Palestina

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

Palestina

Katia Di Tommaso

La Terra Santa

Regione storica del Medio Oriente, terra sacra per tre grandi religioni, terra ambita da più popoli, la Palestina ha avuto una storia per millenni sofferta e complessa, un susseguirsi di conquiste e di guerre, fino ai tormenti dell’ultimo mezzo secolo. Eppure è una regione povera, che soltanto con grandi sforzi, molte capacità e capitali enormi può dar da vivere a una popolazione che è diventata straordinariamente numerosa

Una terra, molti popoli

Con il nome Palestina si designa la fascia costiera compresa tra il Mar del Levante (nel Mediterraneo orientale), il Libano, il Sinai, il fiume Giordano, il Mar Morto e il Deserto Siriaco, per un totale di circa 27.000 km2.

Regione di collegamento tra il Mediterraneo e l’entroterra del Vicino Oriente – dove anticamente fiorirono, per esempio, le grandi civiltà della Mesopotamia e della Persia – e tra l’Egitto e l’Asia, la Palestina fin dall’antichità vide susseguirsi varie culture e popolazioni: fra queste, gli Ebrei e i Filistei, nome da cui derivano Palestina e Palestinesi.

Nel corso del tempo, sia Filistei sia Ebrei vi fondarono Stati propri, ma la regione fece quasi sempre parte di altri Stati: Egitto, Assiria, Babilonia, Persia, regni ellenistici, imperi romano, bizantino, persiano, arabo, ottomano; inoltre, per circa un secolo vi si formò ai tempi delle crociate un regno cristiano.

La Palestina è la terra dove si sviluppò il giudaismo, da cui nacque il cristianesimo, che diede origine all’Islam. Non soltanto, quindi, questo territorio ha visto il passaggio di molti popoli, ma è anche la culla di queste tre grandi religioni monoteiste e rivelate, che considerano la Palestina Terra Santa, come santa indicano la sua principale città, Gerusalemme.

La Palestina oggi

Nel primo Novecento la Palestina fu governata per trent’anni dagli Inglesi. Nel 1948 vi sorse lo Stato ebraico di Israele, su circa l’80% del territorio, nonostante l’opposizione armata dei Palestinesi e dei paesi arabi.

Alla fine del secolo, dopo numerose guerre e rivolte, una parte del territorio non israeliano è stata assegnata al governo provvisorio dell’Autorità nazionale palestinese (anp).

Il territorio dell’anp non è ancora ben definito: ne fanno parte alcune città della Cisgiordania – come Betlemme e Nablus, attualmente isolate fra loro e circondate da territorio occupato dagli Israeliani – e il distretto di Gaza , che dopo Gerusalemme è la città con il maggior numero di abitanti palestinesi. Nella tabella, i dati disponibili si riferiscono all’insieme di quest’area, che dovrebbe ampliarsi un po’ nei prossimi anni.

Problemi e prospettive

Il territorio palestinese è nell’insieme notevolmente povero: in prevalenza desertico o steppico, privo di materie prime minerali, si presta alla pastorizia e, seppure esistessero capitali adeguati, a un’agricoltura non molto produttiva. Una delle preoccupazioni principali è la gravissima carenza d’acqua – questo è uno dei punti di maggiore contrasto fra Israeliani e Palestinesi.

Altri problemi molto seri sono il forte addensamento di persone in uno spazio ristretto, una crescita ancora molto rapida della popolazione, la mancanza di industrie e in genere di posti di lavoro, la presenza di grosse comunità palestinesi rifugiate nei paesi arabi confinanti, che aspirano a tornare, il destino di Gerusalemme. L’emigrazione è molto intensa e rappresenta una delle risorse più importanti del territorio palestinese.

La necessità di una cooperazione stretta fra tutti i paesi della regione si scontra con la storia recente che è stata segnata, al contrario, dal susseguirsi di continue reciproche violenze.

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