SERRAO, Paolo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 92 (2018)

SERRAO, Paolo

Simone Caputo

SERRAO, Paolo. – Nacque a Filadelfia, in Calabria, l’11 aprile 1830 da Bernardo e da Marianna Calabretta; il fratello maggiore Carlo fu impiegato della Prefettura di Catanzaro.

All’età di otto anni partecipò a una beneficiata del tenore Luigi Bocchi, esibendosi a Catanzaro in un concerto per pianoforte e orchestra di Daniel Steibelt. Il successo dell’esibizione spinse il consiglio provinciale della città a chiedere al ministero degli Affari interni un posto gratuito per il bambino nel conservatorio di Napoli, ove venne ammesso nel 1839. Studiò con Francesco Lanza (pianoforte), Gennaro Parisi («partimento od armonia sonata») e Carlo Conti (contrappunto e composizione); durante il periodo di apprendistato compose soprattutto musica sacra per voci e orchestra (Florimo, 1871, p. 1031).

Nel 1848, infervorato dagli ideali patriottici, abbandonò gli studi per arruolarsi come volontario nella guardia nazionale (quartiere Stella). Il 15 maggio partecipò ai moti di Napoli, combattendo contro i soldati borbonici sulle barricate di via Toledo insieme ai congiunti Gaspare e Mariano (entrambi poi autori di scritti di vario argomento); ricercato, visse in clandestinità per alcuni mesi. L’impegno politico è testimoniato dall’epistolario con l’amico pittore Andrea Cefaly, anch’egli patriota: nel carteggio i due ragionano sulla situazione sociale e politica di quegli anni fino all’impresa dei Mille (Frangipane, 1929). Al pittore calabrese Serrao dedicò nel 1869 la Serenata rusticana per pessalo (un contrabbasso a cui Cefaly aveva apportato delle modifiche) e pianoforte (Frangipane, 1965).

Serrao riprese gli studi in conservatorio nel 1848 per concluderli con il massimo dei voti l’anno successivo, come attestato da una nota autografa presente nella Messa a grande orchestra, composizione spesso eseguita nelle manifestazioni del conservatorio (Florimo, 1871, p. 1031): al termine del Kyrie è notato: «Napoli 26 luglio 1849»; dopo il Gloria: «finito venti giorni prima d’uscire dal Collegio S. Pietro a Majella ove feci lunga e piacevole dimora» (Napoli, Biblioteca del conservatorio di musica S. Pietro a Majella, 19.3.18).

Nello stesso anno Saverio Mercadante, direttore del conservatorio dal 1840, nominò Serrao ‘primo maestrino’ (titolo riservato ai migliori allievi di composizione, direzione di coro o orchestra che assistevano e supplivano i maestri), incarico che svolse fino al 1852, quando lo stesso Mercadante gli commissionò un’opera semiseria per il teatro del Fondo di Napoli, L’Impostore (Serrao, s.d., p. 1). A causa dei precedenti penali di Serrao, l’opera non fu rappresentata per divieto della polizia borbonica; stessa sorte toccò alla successiva Dionora de’ Bardi (1853). Nel 1855 compose una Sinfonia a grande orchestra in la maggiore, dalla struttura ciclica; Serrao utilizzò poi tale struttura anche nell’Omaggio a Mercadante (1871), ouverture funebre «scritta espressamente pel funerale dell’illustre maestro», che riprende la Sinfonia fantastica di Mercadante.

Agli anni Cinquanta risalgono le prime composizioni di Serrao per pianoforte: Madrigale (Napoli 1850), Notturno-Barcarola (Napoli 1855), Première tarantelle e Deuxième tarantelle (Napoli 1860). La produzione pianistica, prevalentemente di occasione, occupò tutto l’arco della vita di Serrao; al 1905 risale Nostalgia. Pensiero che scrisse per la terra di origine, la Calabria, colpita da un devastante terremoto nella notte tra il 7 e l’8 settembre. Anche le trascrizioni, parafrasi e fantasie da e su opere di altri compositori (per pianoforte, a due e quattro mani, per pianoforte e orchestra, per orchestra e per voce e orchestra) occuparono a partire dagli anni Cinquanta un posto considerevole nel percorso creativo di Serrao: la maggior parte dei circa 50 lavori che compongono il catalogo delle trascrizioni riguardano il melodramma ottocentesco (Bellini, Flotow, Donizetti, Gounod, Mercadante, Meyerbeer, Verdi, Boito, Petrella, Rossini), accanto a Thalberg, Pergolesi, Stradella e Mendelssohn.

