PICASSO, Pablo Ruiz

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1979)

PICASSO, Pablo Ruiz (XXVII, p. 148; App. II, 11, p. 545)

Giovanna Casadei

Pittore, morto a Mougins (Nizza) l'8 aprile 1973. L'ultimo periodo dell'attività di P., svolta con vitalità e intensità sorprendenti prima ad Antibes, poi a Vallauris, a Cannes e a Mougins (nella villa di Notre Dame de Vie), pur non caratterizzato da opere eccezionali, dimostra la vivacità e la poliedricità di un artista sempre ad altissimo livello. Più che in opere come il Massacro di Corea (1951, Vallauris) o i due pannelli della Guerra e della Pace (1952) per la cappella di Vallauris, qualcosa di nuovo viene ricercato ed elaborato da P. nelle serie di variazioni da quadri "classici"; del 1954 sono le 15 variazioni da Femmes d'Alger di Delacroix, del 1957-58 le 58 variazioni da Las Meninas di Velásquez (donate nel 1968 alla città di Barcellona), del 1960 quelle su Le déjeuner sur l'herbe di Manet. Nelle variazioni, così come nelle serie "a soggetto", da Antipolis, che in chiave gioiosa anima echi e motivi della mitologia classica (1946, donata al museo di Antibes), a quella del Pittore e la modella (1963, svolta anche in incisioni nel 1968), P. trova un modo nuovo di affrontare, analizzare, infine "giocare" con il soggetto. Accanto alla pittura, al disegno, alla litografia, P. dedica gran parte della sua attività alla ceramica: dal 1947 al 1951, in un felice incontro con gli artigiani dell'atelier Madoura di Vallauris, nascono infinite opere nelle quali si sbizzarrisce il suo estro e la sua inventiva.

Dalla sua instancabile gioia di sperimentare nascono le incisioni su linoleum, le sculture di metallo (fogli di lamiera ritagliati e piegati a formare fantasiose figure, realizzate da L. Prejger); il monumentale graffito per la sede del Colegio oficial de arquitectos a Barcellona (i suoi disegni ingranditi sono incisi da K. Nesjar con un getto di sabbia sullo strato di cemento bianco), la grande decorazione per il palazzo dell'UNESCO a Parigi (1958) in pannelli smontabili. Fedele ai suoi ideali e alle convinzioni politiche che lo avevano portato nel 1944 all'adesione al Partito comunista francese, P. partecipa a vari congressi per la pace, a Breslavia (1948), a Parigi (1949), a Sheffield (1950), a Roma (1951). Nel 1962 riceve il premio Lenin. Numerose sono le mostre nelle quali P. espone di volta in volta le opere recenti e le retrospettive, tra le quali particolarmente importante quella organizzata a Parigi nel 1966 per i suoi 85 anni (Grand-Palais, Petit-Palais, Bibliothèque Nationale). Alla sua morte, P. ha lasciato un corpus di pittura, grafica e scultura imponente, oltreché per la mole, per il profondo riflesso che ha avuto sulla cultura contemporanea a livello mondiale. Le sue opere sono presenti nelle maggiori collezioni pubbliche e private. Nel 1963 è stato inaugurato a Barcellona un museo a lui dedicato, formato dalla collezione del grande amico del pittore, J. Sabartés, e arricchito da una donazione di P. stesso di quasi mille pezzi tra dipinti, incisioni e disegni, nel 1968. La notevole collezione di opere d'arte antica e contemporanea di P., dopo la sua morte, è stata donata dalla famiglia al Louvre. Vedi tav. f.t.

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