Immersione, patologia da

Dizionario di Medicina (2010)

immersione, patologia da


Fenomeno patologico connesso con l’immersione in acqua del corpo umano, in rapporto a densità, pressione, temperatura, conducibilità termica, fenomeni di respirazione, composizione gassosa, ecc.

I quadri clinici principali

Annegamento per penetrazione di acqua nei polmoni e conseguente asfissia; sincope, o perdita di coscienza da ipossiemia sistemica o distrettuale durante immersioni in apnea e talora dovuta (o associata) a ipercapnia; otiti barotraumatiche: durante la fase di discesa dell’immersione, l’aumentata pressione ambientale sollecita la membrana timpanica e solo l’aria proveniente dalla tuba di Eustachio può ristabilire l’equilibrio pressorio. Variazioni bariche rapide durante la fase di risalita possono analogamente indurre otiti medie barotraumatiche o vertigini. La narcosi da gas inerte (azoto nel caso della respirazione di aria) è una patologia che insorge a seguito di un considerevole aumento della pressione parziale di questo gas, e consiste nella percezione del proprio stato di alterazione neurosensoriale. I sintomi riferiti sono generalmente: stato di ebbrezza con percezioni distorte, allucinazioni, ecc. Esiste un’ampia suscettibilità individuale agli effetti dell’azoto iperbarico: alcuni hanno disturbi già a profondità di 25÷30 m, mentre altri tollerano bene profondità di 45÷50 m e, in casi eccezionali, di oltre 120 m. La riduzione della pressione parziale di azoto (in pratica la riduzione della profondità) determina la rapida regressione dei sintomi. La sindrome nervosa degli alti fondali è un insieme di sintomi motori e sensoriali che compaiono durante immersioni a elevata profondità. Questa patologia sembra essere prodotta dall’effetto cellulare diretto dell’elevata pressione ambientale, la quale determina, attraverso modificazioni nella permeabilità della membrana cellulare, l’insorgenza di disturbi nella funzione neuronale e l’alterazione della trasmissione sinaptica.

Patologie da decompressione

Eventi patologici che derivano da una riduzione della pressione ambientale, determinati dallo sviluppo o dalla penetrazione di bolle gassose all’interno del sangue e dei tessuti. Sono due le fondamentali patologie da decompressione, caratterizzate da patogenesi profondamente diversa: la malattia da decompressione propriamente detta (con bolle costituite da azoto) e l’embolia gassosa da aria (con bolle costituite da aria). Nel primo caso le bolle, una volta formatesi, in generale per errata decompressione, possono determinare danni tissutali: per ostruzione diretta del flusso ematico; rottura o compressione dei tessuti per effetto meccanico diretto; danni endoteliali (fenomeni di brushing), ecc. L’embolia gassosa da aria, derivante dalla penetrazione di aria nel torrente ematico, è un evento possibile anche al di fuori dell’ambiente subacqueo. La causa più frequente è rappresentata dalla brusca riduzione di profondità, senza consentire la fuoriuscita dell’aria dall’apparato respiratorio. In tal caso può determinarsi una condizione di sovrapressione e, quindi, di sovradistensione alveolare fino alla lacerazione del parenchima polmonare e alla penetrazione di aria all’interno dei vasi e delle altre strutture toraciche. Una risalita di 70÷80 cm a glottide chiusa può, in taluni casi, essere sufficiente a causare la lacerazione delle pareti alveolari.

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