PATROCLO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1963)

PATROCLO (Πατροκλος Patroclus, etr. Patrucle)

L. Guerrini

Personaggio dell'Iliade, P. è figlio di Manezio, è l'amico più caro di Achille, è quello che Omero (Il., xviii, 10) chiama Μυρμιδόνων τὸν ἄριστον.

Originario della Locride Opunzia, P. fu allevato però alla corte di Peleo, insieme ad Achille. Con Achille P. partì per la guerra di Troia; ad Achille, dopo varie imprese, si sostituì nella battaglia, rivestendo le armi divine dell'amico; con la sua morte causata dal colpo di Ettore determinò il ritorno alle armi di Achille e la conseguente vittoria dei Greci. La figura di P. è presente incessantemente nell'ultima parte dell'Iliade, anche dopo la sua morte: il poema si chiude infatti coi giochi funebri indetti in suo onore e con l'uccisione e lo strazio di Ettore, che avviene in presenza della tomba e dell'èidolon di Patroclo.

Rarissime sono le opere di scultura che derivano dal racconto omerico e rappresentano la figura di P.: una ci è nota dalle fonti letterarie: il donario a Delfi dei Tessali di Farsalo (Paus., x, 13, 5); solo una è pervenuta a noi: il gruppo già da E. Q. Visconti identificato come Menelao che regge il corpo del morto Patroclo. Si tratta di un'opera del III sec. a. C., di ambiente asiatico, nota da alcune repliche frammentarie (ad esempio, Firenze, Loggia dei Lanzi e Palazzo Pitti; Roma, Vaticano e Palazzo Braschi - quest'ultima nota come il Pasquino -), dal cui esame si è potuto giungere (Schweitzer) alla probabile ricostruzione del gruppo originario (v. pasquino).

Di gran lunga più numerosi invece sono i dipinti: P. è presente nella Nèkyia di Polignoto a Delfi (Paus., x, 30, 3 e 6); un dipinto di Kalliphon di Samo in cui era rappresentato P. che rivestiva le armi di Achille era esposto nell'Artemision di Efeso (Paus., x, 26, 6; cfr. anche v, 19, 1). Tra quelli poi conservatisi, i più interessanti per noi sono i cicli che raffigurano vari episodî della vita dell'eroe omerico: si tratta di monumenti di periodo romano (cfr. per l'esistenza e la moda di questi cicli pittorici Vitruvio, vii, vi, e 2; Petronio, Sat., 29, 1-9) derivanti dalle illustrazioni di periodo ellenistico, poste accanto al testo dei poemi omerici, che in quel tempo erano stati oggetto di uno studio e di una sistemazione filologica. Su questi monumenti giunti sino a noi (ciclo pittorico e ciclo in stucco dalla Casa del Criptoportico a Pompei; ciclo pittorico della Casa di D. Ottavio Quartione, pure a Pompei; Tabula Iliaca Capitolina; Tensa Capitolina; Iliade Ambrosiana) sono illustrati alcuni episodî (non tutti i monumenti presentano gli stessi episodî) della gesta di P. - per lo più le scene rappresentate concordano con le descrizioni del poema omerico - che iniziano con la preghiera del giovane ad Achille irato, perché torni a combattere (Tensa Capitolina); dinanzi all'ostinato rifiuto di Achille, P. convince l'amico a prestargli le armi divine, le riveste (Tensa Capitolina) ed è pronto a partire, sul carro di Achille, per la battaglia (dipinto della Casa di D. Ottavio Quartione). Mancano in questi cicli figurativi gli episodî che si riferiscono al combattimento di P. e alla sua uccisione per mano di Ettore. Le illustrazioni mostrano invece il feroce combattimento che avviene intorno al cadavere di P., ancora sul campo di battaglia (ciclo pittorico della Casa del Criptoportico, Iliade Ambrosiana); il trasporto della salma di P. lontano dal campo; il lamento di Achille e degli Achei sulla salma di P. - sulla raffigurazione deve certo avere influito anche la scena dei Mirmidones di Eschilo -, e la libazione di Achille sulla pira (ciclo pittorico della Casa del Criptoportico, Tabula Iliaca, Tensa Capitolina). Sono illustrati poi i giochi funebri in onore del morto P. (cicli pittorici della Casa del Criptoportico e di D. Ottavio Quartione, Iliade Ambrosiana) e infine l'ultimo episodio (ciclo in stucco della Casa del Criptoportico e dipinto della Casa di D. Ottavio Quartione): Achille, tornato a combattere e ucciso Ettore (v.), ne trascina il corpo inanimato, legato al carro, tre volte intorno alla tomba e all'ἔιδωλον di P., commento illustrato ai versi di Il., xxiv, 14 s.: τρὶς δ᾿ἔρυσαυ περὶ σῆμα Μενοιτιάδαο ϑαμόντος.

