MAZURSKY, Paul

Enciclopedia del Cinema (2004)

Mazursky, Paul (propr. Irwin)

Riccardo Martelli

Regista, sceneggiatore e attore statunitense, nato a New York il 25 aprile 1930. Nel suo periodo artisticamente più felice, gli anni Settanta e Ottanta, ha fatto parte della 'scuola di New York', che tendeva, rispetto a Hollywood, a una maggiore snellezza tecnica e produttiva e a un maggior realismo. La sua filmografia può ricondursi a due filoni principali, l'intimismo autobiografico e la satira di costume, improntati a un umorismo agrodolce e talvolta fra loro intrecciati, mentre costanti risultano i temi e gli ambienti ebraici, il che fa di M., tra i cineasti American-Jewish contemporanei, il più esplicito (con Sidney Lumet) nel richiamo alle proprie radici. Regista singolarmente cinefilo, ha tratto diretta e dichiarata ispirazione dai film d'autore europei, soprattutto francesi e italiani, fino a sfiorarne in alcuni casi il remake. In quasi tutti i suoi film è stato anche soggettista, sceneggiatore (ottenendo in questa veste quattro nominations all'Oscar), produttore esecutivo e attore.

Dopo essersi diplomato nel 1951 in letteratura al Brooklyn College, iniziò a lavorare come attore teatrale e televisivo, comparendo anche, in ruoli di un certo rilievo, in Fear and desire (1953) di Stanley Kubrick e in The blackboard jungle (1955; Il seme della violenza) di Richard Brooks. Nel 1959 si trasferì a Los Angeles, dove fino al 1966 lavorò nei cabaret (come attore e autore) e in televisione (come attore e dialoghista). L'interesse destato dal suo cortometraggio Last year at Malibu (1962), parodia di L'année dernière à Marienbad di Alain Resnais, lo convinse a tentare la via del cinema. Nel 1968 una delle sue sceneggiature (scritta con Larry Tucker) fu accettata dalla Warner Bros.: ne fu tratto I love you, Alice B. Toklas! (Lasciami baciare la farfalla) diretto da Hy Averback, con Peter Sellers. Il suo primo film da regista fu Bob and Carol and Ted and Alice (1969; Bob & Carol & Ted & Alice), uno studio sui nuovi costumi sessuali della classe media raccontato con leggerezza, che ebbe un largo successo e ricevette una nomination all'Oscar per soggetto e sceneggiatura. Alex in wonderland (1970; Il mondo di Alex), con Donald Sutherland, fu invece un fallimento, e portò alla fine del sodalizio con Tucker: compiaciuto autoritratto del regista, che interpreta la parte di sé stesso, risulta ispirato a 81/2 di Federico Fellini.

I successivi vent'anni sono stati per M. la fase più produttiva, con una serie di commedie di qualità. Blume in love (1973; Una pazza storia d'amore), con George Segal, è un melodramma sul matrimonio con numerosi prestiti, soprattutto nelle ambientazioni, da Senso di Luchino Visconti. Harry and Tonto (1974; Harry e Tonto), con Art Carney, è invece un film sulla vecchiaia che s'ispira a Umberto D. di Vittorio De Sica. Il successivo An unmarried woman (1978; Una donna tutta sola), con Jill Clayburgh, è stato il maggiore successo commerciale della carriera di Mazursky. Giudicato la sua opera migliore (ha ottenuto una nomination per soggetto e sceneggiatura e una per il film), è la storia del difficile percorso verso l'indipendenza di una donna abbandonata dal marito, in una sorta di riscrittura 'rovesciata' di Une femme mariée di Jean-Luc Godard. Willie and Phil (1980; Io, Willy e Phil) è un vero e proprio remake 'a lieto fine' di Jules et Jim di François Truffaut, in cui il film francese viene costantemente citato e s'intreccia alla storia dei protagonisti. Anche Down and out in Beverly Hills (1986; Su e giù per Beverly Hills), con Nick Nolte, è quasi un remake, questa volta di Boudu sauvé des eaux di Jean Renoir. Enemies, a love story (1989; Nemici, una storia d'amore), tratto dal romanzo di I.B. Singer, è uno dei pochi film di M. non basati su un suo soggetto originale e al tempo stesso il più insolito nelle tematiche e nel taglio narrativo. Attraverso le vicende di alcuni sopravvissuti ai campi di sterminio affronta infatti con estrema delicatezza, grazie anche alle misurate interpretazioni di Anjelica Huston e Lena Olin, il tragico tema della Shoah.Tra il 1990 e il 1996 M. ha girato, con esiti peraltro poco felici, solamente tre film, tra cui Scenes from a mall (1991; Storie di amori e infedeltà), con Woody Allen e Bette Midler, parodia di Scener ur ett äktenskap di Ingmar Bergman. Dal 1997 ha invece diretto esclusivamente produzioni televisive.

Insieme a quella di regista, nel cinema M. ha portato avanti una carriera di attore, lavorando tra il 1967 e il 2002 in una ventina di film diretti da altri. Dal 1993 ha inoltre ripreso a recitare con regolarità in televisione. Nel 1999 ha pubblicato Show me the magic: my adventures in life and Hollywood, in cui delinea i ritratti dei registi e degli attori con cui ha collaborato.

Bibliografia

D. Desser, L.D. Friedman, American-Jewish filmmakers: traditions and trends, Urbana (IL) 1993, pp. 231-56; G. Fink, Non solo Woody Allen. La tradizione ebraica nel cinema americano, Venezia 2001, pp. 225-30.

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