PATRONIMICO

Enciclopedia Italiana (1935)

PATRONIMICO (da un agg. greco, non attestato, πατρονυμικός "concernente il nome del padre")

Bruno Migliorini

S'indica col termine di patronimico quell'aggiunto al nome di persona che mira a precisarlo indicando la paternità dell'individuo di cui si tratta.

Esso appare frequentemente in sistemi onomastici di varî tempi e luoghi (v. onomastica), mentre il metronimico (o matronimico), cioè l'aggiunto tratto dal nome della madre e il tecnonimico, che precisa il nome con l'indicazione del nome del figlio sono molto più rari.

La forma più semplice è rappresentata dallo schema X figlio di Y, che si ha p. es. in latino (C. Iulius C. f. Caesar, in cui C. f. = "figlio di Gaio") o in arabo (Ibn Abbās "figlio di ‛Abbās"), o, con l'ordine che è loro proprio, nelle lingue germaniche (Thomson; Petersen); oppure "figlio" si sottintende e si ha il semplice complemento di specificazione, come in greco (Δημοσϑένης Δημοσϑένους "Demostene di Demostene") o in italiano nello stile notarile o burocratico (Giovanni Ferri di Eusebio; cfr. anche fu Gustavo). Talora per indicare il patronimico si adibiscono particolari suffissi di carattere aggettivale o genitivale, come in greco (Πηλείδης "figlio di Peleo", Λαερτιάδης "figlio di Laerte"), in slavo (russo Ivan Ivanovič) o in spagnolo antico (Didaz, Diaz "figlio di Didaco [= Diego]").

Il cognome ha spesso origine da patronimici: Thomson, Petersen, Diaz non indicano più specificamente "figlio di Tommaso, di Pietro, di Diego", ma sono diventati nomi di famiglia.