Se però soltanto con l'ellenismo iniziano i racconti illustrati delle gesta di P., già dall'època arcaica esistevano raffigurazioni dell'eroe o di singole gesta dell'eroe. Della prima metà del VI sec. a. C. è il rilievo di una metopa del thesauròs alla foce del Sele (v.) che raffigura il momento dell'uccisione di P. per mano di Ettore, episodio che non appare nei posteriori cicli, ma soltanto su uno specchio del Museo Nazionale di Napoli (n. 10906) e su un medaglione di Ilion. Sullo stàmnos a figure rosse di Epigenes (v.) la figura di P., stante, appare tra quelle di Teti, Antiloco e Nestore. La scena dipinta sulla kölix a figure nere di Sosias mostra un episodio precedente alla guerra iliaca: il ferimento di P. alla battaglia del Caicus (rappresentata in uno dei frontoni del tempio di Atena Alèa a Tegea: Paus., viii, 45, 3) e le cure portegli dall'amico Achille. Frequente è la presenza di P. (pitture vascolari e pompeiane) tra gli amici di Achille, che consolano l'eroe per l'allontanamento di Briseide (v.). La vestizione di P. con le armi di Achille che si rifiuta di combattere è stata identificata dal Giglioli su uno stàmnos a Villa Giulia, assegnato dal Beazley al Pittore di Kleophrades. Il combattimento di Troiani e Greci intorno al cadavere di P. è rappresentato su un medaglione di Settimio Severo e su una moneta di Macrino, entrambi da Ilion, su una sardonice e forse sulla Situla Doria. Il pianto di Achille sul corpo di P., la libazione e i giochi funebri appaiono su un gran numero di monumenti (dal vaso François all'argento di Berthouville e al sarcofago di Wobur Abbey).

Tra i numerosi episodî della Patrocleia, l'arte etrusca ha scelto di preferenza la rappresentazione dei giochi funebri e del sacrificio dei giovani troiani: tra i monumenti più noti si ricordino la Cista Napoleon al Louvre e quella da Preneste al British Museum; il sarcofago da Torre S. Severo e i dipinti della Tomba François di Vulci, oltre a un' urna volterrana col trasporto del cadavere di P., ora al Museo Archeologico di Firenze, una proveniente da casa Buonarroti, che deriva senza dubbio da una più ampia composizione.

Monumenti considerati. Gruppo di Menelao e P.: B. Schweitzer, in Die Antike, xiv, 1938, p. 43 ss.; M. Bieber, The Sculpture of the Hellenistic Age, New York 1955, p. 78 ss., figg. 272-277. Metopa del thesauròs del Sele: P. Zancani Montuoro-U. Zanotti Bianco, Heraion alla foce del Sele, ii, (Il primo thesauròs), Roma 1954, p. 252 ss. Per tutti gli altri monumenti si vedano le opere elencate in bibliografia.

Bibl.: K. Bulas, Les Illustrations Antiques de l'Iliade, Lwow 1929, p. 47 ss.; E. Wüst, in Pauly-Wissowa, XVIII, 1949, c. 2274 ss., s. v. Patroklos; V, Spinazzola, Pompei alla luce degli scavi nuovi in Via Dell'Abbondanza, 1910-1923, I e II, Roma 1953, passim; R. Bianchi Bandinelli, Hellenistic-Byzantine Miniatures of the Iliad, Olten 1955, passim.