MANCINI, Pasquale Stanislao

Enciclopedia Italiana (1934)

MANCINI, Pasquale Stanislao

Emilio Albertario

Giurista e uomo di stato, nato il 17 marzo 1817 a Castel Baronia presso Ariano, morto a Roma il 26 dicembre 1888. Si addottorò in giurisprudenza nell'università di Napoli e iniziò in quest'università il suo insegnamento, esercitando anche l'avvocatura. Nel 1848 fu membro del parlamento di Napoli e, avendo partecipato ai moti rivoluzionarî, dovette fuggire e riparò a Torino. In quell'università fu (con legge del 14 novembre 1850) istituita per il M. la prima cattedra di diritto internazionale. La prolusione letta da quella cattedra il 22 gennaio 1851, avente per titolo La nazionalità come fonte del diritto delle genti (Torino 1851; nuova ed. con prefazione di F. Ruffini, Roma 1920), ebbe immensa risonanza: sollevò le proteste dell'Austria e del Borbone e fu la dottrina giuridico-politica del Risorgimento italiano. Dal 1860 fu inviato dal collegio di Ariano al parlamento nazionale, in cui fece parte della sinistra democratica; il 13 marzo 1862 entrò nel ministero Rattazzi come ministro della Pubblica istruzione, ma si ritirò il 31 dello stesso mese. Nel 1872 inaugurò il suo insegnamento nell'università di Roma e nel 1873 fu nominato presidente dell'Istituto di diritto internazionale con sede a Ginevra. Frattanto in parlamento come oratore principe e come pensatore penetrante e lungimirante era diventato il Capo del centro sinistro (partito Rattazzi); nel 1876 nel ministero Depretis gli fu affidato il dicastero della Giustizia, che tenne fino al 1878. Nel nuovo ministero Depretis del 27 maggio 1881 ebbe il dicastero degli Esteri. Assertore del principio di nazionalità fu il primo a stipulare il trattato di alleanza dell'Italia con la Germania e l'Austria-Ungheria (20 maggio 1882) e giustificò sé stesso alla camera (nella seduta del 13 marzo 1883) adducendo considerazioni di tempo e di utilità. Nel giugno 1885 si dimise per non aver potuto ottenere dalla camera la maggioranza in favore della politica coloniale da lui inaugurata con l'occupazione di Assab. Fu maestro del re Umberto.

Illustrano l'attività politica del Mancini i suoi Discorsi parlamentari Roma 1893-97. Originale e fervida è la sua multiforme attività giuridica, esplicantesi in monografie, lezioni, commenti a testi legislativi, pareri. Il suo nome dev'essere anche ricordato come quello del promotore e primo direttore dell'Enciclopedia giuridica italiana. Delle sue opere, oltre la citata prolusione, si ricordano: Introduzione allo studio del diritto pubblico marittimo, Torino 1853; Dei progressi del diritto nella società, nella legislazione e nella scienza, Torino 1853; La vita dei popoli nell'umanità, Roma 1872; Diritto internazionale. Prelezioni con un saggio sul Machiavelli, Napoli 1873; Sommi lineamenti di una storia ideale delle penalità e problemi odierni nella scienza e nella codificazione, Roma 1874; La vocazione del nostro secolo per la riforma e la codificazione del diritto delle genti e per l'orainamento della giustizia internazionale, Roma 1874-75; Fondamenti della filosofia del diritto e singolarmente del diritto di punire (Lettere di T. Mamianì e P.S. Mancini), Livorno 1875; Questioni di diritto, Napoli 1878; Per il risanamento e il miglioramento della città di Napoli, Roma 1884, ecc.