PANJAB

Enciclopedia Italiana (1935)

PANJAB (o, in grafia e secondo pronuncia inglese, Punjab; pers. pang' ab "cinque fiumi"; A. T., 93-94)

Elio MIGLIORINI
Gennaro MONDAINI
Giuseppe MOLTENI

Geograficamente il Panjab è la regione che corrisponde al bassopiano del medio Indo e dei suoi ouattro maggiori affluenti (Jhelum, Chenab, Ravi, Sutlei), limitata verso oriente dallo spartiacque col bacino gangetico (in qualche tratto incerto, come prova il fatto che un tempo il Giamna, ora affluente del Gange, mandava le acque all'Indo), verso sud dal deserto di Tharr, verso nord dal Salt Range e dall'Himālaya, mentre verso occidente il limite è costituito dai monti periferici dell'Iran. Regione d'antico popolamento ariano, luogo di scambio tra oriente e occidente, sia come clima, sia per influenze religiose, etniche, artistiche è una delle zone dove meno puri sono i caratteri dell'India propria.

Un tempo la vasta bassura era occupata da un golfo marino, ma poi a partire dalla fine del Terziario questo è stato riempito dai fiumi con potenti strati di alluvioni sabbiose, in genere non troppo fertili, creando una pianura, uniformemente inclinata verso S. e SO., la quale diventa sempre più arida sia verso l'Iran sia verso il mare, percorsa da fiumi molto lenti, poco profondi, con letti di piena grandissimi, soggetti a frequenti variazioni (rotture di dighe, inondazioni), separati l'uno dall'altro da strisce più alte (10-20 m.) che fanno da spartiacque, chiamate doab, coperte da aride steppe, dove è possibile solo la pastorizia. Frequenti anche le zone salate e improduttive (dette reh o kala). Il clima piuttosto continentale, caldo e secco (cadono in media soltanto 500 mm. di piogge, per la massima parte portate dal monsone di SO., e presto assorbite), rende necessaria, specie durante i periodi di magra (cioè d'inverno e di primavera), l'irrigazione, che da tempo è molto diffusa. Esistono canali che servono solo nei periodi di piena e canali perenni (circa 27.500 km. nell'anteguerra, ora aumentati d'un terzo), che in qualche caso possono avere portate di 300 mc. al secondo. Ricordiamo il canale Sirhind, a oriente del Sutlei, aperto nel 1882, avente 700 km. di corso principale e 4335 di diramazioni, il canale Lhenab, aperto nel 1892, che ha permesso vaste colture in modo da nutrire 25 mila persone, il Triple Canal, da poco ultimato, che porta l'acqua dallo Jhelum al Ravi. Nelle zone irrigate il terreno è stato suddiviso in appezzamenti e sono stati creati molti villaggi di colonizzazione regolare. Numerosi sono pure i bacini-serbatoi e le chiuse. Vicino alla zona collinosa, dove la falda freatica è meno profonda e le precipitazioni più abbondanti, vi sono anche molti pozzi. Il numero delle persone occupate nell'irrigazione è di circa 70 mila.

La maggior parte degli abitanti sono Indiani, di colorito chiaro, che parlano il panjābī. A oriente vi sono pure molti Dravida e copiosi (circa 2 milioni) sono pure i Sikh, che furono un tempo padroni del Panjab (che è diventato provincia inglese nel 1849) e che ora forniscono ottime truppe al governo indiano. Religione predominante è l'islamismo. L'agricoltura è di gran lunga l'occupazione più diffusa. Le colture principali sono quelle del grano (circa un terzo della superficie coltivata) e del cotone; poi anche miglio, piselli, colza, indaco, canna da zucchero, sesamo, datteri. Diffuso il cammello. L'industria produce tappeti e lavora cotone, lana e metalli.

Dal punto di vista amministrativo il Panjab non coincide con la regione geografica, in quanto comprende oltre alla pianura del medio Indo anche una parte della regione montuosa prehimalayana e la pianura a occidente del Giamna (che appartiene idrograficamente al bacino del Gange). Il Panjab è per area l'ottava provincia dell'India (la quarta comprendendo anche i 13 stati della Panjab States Agencv), sesta per densità e quinta per popolazione. La provincia britannica copre una superficie di 258.591 kmq. e conta 23.580.852 ab. (con un aumento del 39% rispetto al 1881 e del 14% nell'ultimo decennio); gli altri territorî tributarî (Panjab States e Panjab States Agency) si estendono su altri 95.979 kmq. e contano 4.910.005 ab. con una densità di soli 47 ab. per kmq. contro 80 nella provincia inglese. La zona maggiormente abitata è quella che si estende in direzione di NO. presso il Salt Range (150-200 ab. per kmq.), mentre scende ad appena 30 ab. per kmq. verso SO. Gli abitanti vivono per la massima parte (86,9%) in villaggi, soprattutto in quelli tra 500 e 5000 ab., il resto in città. Sensibile la prevalenza degli uomini sulle donne (1000 contro 831), elevato l'analfabetismo (937 per mille).

Capoluogo della provincia è Lahore (d'estate Simla). Le città principali, all'infuori di Multan che è alla confluenza del Ravi col Sutlej, in zona assai arida (185 mm. Di precipitazioni all'anno), sono disposte lungo le pendici delle colline e delle montagne e hanno importanza militare, come Amritsar, città religiosa e mercato agricolo, Rawalpindi, Ambala, Ferozepore.

Bibl.: J. Douie, The Punjab, North Western frontier Province and Kashmir, Cambridge 1916; H. Calvert, The wealth and welfare of the Punjab, Lahore 1922.

Storia. - Provincia dell'impero indiano del Gran Mogol, il Panjab, col dissolversi di questo, costituì uno stato autonomo per opera dei Sikh. Fortificatisi nelle lotte secolari vittoriose contro l'elemento musulmano, essi vennero a costituire, nel secolo XVIII, l'unica organizzazione politico-sociale che potesse raccogliere in quella provincia l'eredità del morente impero musulmano del Gran Mogol. Con Ranjit Singh, il "leone del Panjab", il dominio dei Sikh si estendeva nei primi del sec. XIX non solo sull'intero Paese dei cinque fiumi, ma anche sul Kashmir e Peshawar: il fiume Sutlej lo separava nel 1809 dall'India inglese, nella quale i Sikh avevano già trovato un valido aiuto nella lotta contro i Maratti e con la quale Ranjit Singh rimaneva in buoni rapporti sino alla morte (1839). Dopo di questa però si aveva una reazione militare antinglese, che portava alla guerra col potente vicino. Piombati nel 1845 sul territorio anglo-indiano, i Sikh vi subivano gravi sconfitte; cosicché nella pace del 9 marzo 1846 essi dovevano rinunciare non solo alle regioni di Jalendhar e di Spiti, fra il Sutlej e il Bias, ma anche all'alta sovranità sul Kashmir, che col trattato contemporaneo di Amritsar passava invece sotto il vassallaggio anglo-indiano. Lo stesso loro stato anzi, con la fine del 1846, doveva subire l'alta vigilanza d'un agente britannico nella sua capitale Lahore. Scoppiata qualche tempo dopo una sollevazione, il maharaja del Panjab dovette rinunciare al trono e il prezioso paese, che ancora mancava a completare la conquista inglese del bacino dell'Indo, veniva trasformato in una provincia anglo-indiana (29 marzo 1849).

Per il panjābī, v. india: Lingue.