PDF (Portable document format)

Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)

PDF (Portable document format)

Stefano Marchesi

File nativo del software Adobe che rappresenta, per la gestione, l’archiviazione e la distribuzione elettronica dei dati, uno standard molto efficace poiché è in grado di conservare integre le caratteristiche del documento originale. Può essere considerato a tutti gli effetti un formato di registrazione idoneo a memorizzare sia dati vettoriali sia elementi di immagini raster. È estremamente duttile per l’impaginazione e implementa, oltre alle funzioni gestionali tipiche della prestampa, tecnologie di compressione dei dati con minore quantità di memoria occupata, risparmio di peso del documento e conseguente maggior velocità di lavoro. Compatibile con qualsiasi tipo di elaborazioni, il PDF presenta caratteristiche di grande trasportabilità informatica. Tutto ciò che viene creato, acquisito ed elaborato in sede di desktop publishing dai molti formati specifici per testi, disegni e fotografie, e successivamente avviato alla lettura del RIP (Raster image processor), confluendo nel formato PDF, trova una soluzione diretta per l’interpretazione dei propri diversi codici. Il PDF, infatti, tramite il Distiller (altro modulo del pacchetto Acrobat) ordina questi codici in sequenza logica, superando l’intervento del display list, ossia il passaggio necessario a normalizzare un documento in formato PostScript per il trasferimento ai compiti di rasterizzazione e retinatura del RIP. Questo file, essendo già normalizzato, cioè interpretato, deve essere soltanto rasterizzato e retinato, consentendo di conseguenza trasferimenti a RIP più veloci. Inoltre, a differenza della codifica ­PostScript, nel PDF ogni componente del documento è codificata in modalità indipendente dalle altre, con notevoli vantaggi per la semplificazione di eventuali interventi. Quindi il PDF può interfacciare il RIP sia convertendo il linguaggio PostScript tramite Distiller, sia direttamente come formato nativo prodotto per esportazione da altri formati (senza che nulla venga perduto dei loro contenuti), evitando di passare da PostScript e da Distiller. La fattibilità che quanto contenuto nel PDF – separazioni RGB (Red, green, blue) e CMYK (Cyan, magenta, yellow, black), font, profili colore ICC (International color consortium) ecc. – possa essere processato dal RIP senza intermediari e che, per altri versi, lo stesso sia possibile per le immagini già rasterizzate di un Tiff, apre in ambiente di prestampa un diverso impatto sulla funzionalità del RIP rispetto a prospettive di scorrevolezza e ottimizzazione del flusso di lavoro. L’opportunità di evitare a un PDF di essere reinterpretato e a un Tiff di essere rirasterizzato, comporta in sostanza di evitare anticipate conversioni che dovrebbero avvenire alla conclusione del processo vale a dire al momento dell’output.

Tecnologie della stampa

CATEGORIE
TAG

Raster image processor

Desktop publishing

Informatica

Software