha svolto con continuità una fondamentale ricerca per il Piano di sviluppo spaziale, urbano e rurale della regione della Grande P. (Beijing, Tianjin, Hebei), istruendo per conto del governo studi, analisi, scenari e modelli di sviluppo. I risultati sono pubblicati in tre volumi (Research report on the rural and urban spatial development planning for the Greater Beijing region) editi nel 2002, 2006 e 2012. Analizzando le condizioni spontaneamente emergenti e incoraggiando un modello di sviluppo regionale che decongestioni la città capitale, lo schema della regione della Grande P. si basa su due centri principali, Beijing, città capitale, e Tianjing, città porto, circondate da una rete di centri minori (Zhangjiakou, Changde, Langfang, Qinhuangdao, Tang shan, Baoding, Cangzhou, Hengshui, Xingtai, Handan, Shujiazhuang). Il sistema si sintetizza nello schema denominato un asse e tre corridoi: l’asse infrastrutturale e commerciale Beijing-Tianjin; il corridoio di sviluppo costiero della Bohai Bay; il corridoio che include il maggior numero dei piccoli centri di rilevanza storica densamente urbanizzati, lungo la struttura pedemontana delle montagne Yan e Taihang; il corridoio ecologico culturale lungo le stesse montagne. Al sistema delle emergenze storiche si aggiunge il corridoio culturale lungo il Gran canale imperiale Beijing-Hangzhou.

la nuova sede della televisione di Stato CCTV

Le architetture. – Progettati in previsione dei Giochi olimpici Pechino 2008, alcuni eminenti edifici moderni sono diventati il simbolo mediatico di P. rispetto al resto del mondo. Tra essi: la nuova sede della televisione di Stato CCTV (China Central TeleVision; 2003-08, dello studio olandese OMA Rem Koolhaas), lo stadio Bird’s nest (2003-08, dello studio svizzero Herzog & de Meuron, con la collaborazione di ArupSport, China architecture design & research group e dell’artista contemporaneo Ai Weiwei); il progetto del Parco olimpico, che include una vera e propria foresta con finalità ecologiche (redatto dal raggruppamento Sasaki Inc-Beijing e Tsinghua urban planning and design institute). Tali progetti hanno avuto successi e destini diversi, ancora non definitivi. La foresta olimpica, in particolare, si sta rivelando il monumento più duraturo delle Olimpiadi del 2008, l’investimento con maggiori ricadute di lungo termine sulla città e sulle aree urbane che la circondano, il più apprezzato e frequentato. Inoltre il Terminal 3 del Beijing international airport (2004-08) anch’esso progettato per le Olimpiadi (Netherlands airport consultants B.V. NACO e Norman Foster), è certamente un capolavoro di architettura infrastrutturale di duraturo successo.

Il paesaggio urbano di P. continua a trasformarsi di anno in anno, ma la perentoria griglia quadrangolare, che dà forma alle principali infrastrutture urbane, permane ancora protagonista di ogni trasformazione riverberando la sua maglia, definita a pancake da alcuni studiosi, verso le aree più esterne, al punto che, a sud-est, è possibile osservare che il territorio municipale di Beijing non è molto lontano dal raggiungere quello di Tianjin. Molti edifici si distinguono stagliandosi rispetto al tessuto urbano ordinario; essi segnano i punti nevralgici della griglia urbana e si sostituiscono, simbolicamente, agli antichi portali e torri che scandivano la linea delle mura urbane, distrutte nel 1949. In particolare, lungo il secondo anello, la stazione Xizhimen (2001-06, studio AREP) caratterizza il nodo nord-ovest del secondo anello, mentre il complesso residenziale Linked Hybrid o MOMA (2003-09; progettato da Steven Holl e Baumschlager & Eberle Architekten) segnala il nodo urbano nord-est Dongzhimen.

Grandi complessi a pianta centrale segnano anche l’asse imperiale a sud della città storica: il National Center for performing arts (2001-07, progetto di Paul Andreu), la Beijing south railway station (2006-08, studio Sir Terry Farrell and Partners in collaborazione con il Tianjin design institute) che collegherà P. a Tianjing con una linea veloce e P. a Shanghai con una linea ad alta velocità. Nel Chaoyang District, una delle aree più densamente popolate, si distinguono i complessi commerciali Galaxy Soho (2009-12, progetto di Zaha Hadid Architects) e il complesso The Village a Sanlitun (progetto urbano di Airboit Ltd di Hong Kong e altri autori). Nel distretto Haidian, a nord-ovest, dove i maggiori campus universitari di P. sono stati istituiti negli spazi di antichi giardini principeschi, e dove si trovano monumenti storico-paesaggistici come il Summer Palace e le Fragrant Hills, l’architetto Mario Cucinella ha realizzato il SIEEB (Sino Italian Energy Efficient Building, 2005-06), nel campus della Tsinghua University. Nell’ambito della salvaguardia delle aree storiche, dopo l’operazione del Piano di conservazione dei 25 distretti dei luoghi storici della Città vecchia di Beijing e il Piano di conservazione della Città imperiale, ambedue mirati a frenare la sistematica distruzione del tessuto storico di case a corte (siheyuan) della Città storica, la consapevolezza per la conservazione del patrimonio architettonico è aumentata a partire dalle azioni e dagli indirizzi ufficiali del governo del 2003. L’orientamento governativo, combinato con una crescente affermazione del mercato dell’arte sia a P. sia a Shanghai, ha stimolato iniziative private e spontanee per l’utilizzazione creativa di alcune aree produttive della prima modernità, oggi da considerare veri e propri patrimoni di archeologia industriale. Il caso più noto è la Zona d’arte 798, una ex fabbrica, liberamente occupata dal 1995 da artisti, atelier e gallerie d’arte, oggi divenuta un’area di vivace aggregazione sociale e di non trascurabile valore economico e commerciale.

Bibliografia: G. Chen, Beijing municipal city planning commission (Hg.), Conservation plan for the historic city of Beijing and imperial city of Beijing, Beijing 2004; L. Wu, Planning Greater Beijing and builiding a world city, «China city planning review», 2007, 1, pp. 22-33; Q. Mao, An introduction of urban development in China: 2008, in China urban development report 2008, Beijing 2009, pp. 29-60; J. Zhu, Architecture of modern China. A historical critique, London 2009; L. Barbera, Architetti italiani in Cina, in Idee in gara per il Padiglione italiano all’Expo Shanghai 2010, a cura di F. Purini, Roma 2010, pp. 81-109.

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