Il 16 luglio 1857 andò in scena al teatro del Fondo, con esito positivo di critica e pubblico, il melodramma semiserio Pergolesi (libretto di Federico Quercia), caratterizzato da brevi citazioni di musiche del maestro di Jesi, liberamente manipolate, in particolare l’aria Tre giorni son che Nina (all’epoca erroneamente attribuita a Pergolesi) e lo Stabat Mater. Nel 1858, su commissione del Comune di Ortona, compose e diresse in occasione della festa per la traslazione delle ossa di s. Tommaso Apostolo in Ortona a Mare (6 settembre) il dramma sacro Gli Ortonesi in Scio, testo di Gian Vincenzo Pellicciotti, un Tantum ergo, una Litania grande e un Vespro solenne. Francesco Paolo Tosti, allora dodicenne, vi assistette e ne lasciò poi un resoconto (Sanvitale, 1991, p. 5).

Nel 1863 Serrao fu nominato maestro di armonia e contrappunto del conservatorio di Napoli, subentrando a Giuseppe Lillo (deceduto il 4 febbraio), che aveva supplito dal 1861. L’8 dicembre 1866 andò in scena al San Carlo La duchessa di Guisa, melodramma in 4 atti su libretto di Francesco Maria Piave, di successo, più volte replicata; l’opera presenta esempi di sapiente tecnica compositiva e affinità con l’elaborazione espressiva di Gaetano Donizetti e la scrittura orchestrale di Mercadante.

In una Memoria scritta dopo il 1870, Serrao afferma che nel 1868 Gioachino Rossini gli avrebbe offerto la direzione del liceo musicale di Bologna, onore che «dovette rifiutare per gravi cure di famiglia e perché trovassi già professore titolare al Conservatorio di Napoli» (Serrao, s.d., p. 3; ma la notizia non è confermata da alcun documento). Nello stesso anno il Consiglio civico di Napoli gli affidò l’incarico di direttore d’orchestra del San Carlo, poi del teatro del Fondo nella stagione 1870-71. Per il San Carlo compose l’opera in 4 atti Il Figliuol prodigo (libretto di Achille De Lauzières, 23 aprile 1868), di ambientazione orientale, e, con Giuseppe Puzone, un rifacimento di Gabriella di Vergy di Gaetano Donizetti (29 novembre 1869, con il titolo Gabriella), per il quale utilizzarono parti delle versioni del 1826 e del 1838 e pezzi delle cantate Il fausto ritorno e Cristoforo Colombo.

Nel 1869 divenne docente di contrappunto e composizione nel conservatorio di Napoli al posto del defunto Conti, vincendo il concorso bandito dal ministero della Pubblica Istruzione. In occasione dei funerali di Mercadante, morto il 17 dicembre 1870, fu eseguito il requiem per soli, coro e orchestra di Serrao, scritto «sopra composizioni dell’illustre compositore» (Napoli, Conservatorio di S. Pietro a Majella, 1.6.15), in particolar modo Le Sette ultime parole; fu poi utilizzato anche per le sue esequie.

Nel 1871 Serrao fece parte della commissione incaricata dal ministero della Pubblica Istruzione di redigere un progetto di riforma dei conservatori; al gruppo di lavoro, coordinato da Giuseppe Verdi, parteciparono Alberto Mazzuccato, Antonio Buzzi e Luigi Ferdinando Casamorata. Nello stesso anno fu nominato coadiutore al direttore degli studi del conservatorio di Napoli (Lauro Rossi, succeduto a Mercadante) e cavaliere della Corona d’Italia, onorificenza attribuitagli con decreto regio; in occasione della visita a Napoli di Vittorio Emanuele II, l’impresario Giovanni Trisolini commissionò a Serrao la composizione di un Inno, eseguito al teatro del Fondo il 29 luglio (nel 1862 egli aveva orchestrato un altro Inno a Vittorio Emanuele, composto da Mercadante, su testo di Luigi Tarantini, per l’ingresso del re a Napoli nel novembre del 1860). Nella stagione 1872-73 Verdi gli affidò la concertazione del Don Carlos e dell’Aida nei primi allestimenti napoletani delle due opere (San Carlo, 2 dicembre 1872 e 30 marzo 1873).

Nel 1876 compose l’Omaggio a Vincenzo Bellini per doppio coro e orchestra (testo di Enrico Golisciani). La produzione vocale profana di Serrao fu poco ampia; scrisse in prevalenza romanze (tra cui Fior di siepe, su versi di Lorenzo Stecchetti, alias Olindo Guerrini).

Quando nel 1878 Lauro Rossi rinunciò al mandato di direttore del conservatorio di Napoli, Serrao fu nominato direttore funzionante, ruolo che mantenne, affiancato da un Consiglio di reggenza, fino al 1885; subentratogli Pietro Platania, in carica dal 1885 al 1902, continuò a insegnare composizione. In questi anni si dedicò con responsabilità e competenza alla didattica, di cui resta traccia nei testi teorici (ad esempio il trattato Teoria degli accordi; Roma, Biblioteca di archeologia e storia dell’arte, fondo Vessella, Mss.Vess. 298) e nei numerosi esercizi per lo studio dell’armonia e del contrappunto realizzati dagli studenti sotto la sua guida (conservati nella Biblioteca del conservatorio di S. Pietro a Majella). Alla sua scuola si formarono musicisti, poi divenuti illustri artisti e riconosciuti didatti, tra i quali Luigi Denza, Giuseppe Martucci, Leopoldo Mugnone, Florestano Rossomandi, Alessandro Vessella, Alessandro Longo, Francesco Cilea, Umberto Giordano, Alfonso Castaldi, Franco Alfano e Attilio Brugnoli.

Morì a Napoli il 17 marzo 1907. Nel trigesimo gli fu reso omaggio in conservatorio con l’esecuzione in forma di concerto dell’ultimo atto del Figliuol prodigo, diretto da Martucci. Serrao ebbe quattro figli: Paolo, Guido (compositore e direttore d’orchestra), Isaura (soprano) e Ismaila.

Fonti e Bibl.: F. Florimo, Cenno storico sulla scuola musicale di Napoli, II, Napoli 1871, pp. 1030-1039; P. Serrao, Memoria, Napoli s.d.; G. Verdi et al., Sulla riforma degli istituti musicali: relazione al ministero della pubblica istruzione, Firenze-Roma 1871; A. Frangipane, Lettere di P. S., in Brutium, VIII (1929), 2, p. III; Id., La Serenata rusticana di P. S. per un nuovo strumento, il pessalo inventato a Cortale, in Brutium, XLIV (1965), 2, pp. 4 s.; D. White, Donizetti and the three “Gabriellas”, in Opera, XXIX (1978), pp. 962-970; G. Manno, P. S. e la sua scuola, in Calabria letteraria, 1980, n. 7-12, pp. 34-36; E. Buondonno, S.: un grande musicista calabrese, Reggio Calabria 1988; G. Serrao, Cenno biografico su P. S. Cento anni di attività bandistica in Filadelfia, Filadelfia 1988; F. Sanvitale, Tosti, Torino 1991, pp. 5, 37; A. Sessa, Il melodramma italiano (1901-1925), I-II, Firenze 2003, I, p. 443, II, p. 828 (notizie biobibliografiche su Guido Serrao); A. Pandolfino - S.M. Tripodi, S.: musicista e didatta calabrese di Filadelfia, Soveria Mannelli 2007 (con catalogo delle opere); A. Pugliese, Giorgio Miceli, P. S. e Andrea Cefaly: due musicisti e un pittore calabresi sulla scena risorgimentale, in Prima e dopo Cavour: la musica tra Stato sabaudo e Italia unita (1848-1870), a cura di E. Careri - E. Donisi, Napoli 2015, pp. 119-139; L. Tufano, «Mostruoso a vedere un Pergolesi coi baffi». 1857: il mito in scena tra Milano (Solera - Ronchetti Monteviti) e Napoli (Quercia - S.), in Studi pergolesiani/Pergolesi Studies, vol. 9, a cura di P. Maione - F. Cotticelli, Bern 2015, pp. 625-658.

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